TECNÈ, COLLEGI UNINOMINALI: VOLA CENTRODESTRA QUASI AL 40%
Un interessante sondaggio eseguito prima del silenzio elettorale da Tecnè mostra le scelte degli elettori intervistati a riguardo della parte uninominale dei collegi sparsi in tutta Italia (per intenderci, quello spazio che troverete sopra le varie liste con un solo nome indicato che è possibile sbarrare ed rappresenta l’intera coalizione). Forza Italia, Lega, FdI e Noi con L’Italia otterrebbero ad oggi il 39% dei voti sulla parte uninominale che assegna seggi in Parlamento, confermandosi la prima coalizione in termini di voti esistenza nel nostro Paese (almeno a due settimane dalle Elezioni). Insegue, molto staccato, il Movimento 5 Stelle che fa, come sapete, auto-coalizione in sostanza: il 28,3% non regge contro la corazzata Salvini-Berlusconi-Meloni, mentre il Centrosinistra di Renzi vede perdere terreno e voi con il salire di Liberi e Uguali. 26% per Pd, Civica Popolare, Insieme e +Europa tutti assieme, mentre LeU prende il 5,3%, dunque una buona fetta di voti che nell’Uninominale sarebbero potuti andare al Centrosinistra qualora si fosse presentata tutta unita.
PIEPOLI, FIDUCIA LEADER: GENTILONI IN TESTA
Continuando nella serie di sondaggi emersi dalle ultime analisi prima del silenzio elettorale, i dati di Piepoli sui maggiori leader politici a confronto, danno ancora una volta Matteo Renzi in netta difficoltà in questa campagna elettorale. Davanti a lui e non di poco è l’attuale premier e alleato nel Pd che però potrebbe – davanti ad una ipotetica (oggi non probabile) vittoria del centrosinistra – essere effettivamente lui il reale candidato a Palazzo Chigi, visto il maggior consenso e gradimento raccolto tra gli elettori. Il 44% ad oggi si fida di Gentiloni, mentre per il segretario del Partito Democratico resta basso il dato (al 30%), dietro anche al giovane leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio al 31%. La classifica stilata dai sondaggi di Piepoli vede poi Pietro Grasso di Liberi e Uguali al 29% e la coppia di leader-rivali del centrodestra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi con la “rivincita” del segretario leghista che in termini di partito paga dazio a Forza Italia: 26% di gradimento per il leader del Carroccio, 21% per l’ex Cavaliere.