Colpo di scena al Senato: quando ormai la giornata sembrava essere destinata alla transizione “indolore” verso le trattative di questa notte e domani mattina, la Lega ha votato nel secondo turno a Palazzo Madama il nome di Anna Maria Bernini, mentre tutti gli altri hanno continuato a votare scheda bianca. Questa scelta ha una doppia conseguenza: il M5s inizia a prendere in considerazione l’ipotesi di votare la senatrice di Forza Italia, dopo aver messo il veto su Paolo Romani e soprattuto rischia di rompersi sul serio la coalizione del Centrodestra. «I voti al Senato ad Anna Maria Bernini strumentalmente utilizzata sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l’unità della coalizione di centrodestra e dall’altro smaschera il progetto per un governo Lega-M5s», questa è la nota durissima di Forza Italia che rischia di cambiare del tutto scenari e tematiche delle prossime ore. La Lega con Giorgetti dà dell’esagerato a Berlusconi e spiega come in realtà la mossa fatta è per evitare un accordo dei Cinque Stelle con il Partito Democratico.
SALVINI E LA LEGA VOTANO BERNINI
«L’unico modo per evitare l’abbraccio Pd-5Stelle per eleggere il Presidente del Senato è scegliere un candidato del centrodestra che abbia il maggior gradimento possibile», è la contronota della Lega di Matteo Salvini, autore dello strappo forse decisivo anche per capire i prossimi scenari di Governo. Un Berlusconi irato, dicono da Palazzo Grazioli, teme a questo punto che Salvini e Di Maio abbiano concordato il tutto per tenere fuori dalla porta Forza Italia e il resto del centrodestra: «La scelta della Lega, che ha rinunciato ad ogni presidenza e ha indicato la senatrice Bernini di Forza Italia – aggiunge ancora Salvini tentando di mediare – rappresenta un coraggioso e generoso aiuto alla coalizione per evitare brutti scherzi ed uscire dallo stallo, e un segnale all’Italia perché il Parlamento cominci a lavorare il prima possibile». Al leader della Lega risponde Brunetta, con una terza nota nel giro di pochi minuti: «La decisione della Lega – non concordata con gli alleati di centrodestra, di votare strumentalmente la collega Bernini al Senato, contravvenendo agli accordi – rappresenta una provocazione che mette seriamente a rischio la tenuta della coalizione. Un comportamento assurdo, che Salvini dovrà spiegare in primo luogo agli elettori di centrodestra».
LEGA, “NON ABBIAMO DECISO SE VOTARE ROMANI”
I presidenti della Camera e del Senato non saranno eletti oggi: e per domani, se a Palazzo Madama si avrà comunque un successore di Pietro Grasso, per Montecitorio la gara non sembra così semplice visto il complesso meccanismo di votazione che, a differenza del Senato, ha sempre un quorum abbastanza alto. Salvini continua la sua opera di mediazione, ma la Lega fa sapere con il suo capogruppo Gian Marco Centinaio che «non abbiamo ancora deciso se votare Romani». Insomma, nulla è deciso e il Pd potrebbe tranquillamente rientrare dalla porta di servizio per un cambio di vento improvviso: in particolare, i grillini vorrebbero provare a mettere nell’angolo il Centrodestra con una strategia che prevede arrivare alla quarta votazione al Senato (dove si va sostanzialmente al ballottaggio tra i primi due più votati nelle tre precedenti) e optare per Luigi Zanda del Partito Democratico. «Un po’ come accadde nel 2013 quando si doveva scegliere tra Renato Schifani e Pietro Grasso», spiegano fonti di corridoio del M5s a Repubblica. In quel caso infatti una parte dei Cinque Stelle votò per Grasso con le file del Pd, provocando però un terremoto interno che portò poi alle prime espulsioni di Grillo dal gruppo M5s.
