“Cosa nostra mostra una straordinaria capacità di rigenerazione. La morte di Totò Riina non ha indebolito l’organizzazione, ma costituisce paradossalmente un ulteriore elemento di forza, i clan sono infatti liberi di ridarsi un organismo decisionale centrale e quindi una strategia comune.” Questo è quanto viene sottolineato dall’Antimafia e ribadito dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, in sede di commento sulla relazione. Purtroppo sembra ci sia una forte capacità di rigenerazione da parte delle cosche e una rinnovata capacità di infiltrazione, pericolo che rischia di moltiplicarsi in ambito elettorale. Soprattutto la ndrangheta, ovvero la mafia calabrese, sarebbe il pericolo maggiore, visto che “è leader mondiale del traffico di stupefacenti ed è presente in tutte le regioni del Paese”. (agg. di Fabio Belli)
ANTIMAFIA: “TROPPI SILENZI IN CAMPAGNA ELETTORALE”
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è intervenuto oggi nel corso della presentazione della relazione finale della Commissione Parlamentare Antimafia con un messaggio forte che arriva alla vigilia delle Elezioni politiche del prossimo 4 marzo. “Dire che le mafie sono una minaccia alla democrazia non sembri irrituale alla vigilia di una competizione elettorale, è cogente nel momento in cui c’è il rischio che le mafie possono condizionare il voto libero, e minacciare la cosa più importante in una democrazia”, ha asserito, come riporta AdnKronos. Secondo Minniti, le mafie sarebbero pienamente capaci di condizionare le istituzioni e la stessa politica. Anche per questa ragione, sull’argomento non può assolutamente esserci silenzio. “C’è troppo silenzio nella campagna elettorale”, ha ribadito in Senato il ministro. Minniti ha poi sottolineato l’enorme lavoro che, con estrema fatica è stato finora compiuto, chiarendo come da un lato si è dovuto far fronte alla grande minaccia terroristica che tanto pesa sulla vita delle persone e che ha richiesto un enorme sforzo dal punto di vista investigativo. Dall’altra, al tempo stesso, “siamo riusciti a tenere alta la sfida – senza mai per un attimo abbassare la guardia – della lotta alle mafie sui territori”, ha aggiunto.
MINISTRO MINNITI IN SENATO: I RISULTATI DELL’ANTIMAFIA
I risultati di questo grande lavoro, ha spiegato il ministro Marco Minniti, fortunatamente sono giunti e possono essere tutti definiti estremamente importanti. “È stata legislatura dell’antiriciclaggio, del codice antimafia”, ha detto nel suo intervento al Senato. Dalle catture dei maggiori latitanti alle innumerevoli confische dei beni, sono state molteplici in tutta Italia le operazioni che si sono compiute negli anni. “Penso sia importante consolidare il dato che non abbiamo abbassato la guardia. Terrorismo e mafie sono entrambi una minaccia drammatica alla democrazia, per questo non si poteva abbandonare il tema del contrasto radicale alle mafie”, ha proseguito nel suo discorso. Ad intervenire è stata poi anche la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, la quale ha aggiunto alle parole di Minniti: “L’astensionismo è il primo regalo alle mafie. Se la politica non trova la strada per il consenso buono aprirà la strada al consenso cattivo”. Quindi, rivolgendosi ai partiti, ha rinnovato l’appello a rifiutare il voto mafioso ricordando i comportamenti che portano ad aprire la strada alle mafie: “il clientelismo, il trasformismo e il familismo”.