Berlusconi ha riunito alle 13.30 tutto il gruppo parlamentare di Forza Italia per decidere il nodo delle Presidenze, mentre intanto il voto al Senato è cominciato circa venti minuti fa dopo i primi disbrigo burocratici ancora sotto Napolitano reggente. Il discorso tenuto dal presidente emerito è certamente il dato politico più importante della giornata, visto che di accordi tra i partiti non se ne vede traccia e la giornata di domani sarà decisiva per avere il successore di Pietro Grasso. Napolitano ha bocciato sonoramente il Pd e indirettamente il suo ex segretario Matteo Renzi: «hanno subito una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione dagli elettori. Queste reazioni hanno mostrato quanto poco avesse convinto l’auto- esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza. Sono stati condannati in blocco – anche per i troppi esempi da essi dati di clientelismo e corruzione – i circoli dirigenti e i gruppi da tempo stancamente governanti in quelle Regioni». Insomma, un durissimo schiaffo al Pd e alla gestione collegiale degli ultimi anni; «ha contato molto nelle scelte degli elettori il fatto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme». Prima votazione in corso, scheda bianca risultato quasi certo per tutti e attesa per vedere cosa farà il M5s entro domani; quello che farà infatti il Centrodestra sembra ormai deciso e solido, come ha ripetuto Brunetta «dalla terza votazione domani voteremo Paolo Romani, abbiamo i numeri per eleggerlo».
NAPOLITANO APRE LA LEGISLATURA
Si apre la Legislatura ed è già bloccata: ieri sera è saltato il banco delle trattative tra M5s e Centrodestra proprio sulla presidenza del Senato – con Romani ritenuto “invotabile” da Di Maio e Forza Italia che invece ha voluto tenere testa per costringere di fatto i grillini ad “abbandonare” le trattative – e ora le prime votazioni si prospettano molto complicate sia a Palazzo Madama che contemporaneamente alla Camera. La parola d’ordine questa mattina allora sarà (e non si esclude che avvenga anche oggi pomeriggio, ndr) “scheda bianca”. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e forse a questo punto anche il Centrodestra (più che altro per non scoprire le carte) sceglieranno la scheda bianca per avanzare le trattative last minute e vedere se si trova una quadra su figure di garanzia. Per il Senato il meccanismo però porterà comunque domani ad avere un Presidente e da quello lo stallo dovrà sicuramente “sbloccarsi” per andare a figurare le prime sentenze della XVIII Legislatura. Giorgio Napolitano ha appena aperto le danze, con Palazzo Madama che si riunisce per primo: «il voto ha rispecchiato un mutamento importanti e gli elettori hanno premiato partiti che sostengono la rottura con il passato». Invito alla responsabilità e tanti cari auguri per l’inizio, già per nulla semplice, per questa nuova Legislatura.
TUTTI SOTTO LA GUIDA DI NAPOLITANO
L’accordo tra Centrodestra e Movimento 5 stelle “terrà” al Senato? Tra oggi e domani si elegge il Presidente che dovrà succedere a Pietro Grasso – mentre contemporaneamente alla Camera avviene l’elezione della neo-Laura Boldrini – il primo vero atto della nuova legislatura che fuoriesce dalle recenti elezioni del 4 marzo 2018. A guidare le nuove “truppe” al Senato sarà come da regolamento il parlamentare più anziano: ed è così che torna per 48 ore protagonista “re” Giorgio Napolitano, due volte presidente della Repubblica e grande protagonista della fase di stallo della precedente legislatura. Singolare che sia proprio lui a guidare oggi le danze verso l’elezione – più complessa del previsto dopo le complicazioni sorte ieri nelle trattative – del successore di Pietro Grasso. L’accordo sulle Presidenze delle Camere è ovviamente un test, una fase ufficiosa di accordi e trattative verso il Governo che ad oggi resta ancora un enorme e misterioso rebus. «Venerdì 23 marzo, alle 10,30, è convocata l’Assemblea con il seguente ordine del giorno: la costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio, la costituzione della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e proclamazione dei Senatori subentranti e la votazione per l’elezione del Presidente», si legge nell’odg ufficiale di Palazzo Madama. Dopo un iniziale discorso di Napolitano e dopo la nomina ufficiale della nuova Senatrice a vita – Liliana Segre – si parte con la prima votazione, circa attorno alle 11.30: è qui che si comincerà a vedere se l’accordo su un nome vicino al Centrodestra per il Senato (Paolo Romani e Anna Maria Bernini i principali candidati) avrà seguito (con conseguente via libera per un nome affine al Movimento 5 Stelle alla Camera) oppure se gli argini saranno rotti e si vivrà attimi di fibrillazione per delle trattative “lampo” in grado di arrivare ad un nome condiviso, almeno dopo la terza votazione.
COME SI VOTA A PALAZZO MADAMA
Per capire come si svolgeranno le votazioni del Presidente al Senato si seguirà la prassi “consolidata” anche nelle ultime elezioni di inizio legislatura: in una prima fase Napolitano sospenderà la seduta per permettere la riunione della giunta provvisoria per la verifica dei poteri: «La giunta, i cui lavori dovrebbero durare almeno una mezz’ora, procederà alla nomina di 23 senatori subentranti (coloro che si sono presentati in più collegi sono eletti laddove hanno preso meno voti, e di conseguenza altri parlamentari subentrano per il seggio lasciato libero», spiega LaPresse. A quel punto, la seduta viene ripresa e si comincia con la votazione effettiva: al primo scrutinio è eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, che è pari a 161 voti. Se così non dovesse avvenire, si procederà circa alle ore 16.30 di oggi ad una seconda votazione sempre con la medesima struttura di voto. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo (ovvero domani mattina alle ore 10.30) ad una terza votazione nella quale basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche, A questo punto, se l’accordo tra i partiti non sarà ancora formato, si procederà ad una quarta e ultima votazione sempre di sabato con un ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A Palazzo Madama, esattamente come alla Camera, lo spoglio delle schede votate è pubblico e avviene in Aula. Durante l’intera doppia giornata di votazioni, è disponibile il servizio di diretta streaming video sul canale ufficiale YouTube del Senato della Repubblica.