SALVINI MEDIA TRA BERLUSCONI E M5S
Al netto delle fumate nere avvenute tanto alla Camera quanto al Senato, l’intricata matassa che si dipana nelle prossime ore di votazioni passa inevitabilmente sull’asse Centrodestra-M5s, con il Pd che guarda incuriosito alla finestra per eventualmente entrare a partita in corso e sparigliare le carte (come ad esempio chiudere un accordo con Di Maio per un Presidente dem). Se Berlusconi conferma la linea – «dalla terza votazione domani si vota compatti per Paolo Romani» – è Salvini a provare un’ultima mediazione tanto con l’alleato forzista quanto con il probabile compagno di governo futuro, il Movimento 5 Stelle. «Il M5s sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro»: così Salvini in Parlamento prova a dare due avvisi simili a Berlusconi e Di Maio, i due “duellanti” dell’ultima ora che stanno tenendo aperta (e complessa) la situazione Presidenze Camere. Nelle prossime ore, forse, lo sblocco anche perché Salvini sa bene che chi riesce a portarsi a casa lo scranno del Senato molto probabilmente potrà avere l’incarico di governo da Mattarella (come spiega bene Antonio Polito sul Corriere della Sera, ndr): «Se tutti fanno quello ha fatto la Lega – conclude Salvini – si può chiudere entro domani sera. Di Maio l’ho sentito ieri, oggi non ancora. Renzi? Non l’ho incontrato magari avrò questa fortuna più tardi. I 5Stelle sbagliano a non parlare con Berlusconi, chi ha preso voti è un interlocutore».
FUMATA NERA ALLE CAMERE
Fumata nera e scheda bianca: i due colori della giornata, la prima, di elezioni dei Presidenti delle Camere sono certamente questi. Una nuova Legislatura che purtroppo si porta dietro le stesse fratture e le stesse mancanze di dialogo politico della precedente: tanto Napolitano quanto Giachetti stanno guidando le prime votazioni con un nulla di fatto. Su 615 deputati le schede bianche sono state 595, giusto per far capire come la parola d’ordine oggi si “temporeggiare” in attesa di trovare un soluzione o un nuovo accordo entro domani: Forza Italia prosegue sulla linea di Romani come nome al Senato, Di Maio invece non vuole darla vinta a Berlusconi e richiede che sia Salvini a decidere in quanto leader del Centrodestra. Di contro, il Pd rimane alla finestra e si dice pronto a fare continua scheda bianca se rimane lo stallo dei due partiti che hanno vinto le Elezioni; insomma, tutti fermi sulle proprie posizioni e l’impressione è che il voto di oggi sia quanto di più “inutile” per poter trovare un nome rapidamente, sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Per questo motivo il dato politico più importante di oggi è stato il discorso di Napolitano dove in un colpo solo ha richiamato Lega e M5s alla responsabilità del governo, travolto il Pd e Renzi sulle responsabilità della sconfitta elettorale ed eletto la nuova Senatrice a vita Elena Segre.
TUTTO RIMANDATO A DOMANI?
Ma ripetiamo, si gioca tutto domani: scheda bianca risultato quasi certo per tutti oggi e attesa per vedere cosa farà il M5s entro la giornata di sabato. Quello che farà infatti il Centrodestra sembra ormai deciso e solido, come ha ripetuto Brunetta «dalla terza votazione domani voteremo Paolo Romani, abbiamo i numeri per eleggerlo». Non solo, ancora il capogruppo alla Camera di Forza Italia, «Non si capisce perché si voglia escludere chi ha preso più di 200 milioni di voti dal ’94 – ha detto Renato Brunetta (Forza Italia) a RaiNews 24 -, il centrodestra ha tre leader e non è possibile parlare solo con uno. Noi abbiamo detto che i presidenti di Camera e Senato devono essere figure di garanzia e devono essere scelti d tutti. Se qualcuno non vuole sedersi con Berlusconi poco male, andiamo avanti». Alla Camera si attende cosa succede al Senato visto che da regolamento domani ci sarà sicuramente un nome eletto successore di Pietro Grasso: dalla terza votazione via libera al candidato del Centrodestra, quindi probabilmente Paolo Romani. Solo a quel punto allora si vedrà cosa potrà succedere a Montecitorio: quello che è certo è che al momento vedere accordi di Governo, visto quanto successo alle Camere, sembra più un’utopia che altro. QUI LA DIRETTA ALLA CAMERA – QUI AL SENATO