INDEX, REGIONALI LOMBARDIA: FONTANA IN VANTAGGIO
Secondo i sondaggi prodotti da Index Research il giorno prima del silenzio elettorale (15 febbraio scorso, ndr) le Regionali in Lombardi avrebbero già un vincitore quasi certo: alle elezioni per la successione a Roberto Maroni, il candidato del Centrodestra Attilio Fontana è dato ancora in vantaggio, nonostante una campagna elettorale tra le meno “mediatiche” della storia recente. Negli ultimi giorni ovviamente non possiamo avere indicazioni maggiori visto il divieto di pubblicazione di nuove intenzioni di voto, ma l’impressione generale è che il gap iniziale della campagna tra Pd e Centrodestra si sia assottigliato a tre settimane dal voto, e dunque ipoteticamente anche proseguito in questi giorni decisivi prima del 4 marzo. I dati segnavano a livello numerico quanto segue: Fontana (Lega, FdI, FI, NcI) al 41,5%, Gori (Pd, Insieme) al 36,5%, Dario Violi (M5s) al 15,5% e Onofrio Rosati di LeU ad un basso 3%. Clicca qui per vedere i dati in tempo reale delle elezioni politiche e delle elezioni regionali
DEMOS, COSA SUCCEDE IN CASO DI STALLO?
Agli intervistati del sondaggio Demos-Demetra è stata posta la domanda, a due settimane dalle Elezioni, che un po’ tutte le segreterie dei partiti si stanno ponendo ormai da mesi, da quando cioè si è capito che con questa Legge Elettorale non ci sarebbe praticamente stato un Governo con maggioranza la mattina del 5 marzo. «Cosa fare in caso dii stallo?»: ebbene, i sondaggi di Demos hanno confermato che a quel punto, gli elettori italiani preferiscono un ritorno alle urne piuttosto che un governo tecnico o delle larghe intese come avviene ormai da decenni in Germania. Nel dettaglio dei numeri, il 53% ad oggi preferirebbe tornare subito al voto se Centrodestra, Centrosinistra o Movimento 5 Stelle non avessero i numeri idonei per trovare un governo stabile immediatamente. Solo il 20% invece vorrebbe un governo di Larghe Intese, presumibilmente tra Forza Italia e Partito Democratico, gli unici due che non hanno mai escluso del tutto la possibilità di un neo-patto Nazareno. Il 15% vorrebbe un governo tecnico e il 12% invece ancora non saprebbe rispondere sul destino e le sorti del governo della prossima legislatura.