Antonio Tasso è la nuova “grana” del Movimento 5 Stelle a pochi giorni dalle elezioni. Il candidato premier Luigi Di Maio è pronto però a risolvere il caso, così come ha fatto per Salvatore Caiata. Il codice etico pentastellato in tal senso è chiaro: omettere informazioni ritenute rilevanti al M5s e agli stessi elettori, mentire a Di Maio e aver contravvenuto al regolamento è causa di esclusione. E questo è lo scenario che si profila per il candidato al collegio uninominale Manfredonia-Cerignola, secondo ManfredoniaNews. La vicenda risale a dieci anni fa, quando Tasso venne condannato per aver venduto cd taroccati e modifiche illegali della Playstation. La pena però è stata sospesa e Tasso ha ottenuto la non menzione nel casellario giudiziario in quanto reato di lieve entità. Alla condanna di primo grado è seguita la prescrizione, per questo motivo Tasso potrebbe aver consegnato allo staff del Movimento il certificato penale pulito. Ma resta un dubbio: ha avvertito o no il M5s di questa condanna? Da capire inoltre se Tasso, in caso di esclusione, verrò sostituito in corsa da uno dei supplenti. (agg. di Silvana Palazzo)
“ANTONIO TASSO TRUCCAVA PLAYSTATION E VENDEVA CD FALSI”
Nel Movimento 5 Stelle c’è un altro candidato “impresentabile”: si tratta di Antonio Tasso, che corre nel collegio uninominale Manfredonia-Cerignola e che un tempo era titolare di un negozio di elettronica. Lo scrive Il Foglio, spiegando che nel 2007 è stato condannato in primo grado dal tribunale di Foggia, sezione distaccata di Manfredonia, per violazione della legge sul diritto d’autore, perché “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso abusivamente duplicava o riproduceva a fine di lucro, 308 cd per videogiochi e 57 cd musicali”. Il giudice concesse a Tasso le attenuanti generiche, ma lo condannò a sei mesi di reclusione e duemila euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. La pena però fu sospesa perché Tasso non aveva precedenti penali. Il candidato pentastellato ha respinto ogni accusa con un video pubblicato sulla propria pagina Facebook: “Mentre sono impegnato in questa campagna elettorale mi giungono notizie di attacchi di bassa lega dal candidato di centrosinistra Michele Bordo. In risposta, amici cittadini, a voi che siete gli unici a cui devo delle spiegazioni, dico che per potermi candidare nel Movimento 5 Stelle, oltre al curriculum, ho inviato il casellario giudiziale, il certificato dei carichi pendenti e il certificato ex articolo 335 che serve per verificare l’esistenza di denunce o indagini. Tutti questi certificati sono risultati puliti”.
M5S, NUOVA TEGOLA: ANTONIO TASSO CONDANNATO?
Nel video pubblicato su Facebook il candidato M5s Antonio Tasso ha ammesso di essere stato denunciato “circa 20 anni fa se non ricordo male, tra il 1999 e il 2000”. Ha però negato di essere stato condannato: “Mi sono difeso come era mia diritto in quell’occasione e non ci fu nessuna condanna né amministrativa né penale e il caso è stato archiviato”. Tasso ha poi aggiunto di non doversi vergognare per una denuncia “che non ha sortito effetti”, anche perché sostiene che in tal caso “i politici potenti e arroganti che adesso mi attaccano e quelli che sono imputati dovrebbero sparire per sempre dalla scena politica per tutti i danni che hanno causato”. E poi ha concluso con un pensiero sulle Elezioni 2018: “Il 4 marzo abbiamo la possibilità di sconfiggere l’arroganza politica che ha distrutto questo paese. Vai a votare e convinci altri a farlo”. Non è mancata una risposta a Michele Bordo, deputato uscente del Pd, che è candidato nel suo stesso collegio. “Uno che di mestiere trucca le playstation e vende cd falsi”. Così lo aveva definito. Il diretto interessato non si scompone: “Ho un passato da commerciante di videogames, ma se arrivano a questo punto vuol dire che sono alla frutta”.