Il confronto per Salvini non è certo facile anche perché da un lato il Centrodestra si ritrova se non spaccato poco ci manca sui nomi delle Presidenze Camere (ma in realtà è la modalità da “leader assoluto” che non sta piacendo a Meloni e Berlusconi) dall’altro discutere con i Cinque Stelle che tra l’altro hanno il coltello dalla parte del manico per aver preso più voti (il doppio) alle ultime Elezioni. Ma è lo stesso Di Maio a scrivere sul Blog 5Stelle che «il dialogo non è facile. La scelta delle persone che ricopriranno questi incarichi è cruciale. Stiamo parlando degli arbitri che dovranno dirigere la partita dell’approvazione di buone leggi». In casa Centrodestra invece, come già vedevamo questa mattina, il contendere tra Berlusconi e Salvini sale di tono al Senato, dato che la Camera sembra ormai indirizzata al Movimento 5 Stelle: se Salvini poco fa ha smentito ogni possibile frattura interna con Forza Italia, Brunetta ha riacceso la polemica spiegando che la scelta di un leghista a Palazzo Madama non è per nulla scontata, rivendicando quella poltrona per Paolo Romani (altro “colonnello” azzurro). A gettare ancora più sale sulla ferita, il capogruppo alla Camera di Forza Italia ha aggiunto al Giornale radio Rai: «Salvini non è il leader del centrodestra, è semplicemente il leader del partito che all’interno del centrodestra ha avuto più voti e che, sulla base delle regole che ci siamo dati, ha il compito di fare, se riusciremo a farlo, il governo». 



SALVINI: “CON BERLUSCONI E MELONI TOTALE SINTONIA”

Matteo Salvini si vede “costretto” a rilasciare una breve nota da via Bellerio per chiarire come non vi siano spaccature all’interno del Centrodestra con gli altri alleati: dopo le polemiche e le voci di un Berlusconi e una Meloni infuriati per le eccessive libertà che si sta prendendo il segretario della Lega (sì leader riconosciuto per aver preso più voti, ma comunque rappresentante di una coalizione e non di un monocolore Carroccio), il vincitore delle Elezioni assieme al M5s afferma «Con Forza Italia c’è totale sintonia e condivisione di programma e di intenti. Come leader del centrodestra parlo e mi muovo a nome di tutti gli alleati». Con Berlusconi e Meloni, precisa ancora Salvini, «stiamo lavorando alla squadra e al programma di governo mentre vedo che altrove non è così: il Pd litiga e i 5stelle non si capisce cosa vogliano fare. Sarebbe bello che una parte del nostro programma, qualunque governo ci sia, avesse un ministero che si occupa di un serio e competente sostegno alla disabilità». Il progetto e accordo con il Movimento 5 Stelle non viene mai nominato, ad ulteriore conferma che forse qualche elemento di verità c’è davvero: per provare però a chiudere ancora le polemiche, Salvini conclude scrivendo «Da parte nostra, proseguiamo per la nostra strada vogliamo rendere operativo il Parlamento quanto prima e aspettiamo la convocazione del presidente Mattarella». 



