Tra liste di ministri e ultime “promesse” elettorali, si rischia di dimenticare che tra soli tre giorni si dovrà votare alle Elezioni per rinnovare Parlamento e “indicare” (utilizzando l’unico strumento possibile, il voto) eventuale forza di governo cui affidare il Paese nei prossimi 5 anni. Occhio però a non compiere gli errori che tra nuove e vecchie regole sulle modalità di voto potrebbero portarvi all’errore e all’annullamento della doppia (tripla se vi trovate in Lazio o Lombardia) scheda elettorale. Occhio al voto disgiunto, per le Politiche in Camera e Senato non è possibile eseguirlo: non si può dunque mettere croce sul candidato nell’uninominale con coalizione/partito diverso dal partito scelto. Portare sempre tessera elettorale e documento d’identità con foto valido, e sopratutto ricordarsi che questa volta il voto sarà solo su un giorno e non più spalmato sul weekend (è la prima volta che succede da 16 anni a questa parte). Occhio poi alla vera novità di queste Elezioni: il cosiddetto tagliando anti-frode, un’appendice che viene immessa sulla scheda elettorale dal presidente di Commissione prima di entrare alle urne. «Non staccate il tagliando: viene rimosso dall’addetto dopo aver controllato che il numero stampato corrisponda a quello annotato sul registro prima di consegnarvi le schede. A quel punto questa persona stacca il tagliando, che viene conservato. Il presidente di seggio, infine, inserisce nell’urna la scheda», riporta l’Ansa. Ergo, non inserire autonomamente la scheda nell’urna ma attende l’indicazione del presidente di seggio. Clicca qui per tutte le info sul come si vota alle Elezioni 2018



MINISTRO M5S ALLO SPORT: “UN VERO ONORE”

«Scusate un pizzico di emozione – ha detto Domenico Fioravanti, commentando la notizia nel suo “incarico” da Ministro dello Sport – non capita tutti i giorni di ricevere così tanto affetto. Sarà un grande onore e un privilegio ricoprire questa carica, ma al tempo stesso una grande responsabilità. Mi reputo un uomo di sport ma al servizio dello Sport». Jolly giocato a tre giorni dal voto da Di Maio che domani presenterà la lista dei ministri completa. «Ho vissuto sulla mia pelle il bello e il brutto dello sport, mi ha insegnato a non mollare mai, mi ha insegnato che è normale perdere e anche questo bisogna spiegarlo ai giovani. Tutti noi ci siamo ritrovati a rialzarci dopo una sconfitta», ha spiegato ancora Fioravanti durante la presentazione del programma M5s sullo sport. «Semmai sarò davvero ministro non sarò solo presente al taglio dei nastri, ma lo sarò in prima persona nelle palestre, nelle piscine e negli impianti sportivi per mostrare che non siamo solo figurine ma vicini ai piccoli e ai giovani che rappresentano il motore del futuro», conclude il quinto “proto-ministro” del presunto Governo Di Maio. Commento lapidario e positivo del Presidente Coni, Giovanni Malagò: «Non posso che essere contento, se di sport si occupa un uomo di sport è sicuramente una bella cosa». 



FIORAVANTI ANNUNCIATO MINISTRO DELLO SPORT

È uscito un nuovo nome della lista M5s dei ministri del presunto Governo Di Maio: si tratta di Domenico Fioravanti allo Sport, dunque non Zeman e non Guido Bagatta. L’ex campione di nuoto e olimpionico ha accettato la proposta grillina, come ha confermato e annunciato Alessandro Di Battista nel corso dell’evento «Sport e legalità» per presentare il programma dello sport del M5s: «È un grande privilegio, qualora ci fosse il governo 5 Stelle ricoprire questa carica, e nel tempo stesso è una grande responsabilità. Sono un uomo dello sport al servizio dello sport», ha detto Fioravanti confermando l’incarico arrivato da Di Maio e Di Battista. Ieri sera a DiMartedì, il giovane leader M5s ha presentato gli altri tre ministri (che assieme al generale Costa e a Fioravanti sono i primi 5 nomi sicuri della lista, ndr) con in particolare il professore di diritto Giuseppe Conte che ha subito ammesso, «Il mio cuore è tradizionalmente battuto a sinistra. Il mio primo contatto con il Movimento risale a quattro anni fa». Sarebbe il ministro della Pubblica Amministrazione con Di Maio premier: se questo poi avverrà si potrà saperlo solo dopo il 4 marzo, quello che è certo è l’assoluta centralità in queste ore della famosa “lista”, con tutti i partiti che pro/contro si schierano sull’insolita e irrituale scelta di Di Maio.



