Intervenendo a Domenica Live, Silvio Berlusconi ha lanciato in extremis un appello a tutti gli elettori in vista delle Elezioni tra una settimana: «secondo tutti i sondaggi pubblicati prima del silenzio elettorale, il Partito Democratico non va oltre il 21-23% di voti», arringa un leader di Forza Italia tornato sembra nella migliore forma delle passate campagne elettorali. «Perciò non sprecate il vostro voto per Renzi: votate per Forza Italia, noi gli unici in grado di battere l’avanzata del Movimento 5 Stelle». Come noto, i sondaggi in queste settimane non possono essere pubblicati, dunque dobbiamo rifarci a quelli citati da Berlusconi per provare ad evidenziare il livello delle intenzioni di voto come erano fissate a tre settimane dal voto. Il PD in effetti era al 21,5%, nettamente staccato dal Movimento 5 Stelle (28,1) e avvicinato da Forza Italia al 18% dei consensi, in netta risalita. I sondaggi Index Research davano poi la Lega al 10,8% (qui in netta discesa invece), mentre Fratelli d’Italia al 4,7%, Liberi e Uguali al 6%, Noi con l’Italia all’1,8% e Potere al Popolo al 2% concludevano la lista. Clicca qui per vedere i dati in tempo reale delle elezioni politiche 2018 e delle elezioni regionali 2018 (agg. di Niccolò Magnani)
SERGIO COSTA HA SCOPERTO LA TERRA DEI FUOCHI
Il carabiniere e generale Sergio Costa se il Movimento 5 Stelle dovesse vincere le Elezioni 2018 sarò il ministro dell’Ambiente: il primo nome di “supercompetente” inserito nella squadra M5s viene dato da Di Maio “in pasto alla stampa” ad una settimana dal voto. Costa è celebre per essere uno dei primi a svelare l’orrenda pratica criminale in Campania nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”. «Di Terra dei Fuochi ce n’è una in ogni Regione. Per questo riteniamo che il ministero dell’Ambiente sia centrale per il governo italiano. Se dovessi essere incaricato ho intenzione di proporre un servitore dello Stato, il generale Sergio Costa», ha detto Di Maio poco fa a Luca Annunziata su Rai3. Di recente, lo stesso Costa lamentò e non poco la decisione di sciogliere la Guardia Forestale della riforma Madia: «La nostra specializzazione sull’ambiente ci ha consentito di scoprire la Terra dei Fuochi e ora lo Stato ci vuole smantellare (…) Un nostro informatore ci ha raccontato che, il giorno in cui è stato annunciato lo smantellamento del Corpo forestale, personaggi vicini alle ecomafie operanti tra Napoli e Caserta hanno acquistato dolci e spumante per festeggiare la notizia. Brindare non è un reato, per carità. Ma è un segnale, no?», si legge sul Corriere del Mezzogiorno di quasi un anno fa dalla bocca dello stesso possibile nuova ministro del governo Di Maio. (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO NOMINA IL PRIMO PROTO-MINISTRO
Il primo ministro del Governo Di Maio sarà il generale Sergio Costa: lo ha annunciato a In 1/2 ora da Lucia Annunziata il leader M5s, che conferma così l’intenzione di svelare i primi nomi sul presunto governo grillino già qualche giorno prima delle Elezioni 2018. «Di Terra dei Fuochi ce n’è una in ogni Regione. Per questo riteniamo che il ministero dell’Ambiente sia centrale per il governo italiano. Se dovessi essere incaricato ho intenzione di proporre un servitore dello Stato, il generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Sergio Costa, che si è distino nella lotta ai crimini ambientali», ha spiegato Di Maio durante la trasmissione. Non solo, il comitato elettorale M5s presenterà nelle prossime ore al Quirinale la prima lista di proposta dei Ministri. «E lo facciamo prima proprio per spiegare agli italiani su quale patrimonio umano dovrebbe investire lo Stato. Ci saranno donne nei ruoli chiave e avremo un ministero alla qualità della vita e al benessere dei bambini che sarà ricoperto da una donna. Non sarà una squadra di belle figurine ma persone che hanno messo testa e cuore nelle loro attività. La divisione tecnici e politici è superata, l’idea è dare all’Italia le persone giusto al posto giusto», ha chiosato il candidato premier a Cinque Stelle. (agg. di Niccolò Magnani)
VELTRONI, “VERO AVVERSARIO È GENTILONI”
Qualche ora dopo le “ipotesi” lanciate dal leader M5s Luigi Di Maio su un possibile governo “largo” con il contratto siglato da Pd, Leu e Bonino, due dei leader più autorevoli del Partito Democratico rispondono “indirettamente”. Walter Veltroni durante l’incontro al Teatro Eliseo a Roma per la campagna verso le Elezioni ha rilanciato: «Berlusconi è e resterà il principale esponente del campo avverso», provando a mettere “ko” in un sol colpo tanto Salvini quanto Di Maio. «Dopo il voto se non ci sarà una maggioranza chiara, servirà fare una legge elettorale con un premio di maggioranza, e tornare alle urne. Cito me e Renzi: serve sapere chi vince le elezioni la sera del voto», sottolinea il fondatore e primo segretario del Pd. Gli fa eco il Presidente del Consiglio Gentiloni (che verso le 18 sarà ospite di Barbara D’Urso a Domenica live nella consueta strisce elettorale di Canale 5): «in 5 anni è stato dimostrato che il Pd è una sinistra di governo. Fidatevi questa volta il voto è davvero molto importante. In questa competizione così importante il Pd è la sinistra di governo. È scritto nell’atto di nascita del Pd. Il Pd è la fine tardiva di un percorso tradizioni e di diverse esperienze, ha l’obiettivo di governare il Paese e migliorarlo. Governare per migliorare il Paese», conclude il Premier. (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO, “GOVERNO COME IN GERMANIA”
