Berlusconi è solo. Solo di fronte alla forza dirompente di Salvini che si nutre del disprezzo dei 5 Stelle per il vecchio tycoon per confermarsi leader del centrodestra, o meglio della destra sovranista. Solo di fronte agli inganni di Ghedini, Ronzulli e gli altri che dopo aver fatto e disfatto le liste di Forza Italia hanno presto svelato di essere ormai da tempo consulenti del Matteo barbuto. Loro infatti il suggerimento, nato nell’aula del Senato, di mettere fuori gioco il Cavaliere, ma con garbo: “lo diciamo per il suo bene”, “è mal consigliato da Letta”, e via andando.
Per tutta la giornata Salvini ha chiesto a Berlusconi di cambiare cavallo al Senato. “Togli Paolo Romani e noi votiamo”. FdI aveva poi anticipato al Cavaliere nel primo pomeriggio quale sarebbe stata la mossa della Lega. “Ho buttato un sasso nello stagno per smuovere le acque”, ha spiegato Salvini ai suoi. Ma ora, dopo la virata leghista su Anna Maria Bernini, opportunamente imbeccata dalle berluschine di corte — quelle filo-Salvini —, altro che inconsapevole, il centrodestra è diventato un mare in burrasca e anche l’appello rivolto da Giorgia Meloni di un incontro è caduto nel vuoto.
Il leader del Carroccio sostiene che il voto alla Bernini era “per evitare l’abbraccio Pd-M5s” ma a diversi senatori della Lega ha aggiunto che così ha messo fine anche ai tentativi di inciuci tra FI e Pd. “Erano pronti a fare un patto, i renziani avrebbero votato compatti su Romani ma quell’epoca è finita”, parola di leghista. Un messaggio rivolto soprattutto a chi, come Letta e altri, lavoravano ad un progetto per unire il fronte moderato. “Si è trattato di un favore a Silvio, sintetizza invece Giorgetti. L’obiettivo era convincere l’ex premier a fare un terzo nome, ovvero a scegliere la Casellati. Ma al momento è muro contro muro. Anzi, il cavaliere dice che l’operazione della Lega “smaschera” l’accordo M5s-Carroccio per formare un governo. Un modo per certificare di non aver mai posto fiducia nell’alleato.
L’ex premier è rimasto spiazzato. La decisione della Lega — “un atto ostile” ha detto Berlusconi — è stata “comunicata” a palazzo Grazioli. Nessuna telefonata tra i due leader, a conferma di un gelo che andava avanti da giorni. Ora ci sono i pontieri in azione che, riferiscono fonti del centrodestra, lavoreranno per evitare la rottura. Salvini potrebbe sparigliare ancor di più, cercando di portare ora un nome di FI alla Camera e lasciando a M5s il Senato, ma l’exit strategy ipotizzata da alcuni “big” che stanno cercando di mediare si scontra con la rottura dei rapporti tra il leader azzurro e il segretario del Carroccio.
L’uomo di Arcore ai suoi ha spiegato di non voler alcun incontro con Salvini in questo momento. Dunque atmosfera tesa con Anna Maria Bernini che in serata si è recata in via del Plebiscito. Ai colleghi la senatrice ha detto che non sapeva nulla, che ha pensato ad uno scherzo. “Non può confermare la sua candidatura, è chiaro che l’hanno bruciata”, dicono da FI ma la Lega fa notare che il Movimento 5 Stelle la voterebbe subito. “Si è trattato di un vero e proprio schiaffo a Silvio” dicono irritati i senatori azzurri. La convinzione dei “big” di FI è che Salvini abbia stretto un asse con M5s e non intenda in nessun modo romperlo. Lasciando Berlusconi solo. Con i suoi inutili lacchè.