“La nostra sovranità non ha niente a che fare con i muri e gli orticelli, ma si difende con una sola misura concreta: l’istituzione della prevalenza della Costituzione italiana sulle leggi comunitarie in contrasto, ricalcando quella che già oggi è la tendenza più consolidata della dottrina giuridica tedesca”. Le misure previste “nel nostro programma porteranno a un risparmio per le casse pubbliche”, ma più che all’equilibrio di bilancio, “la grande maggioranza degli interventi che farà il governo Salvini sarà incentrata sul destinare le risorse su obiettivi più concreti, a tutela del nostro interesse nazionale”. Come il piano di respingimenti umanitari, la cui finalità sarà “la difesa dei confini”.
Matteo Salvini, leader della Lega, rispondendo alle dieci domande del Sussidiario, spiega che vuole “un’Italia dove chi rispetta gli altri viene premiato, mentre chi pensa di poter trasgredire impunemente la legge ne paga sempre le conseguenze”. Quanto ai temi economici, spazio alla flat tax al 15% per far ripartire produttività e consumi: “Noi crediamo che una nazione non si salvi con i sussidi e le elemosine, ma con la dignità del lavoro”. Sui temi sociali, infine, oltre all’azzeramento della legge Fornero, “il nostro obiettivo nella sanità è esportare il modello di Lombardia e Veneto in tutta la penisola”, mentre per valorizzare il patrimonio culturale va data briglia sciolta alla “creatività dei territori” e sull’ambiente è necessario “rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”.
La rincorsa alle promesse facili riguarda tutti i partiti. A quanto ammontano gli impegni di spesa che il suo partito mette in campo e come pensa di coprirli?
Rispetto a quello che si spende oggi? Zero. Anzi, in molti casi le misure del nostro programma porteranno a un risparmio per le casse pubbliche. La grande maggioranza degli interventi che farà il governo Salvini non sarà tanto incentrata sugli equilibri di bilancio, quanto sul destinare le risorse su obiettivi più concreti, a tutela del nostro interesse nazionale. Ad esempio, il nostro piano di respingimenti umanitari, che prevede di intercettare le navi dei trafficanti in acque internazionali e procedere direttamente da lì alla prima indagine su chi ha diritto di asilo e chi no, coinvolgerà certamente le nostre forze armate, ma non comporterà alcuna spesa rispetto all’attuale missione nel Mediterraneo. A cambiare sarà la finalità dell’intervento: da servizio taxi a difesa dei confini. Quanto alle riforme più strutturali, dalla flat tax al 15% all’azzeramento della riforma Fornero, nel nostro programma sono tutte dettagliatamente corredate anche dalle coperture di bilancio.
Ritiene che i provvedimenti che hanno avuto effetti positivi sull’economia reale vadano comunque mantenuti? Quali sono, secondo lei, gli effetti del Jobs Act e di Industria 4.0?
Il Jobs Act ha una doppia anima: da una parte ha dato un immediato incentivo agli imprenditori per assumere, ma allo stesso tempo ha esasperato il precariato, che rimane il motivo fondante di molti nostri problemi, calo demografico in primis. Bisogna riequilibrare le due istanze, superando la schizofrenia della sinistra che in pochi anni è passata dagli scioperi generali in difesa dell’articolo 18 alla sua completa rottamazione, insieme a molte altre misure meno note che contribuivano a garantire la dignità della persona sul posto di lavoro. Sull’industria il risultato delle politiche del governo è ancora più agghiacciante: basti pensare al pasticcio Fincantieri, alla crisi Ilva, all’Alitalia e ai molti altri asset strategici del nostro Paese che non hanno avuto la necessaria tutela, con conseguenze in termini di occupazione e produttività che rischiano di ripercuotersi per molti anni ancora.
Un tema rilevante riguarda l’Europa: ha senso dichiararsi sovranisti senza se e senza ma, oppure difensori altrettanto acritici di un assetto “guidato” da Germania e Francia? Come rimettere in primo piano gli interessi dell’Italia?
Nel nostro programma di centrodestra c’è una misura concreta che potrebbe permettere, da domani mattina, di rimettere in sesto la nostra spina dorsale giuridica, politica ed economica nei confronti dell’Unione europea e dei suoi azionisti più rilevanti. Mi riferisco all’istituzione della prevalenza della Costituzione italiana sulle leggi comunitarie in contrasto, ricalcando quella che già oggi è la tendenza più consolidata della dottrina giuridica tedesca. Si parte da qui per riaffermare una sovranità che non ha niente a che fare con i muri e gli orticelli, ma che darà il via a un profondo rinnovamento della zona euro sulla base delle esigenze dei popoli e della democrazia, non più del mercato e della finanza.
L’immigrazione: quali proposte credibili per una politica di controllo che possa mettere insieme accoglienza e interventi realmente efficaci contro i casi di delinquenza, a cominciare dall’occupazione sistematica dei treni dei pendolari al Nord?
Sono contento della domanda, perché oggi centinaia di migliaia di funzionari delle ferrovie si svegliano al mattino con la consapevolezza che dovranno svolgere, oltre al loro normale lavoro, anche il ruolo di garanti delle regole e in molti casi della sicurezza dei passeggeri. Io voglio un’Italia dove chi rispetta gli altri viene premiato, mentre chi pensa di poter trasgredire impunemente la legge ne paga sempre le conseguenze. Non esistono fronti minori in questa battaglia. Per i treni le misure urgenti sono due: la prima puntuale, con la completa equiparazione legale del controllore a ufficiale di polizia giudiziaria; la seconda di sistema, incrementando i fondi per le forze dell’ordine, così che possano tornare a stare accanto al cittadino.
