Beppe Grillo molla? Assolutamente no: come in tanti avevano (e avevamo) letto tra le righe del suo anti-discorso di fine anno in contemporanea a quello di Sergio Mattarella, non si sta profilando almeno a breve nelle file del Movimento 5 Stelle. Di Maio è protagonista assoluto, questo sì e finora ha sbagliato poco in termini elettorali, ma Grillo rimane il garante e lo “sbrogliatore” di noie come sempre stato in questi anni di nascita e affermazione del suo Movimento. Non crediamo sia casuale la scelta di pubblicare un post come quello di ieri sul reddito di nascita e oggi con per ribadire che lui «rimane la vostra voce»: alla vigilia di settimane che saranno logoranti per tutti, M5s in primis, Grillo vuole riaffermare la sua presenza importante (ingombrante per alcuni?, ndr) nel tentativo di anticipare vicende, scenari e possibili intoppi che i grillini potranno incontrare nelle varie trattative per arrivare al Governo. Beppe non ha mai nascosto che lui non vorrebbe nessun accordo con gli altri partiti, a differenza di Di Maio: che questo rinnovato protagonismo nel giro di due giorni significhi una mossa tentata di ribadire che l’origine e lo statuto del Movimento deve sempre saldamente passare dalle sue mani? Ai posteri – anzi ai prossimi post – l’ardua sentenza.. (agg. di Niccolò Magnani)



IL NUOVO POST: “SEMPRE CON VOI, SONO LA VOSTRA VOCE”

Luigi Di Maio non è salito a Palazzo Chigi, e non è neppure sicuro che ci riesca, ma per Beppe Grillo è arrivato il momento dei ringraziamenti. Il Garante del M5s non cita mai il risultato elettorale, né il MoVimento stesso, ma elenca una serie di ringraziamenti con un lungo post sul suo blog. «Ogni giorno mi arrivano così tante e-mail che se per ogni messaggio ricevessi un euro, belin, sarei milionario! Voglio ringraziarvi». E rivolge quindi un grazie a chi gli espone i suoi pensieri, a chi lo invita a non mollare, a chi gli dà consigli e segnalazioni, a chi si ravvede e si complimenta con lui. Non mancano neppure i ringraziamenti a coloro che lo offendono, questi con la sua proverbiale ironia. Una cosa per Beppe Grillo è certa e la mette in chiaro: «io sono sempre con voi e sarò la vostra voce quando non ne avrete più». Se proprio si vuole trovare un riferimento al MoVimento, c’è il ringraziamento anche a chi vuole cambiare l’Italia, «un paese di sognatori e inventori». Il grazie più forte però va a chi non ce la fa più, «per chi lotta ogni giorno contro uno Stato assente, per chi non ha smesso di arrendersi nonostante la miriade di problemi economici, burocratici, di salute. A chi perde tutto, si spezza la schiena e continua a sorridere al mondo». Beppe Grillo si rivolge anche ai disabili e alle loro famiglie: «Nonostante ciò riescono a trovare la forza di reagire e far sentire la propria voce, davanti ad un mondo che li ha resi invisibili. Il mio grazie è per voi, che ogni giorno ripartite da zero pur consci delle difficoltà immani che dovete sostenere. Uno stato che non tutela i più deboli non è degno di definirsi tale». (agg. di Silvana Palazzo)



DI MAIO: “NESSUNO PAGATO PER STARE SUL DIVANO”

Come ormai prosegue da svariati mesi, Beppe Grillo lancia “il tema, la provocazione, lo spunto” e Luigi Di Maio “normalizza, sistema e rende applicabile” in una dimensione più possibile. Il Movimento 5 Stelle ormai si muove su questo doppio asse e anche oggi, dopo l’intervento a suo modo clamoroso del fondatore M5s, è il giovane candidato premier a puntualizzare (e “normalizzare”) il discorso di Grillo: «Non abbiamo intenzione di dare soldi alle persone senza fare nulla. Sono cose che ho visto in un altro tempo. Noi crediamo nella flex security», spiega Di Maio intervenendo alla Confcommercio di Milano. L’ex vicepresidente della Camera aggiunge poi che il Movimento vuole uno Stato che «sul modello dei paesi più liberali, quando una persona viene licenziata, la prenda per mano e la porti a un reinserimento nel mondo del lavoro. Nessuno potrà starsene sul divano per avere accesso a questi servizi. I datori di lavoro si vedranno sgravati dall’onere dei costi della formazione di un lavoratore. Adesso la formazione è a carico dell’impresa. Quell’onere vogliamo eliminarlo. Non si tratta di uno strumento legato all’assistenzialismo». 



“SOCIETÀ SENZA LAVORO”

Mentre proseguono nelle segrete stanze le trattative tra le forze politiche per la formazione del Governo della nuova legislatura, Beppe Grillo rompe il silenzio e, attraverso il suo blog, lancia una proposta che, di fatto, si configura addirittura già come un superamento di quello che da anni è uno dei cardini del programma del Movimento 5 Stelle e che il suo leader, Luigi Di Maio, ha già posto quale punto fondamentale qualora dovesse formarsi un esecutivo pentastellato. Il fondatore del Movimento, infatti, pare già andare oltre quel reddito di cittadinanza di cui si sta parlando molto negli ultimi giorni e, con un post intitolato “Società senza lavoro” (e corredato da un’immagine del Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo), lancia la proposta di un reddito di cittadinanza per nascita. L’idea del 69enne comico genovese nasce, a suo dire, dall’analisi della situazione attuale e da quella che è una “nuova era” nella quale il lavoro retribuito, ovvero quello finalizzato alla produzione di merci, non è più centrale come nei secoli scorsi. La rivoluzione di Grillo è concettuale e parla di un reddito di cittadinanza per nascita, ovvero garantito a tutti per consentire a ciascuno “lo stesso livello di partenza”.

BEPPE GRILLO, “UN REDDITO DI CITTADINANZA PER NASCITA”

Insomma, mentre Di Maio e i suoi cercano di smussare alcuni angoli della loro proposta di reddito di cittadinanza, rendendola fattibile a livello di coperture e anche “digeribile” alle altre forze politiche in vista di eventuali accordi di governo, Beppe Grillo, come suo solito, è già oltre e, partendo dal presupposto che “la nostra capacità produttiva è di gran lunga superiore alle necessità” auspica una sorta di nuovo umanesimo: una società in cui a essere messo al centro sia di nuovo l’uomo e non il mercato. Il fondatore del M5S sostiene che quello che molti ritengono un periodo di crisi non lo sia affatto, “altrimenti non durerebbe da più di 10 anni”, ma sia un errore concettuale dal momento che il problema non risiede nel lavoro in sé. La conclusione del suo ragionamento è che non è più necessario creare nuovi posti di lavoro ma un “posto di reddito”, dato che è quest’ultimo la discriminante che consente a un cittadino di fare parte di una società. Come leggere questo nuovo intervento di Grillo sul suo blog, proprio mentre il Movimento è a un passo da quello che sarebbe un traguardo storico alle soglie del suo decennale di vita, vale a dire il raggiungimento del Governo? Una provocazione per il futuro prossimo o una piccola critica al ddl sul reddito di cittadinanza “semplice” che è stato uno dei cavalli di battaglia del suo delfino Di Maio in campagna elettorale? In attesa delle prevedibili reazioni del mondo politico, intanto è intervenuto nella discussione anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo che ha definito come “insostenibile per le finanze italiane” il reddito di cittadinanza, ma non si è invece espresso su quello “universale” o per nascita vagheggiato da Grillo.