Il cardinale Angelo Bassetti auspica un governo «totalmente al servizio della gente» e Luigi Di Maio raccoglie indirettamente le sue parole. Nel suo post sul blog ha citato infatti Alcide De Gasperi: «Politica vuol dire realizzare». Il Movimento 5 Stelle e il mondo cattolico si confrontano a distanza nel dopo-voto: secondo Emilio Carelli quel posto evidenzia «i punti di incontro fra lo spirito del nostro programma per migliorare la qualità della vita degli italiani e quello della dottrina sociale della Chiesa». Intanto il M5s lavora in prospettiva: l’idea che serpeggia è quella di un doppio forno, di staccare i destini della presidenza delle Camere da un eventuale convergenza di governo. Da domani comunque la diplomazia pentastellata, secondo il Corriere della Sera, tornerà a tessere le fila. Proprio Carelli è centrale: le sue chance di approdare alla presidenza della Camera dopo le parole di Matteo Salvini sono in rialzo, anche se il Movimento 5 Stelle ha diverse opzioni sul tavolo. Niente è scontato e un ruolo potrebbe giocarlo anche la politica internazionale. (agg. di Silvana Palazzo)



SALVINI: “IO PREMIER, ALTRIMENTI NUOVE ELEZIONI”

Matteo Salvini era stato chiarissimo ancora questa mattina su di un eventuale accordo di governo con M5s (o con anche Pd), confermando l’assoluta intenzione di presentarsi al governo con il Centrodestra senza altri “governicchi”: «presidenti della 2 Camere vanno eletti da chi ha vinto le elezioni, noi e i grillini», spiega il leader leghista. Ha poi anche precisato che se con Di Maio o con il Pd al momento non ci sono accordi per nulla, il suo “paletto” per non tornare alle Elezioni è molto chiaro: «io sarò premier, anche se non smanio, ma se così non dovesse essere allora si torni subito alle Elezioni». Ha poi continuato la sfida a distanza con gli organi generali dell’Unione Europea, come Mario Draghi: «Mi viene in mente Draghi, quando dice che l’euro è irreversibile. Conoscete qualcosa di irreversibile? Io penso che nulla è irreversibile, specialmente in economia», attacca il vincitore della coalizione di Centrodestra, che presenta anche i punti chiave della prossima Manovra. «Il mio impegno è di andare al governo per rispettare gli impegni con gli elettori.  Se le norme europee ci consentono di stare meglio, le rispettiamo. Altrimenti questi vincoli europei valgono meno di zero: prima vengono gli italiani». 



EMILIANO PREOCCUPATO: “SI RISCHIA DERIVA AUTORITARIA”

Matteo Salvini e Luigi Di Maio, patto per il Governo? Questo scenario preoccupa Michele Emiliano, che negli ultimi giorni aveva aperto all’eventualità di un’intesa tra il M5s e il Pd. Nelle ultime ore però ha cominciato a prender corpo la possibilità di una convergenza tra i due vincitori delle Elezioni Politiche 2018. Uno scenario che spaventa il governatore pugliese. «Quando i partiti democratici abbandonano il campo, c’è il rischio di una deriva autoritaria», ha dichiarato il presidente della Regione Puglia ai microfoni di Giovanni Meloni su La7. «Se si salvano Salvini e Di Maio e trovano l’accordo, c’è il rischio di una forma di autoritarismo. C’è una maggioranza che può cambiare la Costituzione, bisogna stare attenti», ha aggiunto Emiliano, mettendo in guardia anche sull’elezione dei presidenti delle Camere. Un’eventuale alleanza tra Salvini e Di Maio sul presidente del Senato e della Camera «è un guaio, perché abbiamo l’ordine del lavoro delle Camere e poi la seconda carica dello Stato». E non a caso è tornato a esprimere l’auspicio di un’intesa tra governo 5 stelle e Pd: «Lo dico chiaro: penso che la presidenza alla Camera per il Pd sarebbe opportuna, può essere rivendicata». (agg. di Silvana Palazzo)



LEGA, “PRESIDENZE CAMERE AI 2 VINCITORI”. M5S METTE I ‘PALETTI’

