Le elezioni politiche si avvicinano, il prossimo 4 marzo 2018 l’Italia andrà al voto per formare il nuovo Governo. Ma attenzione anche ai poteri occulti, come sottolinea il noto magistrato Gian Carlo Caselli. In particolare, nel mirino del giurista le logge massoniche e la mafia. Sono quattro, come riportato da Famiglia Cristiana dallo studio della Commissione antimafia: Grande Oriente d’Italia, Gran Loggia d’Italia, Gran Loggia regolare d’Italia, Serenissima Gran Loggia regolare d’Italia. E non solo: ogni due logge ci sarebbe la presenza di un mafioso o un suo complice. E preoccupa in tal senso il silenzio dei partiti a riguardo, un silenzio che Caselli ha commentato così: “Non mi stupisce questo silenzio. In democrazia non dovrebbero esistere associazioni segrete con vincolo di obbedienza. Invece esistono e sono spesso veicolo di incroci torbidi fra mafiosi e altri potenti, con reciproco rafforzamento. Ma guai a chi ne parla più di tanto! C’è un processo di rimozione/riduzione collaudato da tempo e riscontrabile in molti delicati casi. Per esempio la vicenda Sindona e quella Andreotti. Un classico”.



L’INTRECCIO POLITICA-MAFIA

Nella lunga intervista a Famiglia Cristiana, Gian Carlo Caselli ha commentato anche l’intreccio storico: “Bisogna partire da così lontano? Sì, perché se non parliamo di quello che è avvenuto, è come se autorizzassimo una certa politica a continuare ad avere, come è stato per il passato, rapporti organici con la mafia e il malaffare. Questo, per la nostra democrazia, è micidiale. Finché non chiariremo come si è formato il consenso nel nostro Paese, in una certa misura e in un certo periodo, diamo spazio alla “criminalità dei potenti”, quella categoria criminologica che contempla i reati delle classi al potere, che sono, tipicamente, la mafia, la corruzione, lo scambio di favori tra gli uni e gli altri”. E il rapporto tra mafia e politica è quello che preoccupa maggiormente: “Quello che preoccupa maggiormente è che i rapporti tra mafia e politica sono stati e sono tuttora sistematicamente negati o, quantomeno, si tenta di ridurli a qualcosa di localistico, quasi di folclore, che riguarda solo qualche appalto, invece è un problema nazionale che ha condizionato e condiziona la nostra democrazia”.

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