“Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo e non solo nel breve termine, della governabilità e stabilità politica dell’Italia”. Così il presidente emerito Napolitano durante la cerimonia all’Ispi, l’Istituto di studi di politica internazionale, nella quale ha consegnato proprio all’attuale presidente del Consiglio il premio Ispi 2017, destinato a personalità che hanno contribuito a rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo.
Dopo l’endorsement da parte dell’ex premier Romano Prodi, di Emma Bonino e Walter Veltroni, oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni raccoglie dunque anche quello di re Giorgio. Nel suo intervento il senatore a vita ha messo in luce le qualità del premier uscente: “Un’attitudine all’ascolto e al dialogo e uno spirito di ricerca senza preclusioni da ministro degli Esteri e poi da presidente del Consiglio”. E ancora “la sua impronta di libertà e lo spirito di ricerca, senza preclusioni di sorta, che hanno caratterizzato fin dall’inizio il suo impegno civile”. Un intervento sopra le righe, come ai vecchi tempi quando sfornava “governi del Presidente” a getto continuo suscitando le ire delle opposizioni.
Ma questa volta tra le dichiarazioni dei partiti di opposizione mancano all’appello quelle degli esponenti di Forza Italia, che pure non hanno mai risparmiato attacchi a testa bassa nei confronti dell’artefice dei presunti “colpi di Stato” cui fa spesso cenno Berlusconi. Ieri invece nulla.
In realtà probabilmente in questa circostanza Giorgio Napolitano ha dato voce agli auspici di Berlusconi stesso. Il piano B non è infatti nello schema di gioco del presidente di Forza Italia un ripiego rispetto alla pur possibile vittoria del centrodestra, bensì quello che sente più suo. B sta per Berlusconi.
Mattarella come è giusto tace, ma tra gli alti funzionari di Palazzo Madama ce n’è più di uno disposto a giurare che questa volta l’indomito Giorgio da Posillipo ha fatto sì un intervento a gamba tesa, ma sapendo di incontrare il favore del vecchio nemico e soprattutto in nome e per conto del presidente della Repubblica in carica. Destinatario Renzi e relativo giglio magico.
Parlare interpretando i desiderata di Berlusconi e Mattarella, di Prodi e Veltroni, di Bonino e Juncker, di Confindustria e forse anche della Cgil. Non vi pare questo l’incipit di un governo del Presidente, anzi dei Presidenti?
La partita non è ancora cominciata e il Movimento 5 Stelle imparerà presto cosa significa giocare ad un tavolo dove il banco vince sempre.