La Camera al MoVimento 5 Stelle, il Senato al centrodestra, probabilmente a Forza Italia. Questo è il risultato del vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Per il Senato il leader di Forza Italia ha insistito sul nome di Paolo Romani, con la condivisione di tutto lo stato maggiore del partito, nonostante il veto del M5s. I pentastellati non lo voteranno per via della condanna definitiva per peculato, ma in caso di ballottaggio basteranno i voti del centrodestra. Permangono però delle divergenze tra Lega e Forza Italia. I capigruppo di quest’ultimo partito, Renato Brunetta e Paolo Romani, hanno incontrato infatti il coordinatore della segreteria del Pd, Lorenzo Guerini, ribadendo quanto detto a Giulia Grillo e Danilo Toninelli del M5s: «Il Partito democratico è una forza importante in questo Parlamento, è stato il secondo partito più votato alle elezioni politiche del 4 marzo, e deve essere coinvolto nell’accordo al quale si sta lavorando in queste ore». Il Pd però non si è ancora espresso sulla candidatura del senatore berlusconiano. Anzi Ettore Rosato si è sbottonato in senso opposto: «Su Romani c’è un dibattito forzato, politico, mi pare un no a prescindere. Non condividiamo le liste di proscrizione M5s a momenti alternati: vediamo se mantengono la parola sulla non iscrizione di quelli che non hanno effettuato tutti i rimborsi». (agg. di Silvana Palazzo)



VERTICE CENTRODESTRA: “A NOI SENATO, CAMERA A M5S”

Si è da poco concluso il vertice a Palazzo Grazioli di tutto il Centrodestra unito, con a tema ufficialmente le candidature per le Presidenze di Camera e Senato (ufficiosamente un punto di raccoglimento per capire le strategie verso il prossimo Governo). A vedere le scelte, anche se di nomi ancora non sono usciti a livello formale, si può comunque intravedere una possibile strategia dell’intero centrodestra: «Il centrodestra propone ai capigruppi parlamentari un comune percorso istituzionale che consenta alla coalizione vincente (il centrodestra) di esprimere il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare M5S il presidente della Camera, riconoscendo nel contempo in ciascun ramo del Parlamento un vicepresidente a ogni gruppo parlamentare che non esprima il presidente. A tal fine anche per concordare i nomi i leader del centrodestra invitano le altre forze politiche a un incontro congiunto domani». Tradotto dal politichese: se la Camera viene rilasciata a Di Maio e il Senato va a Forza Italia – come si vocifera – vuol dire che Salvini avrebbe mandato pieno per trattare direttamente il Governo con Mattarella dalla prossima settimana. Un accordo che potrebbe coinvolgere tanto Berlusconi-Meloni, quanto gli stessi grillini in un’ipotesi difficile da realizzare ma non impossibile da ipotizzare. La riunione è stata preceduta – spiega il Corriere della Sera – dallo stato maggiore di Forza Italia nel quale è stata ribadita la figura di Paolo Romani (che però non piace a Di Maio, ndr) come possibile presidente del Senato. In alternativa, Annamaria Bernini o Maurizio Gasparri. 



PATTO SALVINI-DI MAIO

La tensione è palpabile e a due giorni dal Parlamento riunito, Giorgia Meloni lancia un messaggio piuttosto chiaro a poche ore dal vertice di tutto il Centrodestra sul fronte nomine e ovviamente Governo: «Nella scelta dei presidenti delle Camere penso si debba seguire le prassi. Ovvero che la presidenza delle Camere spetta a chi ha vinto le elezioni. Il centrodestra debba partire da ciò che gli spetta di diritto, che è la presidenza del Senato, e che la presidenza della Camera debba essere frutto di un dialogo con le altre forze politiche, ma non è detto che si debba dare una presidenza a M5S», spiega nell’intervista al Messaggero la leader di Fratelli d’Italia. Salvini ha ricevuto “l’incarico”, pare, per poter dialogare con Di Maio sul fronte Premiership oltre che sulle nomine delle Camere. Resta però l’avviso piuttosto chiaro rilanciato da Meloni (con il plauso di Berlusconi, ndr): «Penso che sarebbe un errore se la Lega rivendicasse per sé una presidenza delle Camere se Salvini, e io ci credo davvero, farà il premier incaricato. A meno che non chieda la presidenza del Senato per se stesso. In questo caso sarebbe un rafforzativo per un futuro incarico. Se la Lega la chiede per Salvini, siamo d’accordo, ma se la chiede per altra figura penso sia difficile che un partito del 18% abbia la presidenza del Consiglio e quella del Senato». Dunque, ricapitolando: al centrodestra il Senato e il Governo, a Di Maio la Camera: siamo certi però che questo fronte del Centrodestra, se già non trova accordi certi interni, farà ancora più fatica a tenere “il punto” davanti agli agguerriti Cinque Stelle.. (agg. di Niccolò Magnani)



TENSIONI INTERNE

Vertice del Centrodestra a Roma: oggi, mercoledì 21 marzo 2018, a Palazzo Grazioli in programma un incontro tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Il leader della Lega e il Cavaliere ieri si sono sentiti al telefono per gli ultimi aggiornamenti, l’obiettivo è quello di concordare una strategia comune da mettere in atto quando inizieranno, venerdì 23 marzo 2018, le votazioni per l’elezioni dei presidenti di Camera e Senato, oltre quella da mettere in atto al momento delle consultazioni al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo come sottolinea Il Giornale. Tra le possibilità più quotate per uscire dall’impasse con il Movimento 5 Stelle, che chiede a grande voce la presidenza della Camera, sarebbe quella di avanzare una proposta unitaria del centrodestra per la guida di Palazzo Madama. Presidenza di Camera e Senato ma non solo: sul tavolo c’è anche la questione del candidato del centrodestra per le elezioni regionali del Friuli, il grande favorito è Massimiliano Fedriga della Lega.

VERTICE DEL CENTRODESTRA A ROMA

A tenere banco nelle ultime ore è la possibile intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle: gli ultimi rumors riportano di un patto quasi sancito tra i due per la spartizione della presidenza delle Camere, con Forza Italia tagliata fuori. Pessimismo in casa azzurra con Gianni Letta, uomo delle trattative del Cavaliere, che non ha portato fin qui buone notizie. Silvio Berlusconi però si è detto fiducioso secondo Il Giornale: “Credo che ancora ci siano margini per realizzare un accordo diverso, prenderò in mano la situazione e lo farò ragionare”, riferendosi all’alleato leghista Salvini. Giancarlo Giorgetti, tra i candidati per la presidenza del Senato e vice –segretario del Carroccio, ha smentito un possibile accordo tra Lega e M5S ai microfoni di Porta a Porta, sottolineando la volontà di puntare sul Centrodestra unito, e Giorgia Meloni ha in mente una linea chiara: presidenza del Senato a Salvini con mandato esplorativo affidatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per poi passare a pochi punti programmatici e convergenze mirate, senza ovviamente “accordi sotto banco”.