Massima confusione nel cielo post-elettorale: tutti vogliono governare, nessuno sa chi con chi farlo, o ha il coraggio di dirlo. Proprio ieri Matteo Salvini leader della Lega primo partito di centrodestra, in una conferenza con la stampa estera ha detto chiaramente che “tutto è possibile” tranne un’alleanza con il Pd, anche se vorrebbe un governo con una solida maggioranza politica, disponibile anche solo a condividere ogni volta punto per punto. Renato Manheimer sottolinea come, se è vero che al momento la situazione è di stallo completo, a un’analisi approfondita risulterebbe che una lieve maggioranza di italiani preferirebbe proprio un governo di centrodestra.



Mannheimer, quale governo vogliono gli italiani? Contano più i temi o il colore politico? 

In questo momento di stallo conta il voto dato lo scorso 8 marzo. Gli italiani vogliono che governi chi hanno votato e tutti vogliono il proprio partito al governo. Di temi al momento non si parla, si parla di fedeltà al voto dato. Certo, ci sono molte possibilità di alleanze, ma problematiche: la maggioranza del Pd non vuole allearsi con i 5 Stelle, la Lega non vuole farlo con il Pd.



Secondo lei ha più possibilità un governo a 5 Stelle o uno di centrodestra?

Dai dati che ho visto al momento le scelte degli italiani riproducono quasi esattamente i risultati del voto, tenendo conto che quasi il 60 per cento degli italiani pensa che da queste elezioni non uscirà nessun governo o è comunque sfiduciato dai risultati. C’è una leggera maggioranza di consensi, pochi punti percentuali, se si parla di governo di centrodestra, ma il Movimento 5 Stelle non si può dire stia perdendo consenso. In uno scontro diretto Salvini-Di Maio, diversi sondaggi danno vincente il secondo, con circa il 40 per cento contro circa il 22.



Se si dovesse tornare al voto in tempi brevi, vista l’impossibilità di formare un governo, cambierebbe qualcosa? M5s e Lega farebbero il botto ai danni di Pd e FI o cambierebbe lo scenario uscito dalle urne?

E’ difficile dirlo adesso in questa situazione di stallo. Dipenderebbe dalla campagna elettorale, soprattutto da cosa direbbe il Pd. Al momento è ragionevole pensare a una ripetizione degli stessi voti, ma sappiamo come una campagna elettorale possa influire sulle intenzioni di voto sotto molti punti di vista.

Vuol dire che non pensa che i 5 Stelle prenderebbero ancora più voti, visto il risultato che li ha portati quasi alla maggioranza? Che la gente, “gasata” da questo risultato, voglia mandarli ancor di più al governo?

Effettivamente è possibile: la gente potrebbe salire ancora di più sul carro del vincitore, dando ai 5 Stelle ancora più forza. Ma c’è un altro fenomeno che potrebbe realizzarsi e lo abbiamo già visto in passato. E cioè che i molti elettori, come ci hanno detto i sondaggi, dei 5 stelle che sono arrivati dal Pd, sentano il bisogno di tornare a sostenerlo, quasi per compassione. Il loro d’altro canto è un voto transitorio per eccellenza: con un Pd diverso, non più renziamo, è facile pensare che tornino a votarlo.