Giorgio Napolitano in un’intervista esclusiva a Senato Tv. “Ho lo stato d’animo di grande assunzione di responsabilità — spiega — perché ho il dovere di dare, sia pur brevemente, un mio indirizzo che rivolgerò ai neoeletti senatori. Cercherò di dare ragione dei cambiamenti intervenuti con il voto e di indicare le possibili prospettive non solo di formazione di un governo, cosa che naturalmente spetterà poi di definire e accertare al presidente Mattarella, ma più in generale la tenuta del Paese e l’interesse generale del Paese nel nuovo scenario politico”. 



Aprirà lui, infatti, uomo chiave della prima e della seconda repubblica, la stagione ambigua ed incerta della terza, nel ruolo di decano del Senato.

E intende, a quel che sembra, farlo in pieno stile Napolitano, cioè rompendo i veti reciproci di leader in crisi di nervi, e imponendo soluzioni creative appunto “nell’interesse generale del paese”.



Crede nella carta Romani, ma tiene coperta la carta Casini per consentire anche al Pd di tornare in gioco. Sui 5 Stelle la pensa come Berlusconi ma se necessario li sposerà col Pd, ma solo dopo avergli propinato “olio di ricino europeista”. Se i “capi politici” presenti in parlamento riescono appena a squittire, oggi alle 11 dallo scranno più alto del Senato si sentirà il ruggito di un vecchio leone che si illude ancora di poter dare un buon governo alla foresta-Italia.

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