Il leader della Lega, intervenendo oggi a Milano in una scuola di formazione politica, ha confermato di voler ricevere il mandato da premier – come Di Maio del resto – e di voler rispettare l’esito delle Elezioni affidando ai due vincitori (quindi Lega e Movimento 5 Stelle) le Presidenze di Camera e Senato nel prossimo Parlamento. «Farò tutto quello che è umanamente possibile per rispettare il mandato che gli italiani ci hanno dato, ovvero di andare a fare il presidente del Consiglio, ma senza scendere a patti e rinnegare la nostra Bibbia che è il programma», spiega ancora un Salvini intenzionato a non mettere in piedi “governassimi” ma proseguire sulla linea del voto. Il problema è che proprio quel dato conferma che non vi è maggioranza con i partiti che dovranno per forza, per evitare nuove elezioni, trovare un accordo: «Io non sto smaniando: non mi alzo la mattina o vado a letto la sera dicendo “o faccio il presidente del consiglio o sono un uomo finito”. No, io sono a servizio. Se si realizza il programma, bene. Se bisogna inventarsi pateracchi o minestroni, non sono assolutamente a disposizione», spiega ancora Salvini mentre il Movimento 5 Stelle mette anche i suoi “paletti” sulla formazione del Governo. «Sul Def abbiamo già le idee chiare e una proposta che renderemo nota nei prossimi giorni. Ci saranno i nostri punti programmatici per il paese. Su questa proposta vogliamo discutere in maniera trasparente e vedere chi ci sta», spiega Di Maio a riguardo del documento economico da presentare in teoria entro il 10 aprile in Parlamento. 

I “PONTIERI” DI MATTARELLA

Mentre proseguono le “diatribe” e i calcoli su possibili accordi tra M5s e Lega di Salvini, il giorno dopo arriva la risposta di Luigi Di Maio alle parole dette ieri dal presidente Cei Gualtiero Bassetti in un appello volto alla politica, e ai vincitori delle Elezioni, dove veniva richiamo un servizio nobile del bene comune per «il servizio alla gente». «Faremo tutto il possibile per rispettare il mandato che ci hanno affidato. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano coscienza delle aspettative degli italiani: abbiamo bisogno di un governo al servizio della gente», scrive in un post sul Blog e su Facebook. Per il giovane leader del Movimento 5 Stelle l’impegno preso dopo la vittoria alle Elezioni è volto a non conservare le poltrone ma rispondere ai bisogni dei cittadini da 30 anni a questa parte: «Abbiamo messo al primo posto la qualità della vita dei cittadini che vuol dire eliminazione della povertà (con la misura del reddito di cittadinanza che è presente in tutta europa tranne che in Italia e in Grecia), una manovra fiscale shock per creare lavoro, perchè le tasse alle imprese sono le più alte del continente, e finalmente un welfare alle famiglie ricalcando il modello applicato dalla Francia, che non a caso è la nazione europea dove si fanno più figli», scrive ancora Di Maio, prima di concludere il post sulle necessario riforme legislative, «La nostra attenzione sarà massima anche su altri fronti come quello della lotta alla corruzione, dell’eliminazione della burocrazia inutile con 400 leggi da abolire, del rispetto dell’ambiente».

L’APPELLO DI BASSETTI

Ieri il presidente dei vescovi italiani, Gualtiero Bassetti, aveva chiesto ufficialmente al “prossimo governo”, di qualsiasi colore esso sia, «di essere totalmente al servizio della gente e di ascoltarla. Chiedo di attuare quello che noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti. Sia un governo di gente retta che pensa ai poveri», ha spiegato l’arcivescovo durante la presentazione del volume di padre Enzo Fortunato “Francesco il ribelle”. Ed è proprio sul fronte governo e alleanze che proseguono le fitte corrispondenze dei “pontieri” dei vari partiti, da Pd a Lega passando per Berlusconi e ovviamente il Movimento 5 Stelle. Nelle ultime ore cresce l’ipotesi di un patto “populista” tra Di Maio e Salvini, con quest’ultimo che avrebbe chiesto – secondo il giornalista parlamentare Paolo Emilio Russo – un incontro con tutti i responsabili dei partiti prima delle consultazioni al Quirinale. E dunque un vertice Di Maio-Salvini potrebbe essere in programma a breve per cercare di capire se si può fare a meno dei voti del Pd de-Renzizzato e convergere su un fronte unico “populista”. I “pontieri” amici di Mattarella ed ex Dc, Giorgio Trizzino, eletto alla Camera, e Steni Di Piazza, eletto al Senato, potrebbero essere l’ottima unione con i reparti più istituzionali della Lega verso un possibile e clamoroso patto: lo sostiene il Messaggero e i prossimi giorni ci diranno se siano solo rumors o qualcosa di più.