IL PD ALL’OPPOSIZIONE

Luigi Di Maio sul Blog delle Stelle ha scritto questa mattina sullo “stato delle cose” per le trattative verso il nuovo Parlamento: «In questi giorni ci vedete impegnati in un dialogo non semplice per proporre i presidenti del Senato e della Camera. La sceltadelle persone che ricopriranno questi incarichi è cruciale. Stiamo parlando della seconda e della terza carica dello Stato, e soprattutto stiamo parlando degli arbitri che dovranno dirigere la partita dell’approvazione di buone leggi». Ovviamente non annuncia alcuna novità sul fronte governo, ufficialmente sarebbero chiuse le trattative secondo il giovane leader del M5s, ma è chiaro che nell’ombra si approfondiscono i colloqui con Salvini e i leghisti per trovare un punto di accordo sui prossimi mesi di governo. Sempre secondo Di Maio, «Il prossimo obiettivo è abolire i vitalizi. Qualche mese fa siamo arrivati a un passo dall’eliminarli, e ora vogliamo andare fino in fondo. Gli uffici di Presidenza regolano la vita dei parlamentari. Possiamo agire direttamente sul bilancio della Camera, e un Presidente del MoVimento 5 Stelle spianerebbe la strada a questo traguardo», conclude sul Blog M5s il candidato premier. Mentre Salvini prova a convincere gli alleati ad un appoggio e non allo scontro con il Movimento 5 Stelle, è il Pd in questa fase a rimanere “alla finestra”, per volontà per ora degli stessi vertici dem (almeno in attesa delle decisioni di Mattarella). «Il Pd deve stare all’opposizione, non so se a un dato momento Mattarella proporrà un governo di transizione e allora, in quel momento, se tutti i partiti decidono di appoggiarlo credo che anche il Pd dovrebbe sostenerlo, nell’ottica di una responsabilità condivisa per fare la legge elettorale e tornare a votare», spiegava ieri sera Calenda a Porta a Porta. 



SALVINI APRE A DI MAIO

Ci sarà un nuovo contatto telefonico la prossima settimana da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ormai davvero gli unici due disposti a trattare su un possibile nuovo governo sull’asse Lega-M5s e non solo sui nomi delle presidenze di Camera e Senato (che tra l’altro trovano ancora un forte stallo e meno di 10 giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento). «Gioco nella squadra del centrodestra di cui Berlusconi fa parte. E sento tutti a nome del centrodestra», spiega il leader della Lega, Matteo Salvini nell’odierna intervista a La Stampa. Anticipa un suo nuovo contatto telefonico con Di Maio «la prossima settimana», e smentisce categoricamente i retroscena secondo cui Berlusconi ha chiuso a M5S: «A me non sembra». Tradotto: le aperture di Salvini fatte a Di Maio per un possibile governo di “scopo” che preveda il rispetto della scadenze economiche (Def e Iva), nuova legge elettorale e voto in autunno, massimo gennaio 2019, potrebbero non essere solo della Lega ma anche a nome dell’intero centrodestra. In realtà tanto intero non sembra visto che la Meloni già minaccia l’ennesimo “rischio inciucio”, «io con M5s non andrò mai», afferma con forza la leader di Fratelli d’Italia. E lo stesso Berlusconi non sembra gradire molto la posizione “all’angolo” che Salvini gli starebbe cucendo in questi giorni.

LE MOSSE DI MATTARELLA

Secondo Salvini la legge elettorale non solo si può cambiare in soli 7 giorni ma non sarebbe per nulla “geloso” di votare una proposta del MoVimento 5 Stelle, cosi spara ancora il leader Lega oggi sulla Stampa: intanto il Colle si prepara ai prossimi determinanti giorni di colloqui, trattative e consultazioni per mettere in piedi un governo stabile a questo Paese. Secondo Ugo Magri, collega anch’esso della Stampa, il Quirinale non avrebbe pregiudizio su un esecutivo “populista” Lega-M5s ma non vorrebbe “giochetti” su di un voto anticipato già al prossimo autunno. «L’unica condizione che Mattarella pretenderebbe da chiunque, secondo chi lo conosce da tempi immemori, è un certo tasso di serietà. Prima di assegnare l’incarico, il presidente formulerebbe le classiche tre domande che sempre i suoi predecessori hanno rivolto agli aspiranti premier. Primo: con quale maggioranza si pensa di sostenere il governo. Secondo: con che programma politico. Terzo: con quale struttura ministeriale», spiega il retroscena della Stampa. Insomma, il capo dello Stato non vuole governi di pochi mesi solo per cambiare una legge elettorale e vuole un progetto di più ampio respiro: per ora, però, la Lega e il Movimento 5 Stelle sarebbero d’accordo sull’andare a braccetto solo con l’ipotesi di urne molto ravvicinate. Crescono dunque le possibilità per Berlusconi e forse anche il Pd di tornare a giocare ruoli di prim’ordine non prima delle prossime consultazioni da Mattarella che indicheranno ufficialmente la via da percorrere.