“CHI VOTA BERLUSCONI HA PAURA DI NOI”

Luigi Di Maio e la sua lista di ministri è sulla bocca di tutti a pochi giorni dalle Elezioni: questa mattina, dopo le feroci critiche fatte da Berlusconi a Uno Mattina su Rai1, il giovane leader del Movimento 5 Stelle ha provato a ribattere. «Chi pensa di votare Berlusconi ha paura che vinca il Movimento e che gli faccia saltare un po’ di privilegi che hanno avuto in questi anni e del potere che hanno gestito», spiega il candidato premier M5s a Rtl 102.5 in diretta. Solo qualche ora prima il leader di Forza Italia aveva spiegato ancora una volta tutta la sua contrarierà alla candidatura del M5s alla guida del Paese: «la lista dei ministri è comica. Ha presentato dei professorini di serie C, sono quasi tutti più giovani di lui o giovani come lui», ironizzava Silvio Berlusconi. Gentiloni li ha chiamati “ministri ombra” quelli nominati ieri in diretta tv e quelli che chiuderanno la lista domani con una presentazione probabilmente su Facebook: Di Maio però non ci sta e replica, «Non è un governo ombra come dice Gentiloni, è un governo alla luce del sole». La controreplica di Berlusconi arriva poi a Rai News24, intervistato dal direttore Antonio Di Bella: «Avevamo paura del MoVimento Cinque Stelle, ecco perché ho sentito il dovere di scendere in campo per evitare che loro raggiungessero una maggioranza. Ora questo è superato, Di Maio presenta una squadra di sconosciuti, non sono delle eccellenze, ha presentato un governo dell’irrealtà».

SALVINI, “CRITICHE CEI NON MI SFIORANO”

Luigi Di Maio e Matteo Salvini, due volti della medaglia simile dell’estremismo populista verso le Elezioni 2018; o se preferite, dell’irritualità fatta a partito (ops, movimento). C’è chi invia via mail la lista dei Ministri “ombra” (qualche birbone li ha già ridefiniti “avatar”) e c’è chi invece si presenta in piazza Duomo e fa un discorso con Vangelo e Rosario in mano (e non è un vescovo, ndr). Una campagna elettorale che va verso la conclusione e che purtroppo non ha visto propriamente i programmi davanti a tutto, le ricette per i problemi del Paese, ma le critiche, le polemiche, le “fake news” (e il conseguente martellamento mediatico contro le fake news, forse ancora peggio). In tutto questo, le uscite di Salvini e Di Maio hanno certamente ravvivato una campagna onestamente brutta: qui sotto trovate la prima parte della squadra del M5s al Governo (senza ancora aver avuto l’incarico, che fenomeni!), mentre questa mattina nella consueta intervista a Radio Capital con Massimo Giannini è stato Matteo Salvini (qui la nostra intervista esclusiva sulle pagine del Sussidiario, ndr) a mettere un po’ di pepe nell’ultimo mercoledì prima delle Elezioni.

«Non mi sento minimamente sfiorato» dalle critiche ricevute dalla Cei tramite il segretario Nunzio Galantino dopo aver giurato in Piazza con Rosario e Vangelo; «Ci sono in Italia tante persone, cattolici e non, che fanno volontariato ma chiedono regole e limiti, e di accogliere un numero sufficiente di migranti per poterli aiutare davvero». Galantino gli aveva dato dello “sciacallo” indirettamente, e Salvini replica «Sciacallaggio politico? Con Renzi, Boldrini, Bonino che fanno comizi in chiesa? Mi spiace se qualcuno si è offeso ma ho fatto un gesto col cuore. Poi, se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro – ironizza ancora il leader della Lega – io però vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa». 

DIARIO CAMPAGNA ELETTORALE: LISTA DI MAIO E SONDAGGI VIETATI

Un martedì strano quello passato: la campagna verso le Elezioni non ha subito grossi scossoni, se si eccettua la lista dei ministri inviata da Di Maio al Quirinale. Un inedito per la Repubblica italiana (e anche per la Costituzione, ndr) che ha agitato una giornata di relativa tranquillità a pochissimi giorni dal voto. Diciamo che il maltempo di Buran ha tenuto ancora “anestetizzati” i partiti pronti al rush finale per provare a convincere gli indecisi di tutta Italia. Bagatta allo sport, ma si è autoritirato prima ancora del voto; Fieramonti (professore a Pretoria) al MISE; generale Costa all’Ambiente; Pasquale Tridico, economista di Roma Tre, per il ministero del Welfare; di Alessandra Pesce per quello dell’Agricoltura (è stata a lungo dirigente in quegli stessi uffici); e infine Giuseppe Conte per il ministero della deburocratizzazione e la meritocrazia. Domani ci sarà la lista completa di Di Maio, che intanto prende già gli attacchi di tutti gli altri partiti, «non ha nessun senso la lista di ministri ombra a pochi giorni dalle Elezioni», sentenziava ieri Gentiloni.

Sul fronte centrodestra, è ancora la febbre per la leadership a tenere calda l’alleanza a quattro; Berlusconi rilancia su Tajani (che però nicchia e dice di voler rimanere al Parlamento Ue), mentre la Meloni lancia gli ultimi punti del suo “personale” programma in Fratelli d’Italia. E Salvini? Una interessante lettera di una mamma milanese di due bimbi adottati africani è il massimo della “presenza” di ieri a livello mediatico di chi soli tre giorni fa giurava sul Vangelo e il Rosario in piazza Duomo. Intanto, senza che nessuno abbia le prove reali (visto che i sondaggi nuovi sono vietati), pare che realmente non vi siano partiti o coalizioni vicini al 40%: forse anche per questo la giornata di ieri ha visto un “low profile” di tutti i partiti che probabilmente dovevano provare una sorta di “strategia” di rilancio per gli ultimi giorni pre-Elezioni. Sbagliamo?