In vista di un possibile incarico da premier, Matteo Salvini si è presentato oggi a Strasburgo mostrando apertura al dialogo con Bruxelles sui temi centrali della campagna elettorale che lo ha portato alla guida del centrodestra. Applaudito dai sostenitori dell’estrema destra, il leader della Lega ha proposto di trattare una revisione delle regole sul disavanzo pubblico. «Contiamo di riuscire, da persone di buon senso, a rinegoziare alcuni di questi trattati, alcune di queste direttive, alcuni di questi vincoli. In caso contrario non escludo nessuna possibilità», ha dichiarato Salvini, come riportato da euronews. Italia fuori dall’Euro? L’aria è cambiata per il leader del Carroccio: «L’uscita dall’euro solitaria e improvvisa non è né auspicata né auspicabile. Se ci sarà al tavolo una maggioranza di governi che vogliono ridiscutere di politiche anche monetarie, noi saremo fra quelli». Salvini non è apparso turbato per i timori europei sulla situazione di stallo in cui versa l’Italia: «Se Juncker è preoccupato mi dispiace per lui». (agg. di Silvana Palazzo)
SCONTRO CON I GIORNALISTI: “GLI APPLAUSI INFASTIDISCONO? ANDATE FUORI”
Matteo Salvini-show a Strasburgo, dove il leader della Lega ha tenuto una conferenza stampa sui temi dell’agenda politica italiana e in parte anche europea. Un piccolo fuoriprogramma è andato in scena dopo pochi minuti dal via dell’intervento di Salvini, quando alcuni eurodeputati dell’Enf, il gruppo europeo di cui fa parte la Lega, seduti nella sala stampa, ha iniziato ad applaudire. A questo punto alcuni giornalisti hanno protestato ricordando che non si trattava di un comizio, ma Salvini ha spinto ancora di più il piede sull’acceleratore:”Se a qualcuno danno fastidio può accomodarsi fuori. È troppo chiedere educazione almeno oggi ai giornalisti? E ve lo chiedo da giornalista…Se vi dà fastidio il voto mi dispiace per voi. Chi vuole applaudire è libero di applaudire. Siamo alle comiche. Questo è il bello del risultato elettorale: c’è tanta gente a sinistra nervosa e se la gente a sinistra è nervosa io sono contento. Hanno parlato gli italiani…”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “MAI NELLA VITA CON RENZI”
Da Strasburgo, dove ha tenuto una conferenza stampa sullo scenario post-elettorale in Italia, Matteo Salvini detta i temi dell’agenda politica ad ormai dieci giorni dell’insediamento delle Camere. Il leader della Lega come sempre non usa mezze misure:”Mai nella mia vita andrei al governo con Renzi, visto che vogliamo fare il contrario di quello che ha fatto lui. Noi stiamo lavorando a un programma di governo partendo da lavoro ed emergenza e se su questo programma ci sarà una maggioranza mi prendo il dovere e l’onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no”. Come riportato da L’Huffington Post, Salvini ha smentito chi parlava di un accordo in procinto di essere ratificato con uno degli altri schieramenti alternativi al centrodestra:”Leggo sui giornali di retroscena, non ho sentito nessuno e siccome i contatti li terrò io con tutti, ascolterò, come è mio dovere, Di Maio, Renzi, Grasso e stasera stessa incontrerò prima gli alleati, Berlusconi e la Meloni. Sarebbe stata una scorrettezza incontrare gli altri prima di vedere i miei alleati“.
SALVINI APRE AL M5S?
Ma nella conferenza stampa di Strasburgo, Matteo Salvini ha fornito probabilmente un indizio su quello che sarà il partner del prossimo governo. Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse pronto a formare un esecutivo insieme al Movimento 5 Stelle, il leader della Lega ha risposto:”I programmi sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato, ma sicuramente non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi anni, quindi ipotesi di governi che prevedano Renzi e Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili. Nostro obiettivo è quello di un governo di centrodestra, con un programma di centrodestra, e poi chi vivrà vedrà”. Salvini si è anche detto pronto a ignorare il tetto del 3% “se serve alla nostra gente”, precisando che il rispetto del 3% del deficit/Pil “fa parte di quelle regole scritte a tavolino, che se fanno stare meglio i cittadini noi rispetteremo, ma se in nome di quei vincoli dobbiamo licenziare, chiudere e precarizzare allora non rispetteremo”.