Luigi Di Maio pensa in grande e per il prossimo governo si dice “certo” che Mattarella dovrà dare l’incarico al Movimento 5 Stelle, visto che sarà la prima lista nel Paese (previsione di Di Maio ovviamente, anche se i sondaggi pre-silenzio elettorale gli davano ragione). Non solo, «Un contratto alla tedesca. Se avremo l’incarico faremo come hanno fatto in Germania Cdu e Spd. Ci siederemo attorno a un tavolo con chi degli altri partiti vorrà starci, fisseremo dei punti e poi firmeremo un contratto», è l’idea che Luigi Di Maio ha maturato con il suo staff, secondo quanto riporta Ilario Lombardo sulla Stampa. Il “contratto” ora è la parola che Di Maio ha tirato in ballo anche negli ultimi giorni, con un’ipotesi clamorosa e forse ben poco realizzabile ma che prevederebbe una larga coalizione post-voto che escluda del tutto il centrodestra e vada a prendere accordi con il Pd, con LeU di Grasso e con il Partito +Europa di Emma Bonino. Insomma, una “nuova” Unione con formata sulla base solida e rigida dei grillini: utopia? «Il contratto così lo firmiamo e tutti siamo vincolati all’impegni presi. Perché non ci fidiamo degli altri partiti». La “Grosse Koalition” tedesca insegna e Di Maio vuole seguire le orme della Merkel: in che modo e come Renzi e Grasso partecipano davvero a questa “cosa” non sembra per nulla chiaro. Intanto le elezioni si avvicinano e il momento della verità è sempre più alla portata.. (agg. di Niccolò Magnani)
ELEZIONI 2018: CORTEI E SCONTRI… VERBALI
Cortei e manifestazioni, tensioni e disordini, scontri per lo più verbali: si è consumata così ieri una giornata particolarmente intensa dal punto di vista politico a pochi giorni dalle Elezioni 2018. Mentre l’allerta saliva e le città si “blindavano”, si consumavano i botta e risposta a distanza tra i contendenti, del resto domani si apre ufficialmente l’ultima settimana prima del voto. Un sabato di comizi, di dichiarazioni di intenti e di attacchi in un fuoco incrociato che non ha risparmiato nessuno. Da una parte c’è il Movimento 5 Stelle, che ha dovuto fare i conti con l’ennesimo caso. Dopo quello che ha visto suo malgrado protagonista Salvatore Caiata, indagato per riciclaggio e subito silurato dal candidato premier M5s Luigi Di Maio, è emerso quello di Antonio Tasso, il candidato nel collegio uninominale Manfredonia-Cerignola: condannato per aver venduto cd contraffatti e modificato Playstation, è in attesa di essere espulso dai pentastellati. Nel frattempo Luigi Di Maio si è dovuto difendere dall’attacco di Silvio Berlusconi, che nell’intervista rilasciata a “Fatti e misfatti” su Tgcom24 ha attaccato duramente il Movimento 5 Stelle: “La gente disgustata dalla politica ha guardato ai Cinquestelle pensando che non avrebbero rubato ma da quanto si vede dagli ultimi fatti ci hanno messo poco a imparare”, ha dichiarato il leader di Forza Italia. Dura la replica da Bari da parte di Di Maio, a margine di una tappa del Rally per l’Italia. “Caro Berlusconi, noi i bonifici li facciamo alle imprese italiane e ai cittadini italiani. Tu li hai fatti a Cosa nostra. È scritto tutto nelle sentenze”.
A sinistra invece hanno fatto discutere le dichiarazioni di Michele Emiliano: il governatore pugliese ha aperto ad un governo guidato dal Movimento 5 Stelle, invitando il Partito democratico a sostenerlo. Anche in questo caso, non si è fatta attendere la replica del candidato premier M5s Luigi Di Maio, che ha ribadito l’intenzione di non voler stringere alleanze, bensì di discutere di convergenze sui programmi. “È cambiato lo schema” rispetto al 2013, dice Di Maio. “Ma io di loro non mi fido e se ci saranno convergenze sarà su un contratto su un programma di lavori, con nessun scambio di poltrone. Il Pd pur di restare aggrappato a qualcosa dice che bisogna sostenere un governo nostro”.
Matteo Renzi si è tenuto distante da questi discorsi: ieri è stato protagonista di un abbraccio dietro il palco di Piazza del Popolo a Roma con il premier Paolo Gentiloni, in occasione della manifestazione promossa dall’Anpi. Nessun abbraccio invece tra Matteo Salvini e Roberto Maroni, del resto quest’ultimo ha disertato la manifestazione a Milano della Lega. In piazza Duomo ha parlato il leader del Carroccio che nel suo discorso ha citato Pier Paolo Pasolini (“Mi chiedo se questo antifascismo rabbioso sfogato nelle piazze non sia un’arma di distrazione delle classi dominanti per veicolare il dissenso”) e poi ha fatto un giuramento da premier sulla Costituzione e sul Vangelo. “Siete uno spettacolo, è una piazza di pace, di dialogo, di serenità e di futuro. La violenza non ci appartiene, la violenza non ha mai risolto nulla e il primo applauso lo voglio fare alle forze dell’ordine”.