Bentornati agli anni 70, quando il clima era quello di una guerra civile e i morti (veri) tanti. Opera delle Brigate Rosse, degli extraparlamentari di sinistra e di destra. La foto del segretario del Pd Matteo Renzi, gli occhi chiusi, la bocca aperta, deposto in una bara fa bella mostra di sé su manifestini preparati come benvenuto per l’arrivo domani dell’ex capo del governo a Pomigliano, ed è opera del comitato di lotta licenziati e cassintegrati Fiat e del collettivo 48 Ohm, gente di sinistra, quella vera, marxista e leninista. Duecento manifesti con tanto di necrologio messi in giro per la città campana dove si trova lo stabilimento Fiat.
Loro, gli autori, dicono di aver fatto una “provocazione satirica”, spiega Mimmo Mignano al quotidiano Il Mattino, un operaio della Fiat a casa con lo stipendio pagato ma l’accesso vietato in fabbrica: «Renzi – spiega Mignano – grazie al jobs act e a tante altre schifezze politiche è il responsabile insieme al suo partito della condizione mortale in cui ora si trovano gli operai italiani, morti suicidi o per i tanti incidenti sul lavoro». In realtà la visita a Pomigliano di Renzi non è ancora confermata, dovesse andarci è facile immaginare cosa succederà. E’ un collegio importante: è quello dove è candidato il leader dei cinque stelle Di Maio. Qualcuno spieghi a questi “operai” che la morte non si augura neanche al peggior nemico. Qualche idiota con la pistola potrebbe anche saltare fuori dalle fila dei manifestanti. E’ già successo.