Meno due giorni al 4 marzo 2018: le elezioni politiche ma non solo. In Lazio e in Lombardia sono in programma le elezioni Regionali 2018, un election day palpitante in cui verranno eletti sì la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, ma anche il nuovo Consiglio Regionale e il Presidente della Regione. Al voto i cittadini lombardi e laziali dalle ore 7.00 alle ore 23.00, stesso orario per politiche e regionali, con gli elettori che dovranno portare con sé tessera elettorale e documento di identità. Per ciò che riguarda le Regionali, 14 milioni di elettori potranno esprimere in Lazio e in Lombardia nelle apposite righe della scheda fino a due voti di preferenza, scrivendo il nome ed il cognome del candidato o dei candidati compresi nella stessa lista; nel caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso della medesima lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. Ecco qui tutte le ultime notizie su Elezioni Politiche 2018 e Regionali in Lombardia e in Lazio
COME SI VOTA IN LOMBARDIA E NEL LAZIO: LE DIFFERENZE CON LE POLITICHE
Diverse le differenze tra le elezioni politiche e quelle regionali in termini di voto. La legge elettorale per le politiche, l’ormai famoso Rosatellum, è decisamente diversa da quella per Lombardia e Lazio. La prima infatti, misto tra proporzionale e maggioritario, prevede collegi uninominali e collegi plurinominali. Inoltre, il Rosatellum non prevede le preferenze, a differenza dalle Regionali. Da segnalare un’altra diversità, legata al tagliando antifrode. Per la prima volta, per le politiche, su tutte le schede consegnate agli elettori ci sarà un codice progressivo alfanumerico generato in serie che verrà riportato sul registro dallo scrutatore prima di consegnare la scheda. L’elettore, dopo aver dato il suo voto, non metterà subito la scheda nell’urna ma la consegnerà al presidente del seggio, che staccherà il tagliando e lo verificherà per evitare frodi. Solo successivamente sarà possibile inserire la scheda all’interno dell’urna. Una norma che vige solo per le elezioni politiche, non per le regionali.
COME SI VOTA IN LOMBARDIA E NEL LAZIO: I CANDIDATI
Consiglio regionale e il Presidente della Regione verranno eletti contestualmente a suffragio unviersale e diretto, sottolinea Il Giorno, con voto attribuito a liste provinciali concorrenti e a coalizioni regionali concorrenti, formate da uno o più gruppi di liste di Provincia, collegate a un candidato alla carica di Governatore. Verrà proclamato nuovo Presidente della Regione, sia in Lombardia che nel Lazio, colui che otterrà il maggior numero di voti validi sul territorio regionale. Sono sette i candidati in Lombardia: Attilio Fontana (Centrodestra), Giorgio Gori (Centrosinistra), Dario Violi (Movimento Cinque Stelle), Onorio Rosati (Liberi e Uguali), Massimo Gatti (Sinistra per la Lombardia), Giulio Arrighini (Grande Nord) e Angela De Rosa (Casapound). Ben otto, invece, i candidati nel Lazio: Nicola Zingaretti (Centrosinistra e Liberi e Uguali), Stafano Parisi (Centrodestra), Roberta Lombardi (Movimento Cinque Stelle), Mauro Antonini (CasaPound), Giovanni Paolo Azzaro (Democrazia Cristiana), Elisabetta Canitano (Potere al popolo), Sergio Pirozzi (Sergio Pirozzi Presidente e Lista Nathan), Stefano Rosati (Riconquistare l’Italia) e infine Jean-Leonard Touadi (Civica Popolare).
ELEZIONI REGIONALI 2018: FLOP M5S?
Gli ultimi sondaggi, stilati prima del silenzio elettorale, prevedono un sostanziale distacco in entrambe le regioni tra i favoriti e gli outsider. Gli ultimi sondaggi disponibili per la Regione Lazio, prodotti da GPF, vedono Nicola Zingaretti, presidente uscente, come netto favorito con il 31,7 per cento. Decisamente più indietro Stefano Parisi del Centrodestra con il 26,6 per cento e Roberta Lombardi con il Movimento Cinque Stelle con il 24,4 per cento. Discorso simile per ciò che riguarda la Lombardia: i sondaggi prodotti da Index Research prima del silenzio elettorale, dà in testa Attilio Fontana del Centrodestra con il 41,5 per cento. Staccato di cinque punti percentuali Giorgio Gori del Centrosinistra, mentre è decisamente più indietro Dario Violi del M5S con il 15,5 per cento. Confermate, dunque, le difficoltà del Movimento 5 Stelle di imporsi a livello locale secondo queste ultime proieizioni. Dopo aver sfiorato la vittoria in Sicilia con Cancelleri, battuto di pochi punti da Nello Musumeci del Centrodestra, i pentastellati difficilmente potranno assicurarsi due regioni importanti come Lombardia e Lazio, con i due candidati nettamente staccati dai rappresentanti di Centrodestra e Centrosinistra.