IPSOS: DI MAIO-RENZI-SALVINI, LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE

I sondaggi di Ipsos hanno provato a fare chiarezza sulle intenzioni degli italiani sui tre principali leader politici del presente e futuro di questo Paese anche nella prossima legislatura. Uno sconfitto, Renzi, gli altri due netti vincitori – Di Maio e Salvini -, tutti e tre al momento però senza un vero governo dato che la maggioranza non si trova: bene, ma gli elettori di loro cosa ne pensano sotto i vari profili a 360 gradi di qualità politiche, personali e di aggregazione? Secondo il 35% degli elettori, Di Maio è certamente il più onesto (18% Salvini, 13% Renzi), mentre per il 29% Di Maio ispira più fiducia di Salvini (17%) e Renzi (12%). Sotto il profilo delle leadership che divide ma non unisce, il leader della Lega sembra imbattibile (49% contro il 44% di Renzi e il 25% di Di Maio), mentre per la competenza la partita è pari (23% Di Maio, 20% Pd, 17% Lega); Di Maio viene ritenuto anche più bravo nella capacità di governare (anche se non l’ha ancora fatto, come del resto Salvini) mentre sul fronte estremismo è Salvini a raccogliere il massimo delle critiche (75% contro le briciole degli avversari). Per capire la sconfitta di Renzi alle elezioni, il sondaggio di Ipsos fa capire tutto con una domanda: «chi è il più distante dalla gente?»: ebbene, per l’ex segretario Pd il 39% di elettori lo indica come il meno vicino alla gente, seguito da Salvini (18%) e Luigi Di Maio (15%).



PIEPOLI, CHI HA VOTATO LA LEGA?

Nei sondaggi prodotti da Piepoli dopo il voto del 4 marzo, si è provato ad analizzare le varie provenienze dei voti per i singoli partiti, specie quelli che si sono imposti come vincitori alle ultime Elezioni e i dati curiosi balzano subito all’occhio. Per la Lega di Matteo Salvini, una buona fetta di voti “nuovi” arrivavano dagli ex berlusconiani, ma soprattutto (il 42%) ha dichiarato ai sondaggisti di non aver votato alle scorse Europee 2014, l’ultimo dato disponibile per una comparazione con queste Elezioni. Insomma, Salvini è riuscito a convincere una buona fetta di elettorato tradizionalmente di Forza Italia e soprattutto moltissimi astensionisti che finora non avevano dato il proprio voto nelle ultime tornate elettorali: i sondaggi mostrano che la provenienza dei voti della Lega ha un 20% da Berlusconi, un 16% dalla vecchia Lega Nord di Maroni e Bossi, un 8% dal Pd renziano, un 6% dal Movimento 5 Stelle e un 7% da altri partiti minori.

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