Alla vigilia della direzione del Pd, il presidente dem Matteo Orfini smentisce le voci su una presunta alleanza con il Movimento 5 Stelle. «Io sono dell’idea che quando si perde si sta all’opposizione, poi useremo il peso che abbiamo in Parlamento per far passare i singoli provvedimenti. Ma l’accordo con i Cinquestelle non esiste in natura», ha dichiarato da Lucia Annunziata a 1/2h in più su Rai3. Orfini ha poi dettato l’agenda della crisi Pd: «Il successore di Renzi dovrebbe essere scelto ovviamente con un accordo il più largo possibile e possibilmente unitario, come avvenne per Franceschini e Epifani dopo Veltroni e Bersani. E poi ci porterà a un congresso vero con le primarie». Intanto sono già molti i candidati, per ora non ufficiali, per la successione alla guida del Pd. Ci dovrebbe essere Michele Emiliano, ma si fanno anche i nomi di Graziano Delrio, Nicola Zingaretti, e Carlo Calenda. Non si escludono altri big come Dario Franceschini e Andrea Orlando. (agg. di Silvana Palazzo)
“IL GOVERNO C’È GIÀ: LEGA E DI MAIO HANNO SEMPRE VOTATO INSIEME”
Secondo Matteo Orfini e anche la maggioranza Pd – almeno fino alla resa dei conti di domani in Direzione – il governo per la prossima Legislatura c’è già: «M5s e Lega hanno votato quasi sempre insieme nella scorsa legislatura. Unioni civili, ius soli, dimissioni in bianco e reddito di inclusione non l’hanno votato né Lega né M5s: ci sono cinque anni, ahimé di storia sovrapponibile. E Lega e M5S sono sovrapponibili più di qualunque altra forza che sia stata in Parlamento e che si sia candidata alle elezioni». Di Maio e Salvini al Governo insieme per ora resta solo un’ipotesi, secondo i diretti interessati che non hanno ben chiarito le carte fino a questo momento. Orfini prova così ad allontanare i riflettori dal Pd in un questa delicata fase post-voto (e forse anche post-Renzi) ributtando su partiti vincitori l’onere di dover formare un governo, anche senza i voti decisivi dei dem. Ma se Di Maio e Lega non trovassero l’accordo di governo, chiede Annunziata a In 1/2 ora, per Orfini sarà Mattarella a dover prendere una decisione in merito: «per un governo del “tutti dentro” non mi sembra ci sia la disponibilità delle principali forze. Non dettiamo la linea al presidente della Repubblica, siamo rispettosi del ruolo di tutti, ma abbiamo un mandato dei nostri elettori che avremo il dovere di rispettare».
“CAMERA A LEGA E M5S, È GIUSTO”
In questo momento di Renzi dimissionario, nel Pd la massima carica è quella del Presidente, Matteo Orfini, oggi ospite a In 1/2 ora su Rai3 con Lucia Annunziata. «Considero il tentativo di obbligare il Pd a fare la scelta contronatura di appoggiare un un governo M5S una sorta di stalking: qualora decidessimo di sostenere un governo M5S sarebbe la fine del Partito democratico». Si dice certo il presidente dem a pochi giorni dalla debacle elettorale del Pd con Renzi dimissionario (con polemiche) la sera dei risultati: Orfini commenta poi la possibilità di un governo con tutte le forze politiche nell’esecutivo, ma «E’ uno scenario molto diverso da quello che abbiamo detto: con tutte le forze principali coinvolte… ma non mi sembra ci sia la disponibilità di tutte le forze principali». Il concetto chiaro è che la linea non deve essere dettata dal Pd, spiega ancora Orfini, dato che gli elettori lo hanno relegato all’opposizione per i prossimi 5 mesi. Niente governo Pd, ma non vuol dire che «ce ne laviamo le mani: non si farà l’opposizione come l’ha fatta M5S dicendo no assolutamente a tutto. Però, staremo all’opposizione. Ovviamente, useremo il peso che abbiamo in Parlamento per far passare i singoli provvedimenti che riteniamo giusti».
“RENZI NON ANDRÀ AL QUIRINALE”
Orfini reputa giusto che le Camere come presidenze vengano spartite tra i due partiti vincitori, anche se poi non nega del tutto la possibilità di qualche accordo su punti programmatici che potrebbero arrivare durante le consultazioni al Quirinale. Il presidente Pd ha poi aggiornato sullo stato di crisi del suo partito, annunciando che il prossimo 5 aprile si terrà l’Assemblea dem, «compatibilmente con le consultazioni del Quirinale. Meglio elezione segretario in assemblea o primarie? Penso che convocare le primarie fra tre mesi non sia la soluzione migliore», avanza Orfini, di certo non facendo esultare di gioia lo stesso Renzi che sulle primarie ha sempre puntato e molto per il rilancio Pd dopo le varie crisi passate. Il “giovane turco” ha poi confermato che le dimissioni di Renzi sono effettive e da statuto, e per questo non si presenterà al Colle per le consultazioni (seguiranno le consultazioni i 2 capigruppo, il vicesegretario e il presidente del partito), «e domani è difficile che ci sarà alla Direzione». Chiude poi davanti alla Annunziata spiegando che «la divisione tra renzismo e anti-renzismo non ha molto senso. Renzi era il segretario del nostro partito perché così scelsero i nostri iscritti ed elettori e quindi era giusto sostenere e dare una mano a Renzi. Io non penso che oggi ce la possiamo cavare dando tutte le responsabilità a Renzi. Perché chi ha presieduto il partito ha le sue responsabilità. Chi ha fatto il ministro o ha governato il Paese, prima, durante e dopo, ha il suo pezzo di responsabilità».