Il neodeputato Cecconi, ex fedelissimo del leader pentastellato Luigi Di Maio, aveva giurato, e anche firmato un accordo preciso al riguardo, che sì, sarebbe stato eletto, perché era troppo tardi per toglierlo dalle liste, ma subito dopo il voto si sarebbe dimesso.
Con grande sorpresa dei più, da gran signore quale senz’altro è, l’onorevole Cecconi ora dice che quel “pezzo di carta vale solo per pulirsi il c…o” ed ergo non si dimette. Si iscriverà al gruppo misto e cercherà di farsi cinque anni in parlamento alla faccia dei contribuenti che lo hanno votato per distruggere gli sprechi.
Quanti sono gli uomini come l’onorevole Cecconi dentro il M5s? È possibile che dopo non avere candidato il colorito Razzi (in parlamento per farsi i Razzi suoi) si abbia ora un partito composto in parte di Razzi-sti? E con questi equilibri precari, forse i neo Razzi-sti diventeranno gli uomini da corteggiare per ogni partito?
Si tratta di un problema molto pratico. I M5s avevano promesso di dare solo due legislature a ogni deputato, quindi quasi tutti gli eletti di oggi torneranno a fare quello che facevano prima, cioè spesso: nulla. Ciò significa che la maggior parte di loro, se non sono santi votati al suicidio, voteranno per qualunque cosa pur di farsi cinque anni legati allo scranno.
Il caso dell’onorevole Cecconi è emblematico e non va sottovalutato. Il Razzi-smo da evento eccezionale è diventato mina vagante istituzionale che può disintegrare il partito di maggioranza relativa in parlamento. Sicuramente il M5s può modificare le sue regole e dire: via il limite di due legislature. Ma così di fatto consegna ai Razzi-sti le sorti del governo!
Gli altri non sono meglio, diranno piccati i pentastellati puri. Forse. Ma il M5s era arrivato per migliorare, non peggiorare la qualità della politica, e molti degli altri deputati hanno una professione, minore ma esistente, cui tornare. Gli M5s forse sono messi un pochino peggio.
Immaginate che Di Maio voglia tornare a fare lo steward (in italiano: venditore di bibite) allo stadio San Paolo? Tutto questo non è per dileggiare il MoVimento, ma per mettere in luce gli elementi di dileggio oggettivo della situazione per M5s e per l’Italia. Essi mineranno tutto il corso (breve o lungo ma certo tormentato) di questa legislatura.
A questi fattori i non onorevoli Giuseppe Grillo e Davide Casaleggio dovranno pensare attentamente. Anche perché l’onda lunga dell’attuale scandalo di Facebook arriverà a lambire la loro piattaforma di dati. Questo e i Razzi-isti insieme sono pericoli non più per un partito ma per il paese, visto che un terzo degli elettori li ha votati. Per questo occorre una riforma profonda del M5s, signori Grillo e Casaleggio, per permettere poi una riforma dello Stato.