Quali sono le ricette del suo partito per lavoro, crescita e lotta alla povertà, al di là dei sussidi a carico dello Stato previsti da tutte le forze politiche?
Noi crediamo che una nazione non si salvi con i sussidi, le elemosine, i redditi di cittadinanza, ma solo ed esclusivamente con il lavoro. E’ per far ripartire il motore della nostra vita che vogliamo rivoluzionare il sistema fiscale con un aliquota unica al 15% sul reddito. L’effetto immediato di questa misura, simile a quella che sta applicando Trump in America, sarà la ripresa della produzione e dei consumi, che si tradurrà nella creazione di nuovi posti di lavoro reali e duraturi. A ciò si affiancheranno altre leggi di tutela della dignità del lavoro, come il divieto ai contratti dove il lavoratore viene pagato 3 euro all’ora; una nuova disciplina per le agenzie interinali, a cui si devono impedire certi abusi oggi troppo tollerati; l’azzeramento degli studi di settore e degli altri strumenti di tortura fiscale per i professionisti. Mi fermo a questi esempi, altrimenti servirebbe un’intervista solo su questo tema per elencare tutto quello a cui stiamo lavorando.
Nessuno parla di sanità: ritiene che il servizio ai cittadini sia adeguato, che sia migliorabile a partire dalle liste d’attesa e che le differenze qualitative tra Nord e Sud possano essere ridotte o annullate?
La nostra sfida sulla sanità è riuscire a esportare il modello organizzativo vincente ed efficiente di Lombardia e Veneto a tutta la penisola. Per farlo occorre rifondare l’intero sistema sulla base di queste parole: responsabilità, professionalità e maggiore autonomia. Responsabilità degli amministratori locali, che dovranno razionalizzare le spese secondo il criterio dei costi standard: una stessa siringa non può costare dieci nel Lazio e due in Lombardia. Professionalità dei lavoratori della sanità, a cui il nostro governo riconoscerà molta più voce in capitolo di quanto non si faccia oggi. Maggiore autonomia alle Regioni nel determinare l’organizzazione strategica dei presidi sul territorio, agevolando con fondi nazionali aggiuntivi quelle che andranno nella direzione di tutelare i centri urbani più piccoli e quelle che si specializzeranno nelle cure delle malattie croniche, che purtroppo interessano la maggior parte dell’utenza che frequenta gli ospedali.
Quali proposte e soluzioni per gli anziani, visto che il nostro Paese sta invecchiando?
La priorità assoluta è di restituire loro la pensione che la riforma Fornero gli ha tolto. Dopo quarant’anni di lavoro, potersi dedicare ai nipoti e alla propria serenità, deve tornare a essere un sacrosanto diritto. Dopodiché la nostra società si sta purtroppo ghettizzando non solo sulla base delle appartenenze nazionali o religiose, ma anche su base anagrafica. Noi invece vogliamo fare in modo che le generazioni tornino a parlare tra loro, a collaborare, a migliorare insieme i territori: la nostra proposta di servizio civile obbligatorio per i diciottenni servirà anche a progetti di questo tipo.
Valorizzare il patrimonio culturale italiano a favore dei giovani e dell’occupazione: cosa propone il suo partito?
Noi crediamo che la cultura debba essere liberata dai troppi sepolcri imbiancati che in Italia pretendono di averne il monopolio. Vogliamo dimostrare che la creatività dei diversi popoli costituenti l’Italia non è uno stereotipo, ma il frutto della millenaria frequentazione con il nostro patrimonio culturale, frutto inestricabile del connubio tra natura e arte. Liberare energie nuove, togliere ostacoli burocratici, favorire le sperimentazioni sono i fattori che determinano il successo in tutti i campi, cultura compresa. La creatività va difesa, i beni culturali, che ne sono il motore, vanno difesi come asset strategico di tutta la comunità.
L’Italia ha sottoscritto nel 2015 l’Agenda 2030 dell’Onu e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile: come intende raggiungere questi obiettivi? Che misure intende adottare per il clima?
Uomo e ambiente sono due facce della stessa medaglia, chi non rispetta l’ambiente non rispetta se stesso. Certo, alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 appaiono purtroppo al limite dell’utopia, anche se credo che la chiave per uno sviluppo sostenibile globale risieda nel diciassettesimo e ultimo dei punti citati dal documento: rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Noi al governo faremo la nostra parte, rimetteremo ordine al sistema di raccolta e riciclo dei rifiuti, abbattendo del 50% il costo della relativa tassa sulle famiglie, ci occuperemo con priorità del rischio idrogeologico e della prevenzione antisismica in un Paese che in questi anni ha conosciuto troppe tragedie, troppo spesso evitabili se ci fosse stata un’adeguata cura del territorio.
Nel caso di un risultato elettorale che non assicuri la governabilità, come pensate di muovervi? Quali alleanze si sente di escludere in ogni caso?
Noi ci siamo impegnati in una coalizione di centrodestra dove saranno gli italiani a decidere chi mandare a Palazzo Chigi con il loro voto, scegliendo tra il sottoscritto, Giorgia Meloni o un una figura indicata da Forza Italia, visto che Berlusconi al momento non è eleggibile. Questo sarà il nostro vincolo di mandato con gli elettori e non lo tradiremo.