“Senza Civica Popolare, il percorso di riforme realizzato dai governi di questa legislatura non sarebbe stato possibile”, sono le parole del premier Paolo Gentiloni che ben spiegano il nostro ruolo all’interno dell’alleanza di governo e che abbiamo più volte rivendicato.

Oggi il Paese è fuori dalla recessione; la crescita, anche se lenta, è reale e il Jobs Act ha avuto effetti positivi sul mercato del lavoro. Nella sanità si sono compiuti passi avanti fondamentali, a partire dall’applicazione dei costi standard per finire con la recente legge contro l’abusivismo nelle professioni sanitarie, attesa da oltre 30 anni dagli operatori. Beatrice Lorenzin ha vinto battaglie importanti nella difesa della scienza e contro le strumentalizzazioni populiste, prima con il caso Stamina e ora con la legge sui vaccini.



Abbiamo avviato riforme che sostengono la libertà di scelta delle famiglie, come il bonus bebè o la defiscalizzazione delle spese per l’istruzione, a cui si aggiunge l’impegno rafforzato a favore delle scuole paritarie per una reale libertà di educazione, riconosciuta dalla Costituzione e mai applicata prima a livello nazionale. Sul fronte della pressione fiscale, l’Istat attesta che per la prima volta si è ridotta e che il debito pubblico, il vero ostacolo alla ripresa, è in calo. Da un lato, numerosi indicatori in definitiva mostrano una ripresa; dall’altra parte, comprendiamo che la strada da percorrere è ancora lunga, molto occorre ancora fare soprattutto per i giovani, a cui manca un lavoro dignitoso, per le famiglie, per aiutare le imprese, per consentire una reale parità scolastica, per una formazione professionale sussidiaria, solo per fare alcuni esempi.



Se vogliamo portare definitivamente il Paese fuori dalla crisi, dobbiamo proseguire nel percorso virtuoso intrapreso e restituirgli il ruolo che gli spetta in Europa e nel mondo, al fianco di Paesi come Germania e Francia, il cui solo vantaggio rispetto a noi è di non avere avuto generazioni di politici che hanno sperperato le risorse pubbliche, lasciando il peso delle loro scelte sulle generazioni successive.

Abbiamo ricevuto critiche da una parte del mondo cattolico per aver “ceduto” sul tema delle unioni civili, dimenticando che, senza la nostra resistenza, i matrimoni e le adozioni gay sarebbero passati con una maggioranza trasversale larghissima, che partiva dall’estrema sinistra per arrivare ad ampie fasce di Forza Italia, passando per il Movimento 5 Stelle.



Sulla delicata questione dell’immigrazione, cavallo di battaglia della destra populista, è stato il lavoro costante dei governi Renzi e Gentiloni, con l’apporto decisivo del ministro Alfano prima e del ministro Minniti ora, che ha ridotto drasticamente gli arrivi dall’Africa. Il ruolo dell’Italia è stato fondamentale per convincere l’Europa della necessità di condividere sempre più il peso di un fenomeno ormai strutturale, tanto da far approvare dal Parlamento europeo, a larga maggioranza, l’avvio della revisione del trattato di Dublino, firmato da Maroni e Berlusconi, con la ridistribuzione per quote tra le nazioni europee.

Tutto ciò senza mai venir meno al dovere della solidarietà e del rispetto della vita umana, come dimostra la riconoscenza manifestata dal presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker: “L’Italia ha salvato l’onore dell’Europa”, ha detto. Tutto questo è stato realizzato da donne e uomini di un centrosinistra moderato, a partire da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, con l’apporto fondamentale del partito nel quale abbiamo orgogliosamente militato, quel Nuovo Centrodestra che ha deciso di cambiare il proprio nome in Alternativa Popolare dopo aver riconosciuto l’impraticabilità di rifondare un centrodestra in preda a un’evidente deriva estremista e populista.

Siamo rimasti dentro questo percorso e le ragioni che ci muovono sono “ragioni positive” che raccontano di un lavoro fatto negli ultimi cinque anni, durante i quali il Paese è stato condotto, progressivamente e non senza fatica, fuori dalla grande crisi iniziata nel 2008, con un quadro politico nazionale drasticamente mutato.

Rispetto al centrodestra nel 2013, saldamente guidato da una forza liberale legata a doppio filo al Partito popolare europeo, oggi abbiamo di fronte un’aggregazione fortemente destrorsa, in un’alleanza innaturale tra chi si richiama ai valori del Ppe e chi si vanta dei legami con i lepenisti. Un’alleanza mai vista in Europa, ad eccezione della recente esperienza austriaca, la cui tenuta è ancora tutta da dimostrare.

Dall’altra parte, il Partito democratico ha perso per strada l’estrema sinistra, come attestato dalla nascita di Liberi e Uguali, e si presenta come un partito il cui asse si è nettamente spostato al centro.

In un contesto di questo tipo, abbiamo scelto di proseguire sulla strada intrapresa, insieme a un folto gruppo di amici che ha riconosciuto il proprio leader in Beatrice Lorenzin e ha visto la nascita di Civica Popolare.

A chi obietta che con il centrosinistra non si potranno difendere i valori cari al mondo cattolico rispondiamo con la forza delle cose fatte e con la necessità che avvertiamo, in quanto cristiani, di collaborare con tutti coloro che sono impegnati nella costruzione del bene comune. E nell’alleanza di governo di questi cinque anni ne abbiamo trovati tanti.