A dover pagare un risarcimento per danno d’immagine per l’Italia potrebbe essere non solo Silvio Berlusconi, ma anche Sergio De Gregorio, il destinatario dei 3 milioni di euro – finiti sul conto del suo Movimento Italiani nel Mondo – tra gli artefici nel 2007 della caduta del governo di Romano Prodi. La Procura della Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo sui soldi finiti ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire a Napoli gli atti del procedimento che in primo grado, nel luglio del 2015, si era risolto con la condanna a 3 anni per corruzione per il leader di Forza Italia, ma che in Appello aveva visto intervenire la prescrizione. De Gregorio, che aveva ammesso le sue responsabilità patteggiando una pena ad un anno e 8 mesi, adesso rischia di dover corrispondere un risarcimento a sei zeri per danno d’immagine. Come riferisce l’Ansa, i magistrati della Corte dei Conti laziale coordinati dal Procuratore regionale, Andrea Lupi, non hanno ancora chiuso le indagini viene teorizzato un danno di immagine per l’Italia scaturito dalla caduta dell’esecutivo e dal conseguente aumento dello spread ma, da quel che si apprende, nei prossimi mesi potrebbe arrivare “l’invito a dedurre”, ovvero la fine dell’inchiesta. (agg. di Dario D’Angelo)



BERLUSCONI, CORTE DEI CONTI INDAGA SU COMPRAVENDITA SENATORI

Silvio Berlusconi nel mirino dei giudici. Non una novità per l’ex Presidente del Consiglio, ancora una volta costretto a fare i conti con il caso della presunta compravendita dei senatori che – secondo l’accusa – portò alla caduta del governo Prodi. Era il 2007 quando nel conto del Movimento Italiani nel Mondo del senatore De Gregorio arrivarono 3 milioni di euro da parte di Silvio Berlusconi: il Cavaliere dichiarò che la sua altro non era che una semplice donazione ma i giudici del tribunale di Napoli, che nel 2015 condannarono in primo grado Berlusconi a 3 anni di reclusione, si dissero convinti che il leader di Forza Italia aveva “pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni”.



Nelle motivazioni di quella sentenza, andata in prescrizione il 20 aprile 2017, i giudici sostenevano che “le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola (ex direttore dell’Avanti condannato a sua volta, ndr), a De Gregorio sono state effettuate quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant’è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi“. Da qui la nuova indagine della Corte dei Conti del Lazio, che ha aperto un fascicolo su quei 3 milioni di euro versati da Berlusconi: il ragionamento è che da quella compravendita scaturì un danno d’immagine ed economico per il Paese, causa l’aumento dello Spread.



DANNI D’IMMAGINE E SPREAD: PAGA BERLUSCONI?

In più di un’occasione Silvio Berlusconi non ha esitato a definire lo spread come “un bluff” orchestrato da alcune cancellerie europee – con l’aiuto della Banca centrale tedesca – al fine di rovesciare il suo governo e portare a Palazzo Chigi l’allora senatore a vita Mario Monti. E di nuovo lo spread, dopo l’apertura dell’indagine da parte della Corte dei Conti laziale, torna a bussare alla porta del leader di Forza Italia. Il teorema dei giudici è che la presunta compravendita del senatore De Gregorio per 3 milioni di euro, portando alla caduta del governo Prodi, abbia innescato tutto il processo che ha portato la differenza tra il valore dei Btp italiani e dei Bund tedeschi dal 43,3 del 6 maggio 2008 (ultimo giorno del governo Prodi) ai 522,8 punti del governo Berlusconi IV.

Ma c’è di più: la Corte dei Conti pare intenzionata a chiedere a Berlusconi anche un danno d’immagine. In questo caso, se il danno viene accertato – come riporta Repubblica – la Corte può arrivare a chiedere “fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione”. Dunque, se venisse confermata la corruzione di De Gregorio per 3 milioni di euro, Berlusconi potrebbe essere costretto a risarcirne 6 allo Stato. Nuova battaglia nelle aule di tribunale in vista per il Cavaliere?