Le manovre di palazzo continuano e i ben informati avvisano che la linea telefonica tra Di Maio e Salvini è sempre più rovente: sono tutti piccoli passi per trovare quell’intesa che dopo Pasqua potrebbe portare ad un Governo stabile (almeno nei numeri) per il Paese, al netto degli alleati nel Centrodestra da convincere per il leader della Lega. Ilario Lombardo sulla Stampa posta alcuni presunti rumors dei grillini in Parlamento questa mattinata: «a Salvini siamo pronti a proporre i ministeri più importanti», ma per Di Maio resta cardine il “paletto” numero 1, ovvero Palazzo Chigi. «Io non posso e non intendo rinunciare a guidare il governo»: così avrebbe detto il giovane leader M5s sempre questa mattina ai suoi, e sarebbe pronto a ridirlo anche davanti a Salvini nei prossimi colloqui imminenti tra i due. Per questo motivo pare che il Centrodestra stia cercando di ottenere un compromesso su questa strada, proponendo un Mister X nel ruolo di premier per non avere nessuno quello che ognuno vuole per sé (una sorta di mal comune, mezzo gaudio, ndr). Per ora i vertici pentastellati non sono per nulla d’accordo, ma non è detto che con il passare delle trattative non si arrivi ad una svolta proprio in questi termini. Oppure in altri, sempre come riporta Lombardo sulla Stampa: «Nei piani di Di Maio, non ci sarebbe spazio per alcun forzista nel governo. Perlomeno come ministro. La speranza dei 5 Stelle è che il centrodestra si frantumi e Silvio Berlusconi, intenzionato ad avere un piede nell’esecutivo, vada all’opposizione».
SPUNTA MISTER X: È CARLO COTTARELLI?
Dopo essere riusciti a trovare l’accordo sul metodo di elezione per i presidenti delle Camere, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono convinti di poter riuscire a trovare una sorta di intesa anche per la partita del governo. Secondo un retroscena de La Stampa, l’accordo comporterà rinunce da entrambi i lati, con veti incrociati soprattutto sull’asse M5s-Forza Italia: da una parte i grillini che non vorrebbero ministri forzisti nell’esecutivo, dall’altra Silvio Berlusconi che ha ribadito il suo no all’ipotesi di un Di Maio premier. Allora come si esce da questo possibile impasse? Con un terzo nome, che secondo il retroscena de Il Giornale, potrebbe essere rappresentato da Caro Cottarelli, l’ex commissario alla spending review. Il diretto interessato per il momento sull’ipotesi di un coinvolgimento in un eventuale esecutivo ha sempre fatto spallucce, ma il nome è di quelli autorevoli ed è gradito tanto ad una parte quanto all’altra. Sarà lui il tanto invocato mister X in grado di unire M5s e Lega? (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “ADESSO RICUCIRE L’ITALIA”
Matteo Salvini sembra estremamente convinto della possibilità di lavorare al fianco del Movimento 5 Stelle per provare a “ricucire l’Italia”, come affermato dallo stesso leader leghista sulla base degli interventi da compiere: federalismo, rinforzi per Roma Capitale e al tempo stesso apertura ai Grillini su quel reddito di cittadinanza che pure era stato motivo di dissenso in campagna elettorale. Per riuscirci, Salvini sta cercando di puntare sul senso di responsabilità soprattutto degli alleati del Centrodestra. Col PD che sembra fuori gioco riguardo la partecipazione alla formazione di un nuovo Governo, il passo più difficile da compiere è quello di mettere insieme, anche solo per un Governo di sposo, le anime pentastellate con quelle di Forza Italia, che già hanno portato allo scontro Salvini e Berlusconi sulla scelta del presidente del Senato. (agg. di Fabio Belli)
“COMINCEREMO A PARLARE DI GOVERNO”
L’apertura di Matteo Salvini al Movimento 5 Stelle è chiara: la Lega è pronta a dialogare con Luigi Di Maio per la formazione del nuovo governo. Lo dimostra il “passo di lato” che il leader del Carroccio è disposto a fare sul reddito di cittadinanza, del resto su molti punti del suo programma potrebbe trovare sponda nel M5S. In un’intervista al Messaggero Salvini ha specificato che «con Di Maio non abbiamo mai parlato di governo», ma «adesso cominceremo a farlo». Il clima sembra dunque propizio per un’intesa: lo fa intendere anche a margine del Consiglio comunale di Milano. «Li conoscevo poco», dice riferendosi ai pentastellati. «L’inizio è stato positivo. Penso che anche loro conoscessero poco me e la Lega – aggiunge Salvini, come riportato da Il Tempo – Più che i Cinquestelle e la Lega, abbiano dato dimostrazione all’Italia che il Parlamento può mettersi d’accordo in fretta». (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI SU GOVERNO: “NON È IO O MORTE”. E DI MAIO…
Un Matteo Salvini possibilista, aperto, dialogante come finora forse non s’era mai visto: e come lui, sull’altra sponda politica, Luigi Di Maio fa lo stesso con un tentativo finora tutto teso a raccogliere più accordi che non divisioni. Il leader della Lega è tornato ancora una volta sul Reddito di Cittadinanza – ultimamente ne parla paradossalmente più lui dei grillini stessi – e la “porta” immaginaria è ancora una volta un pezzetto più aperta della volta precedente. «Se il reddito di cittadinanza fosse pagare la gente per stare a casa no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi ne è uscito allora sì», spiega Salvini da Montecitorio, ammettendo che sulla possibilità di diventare premier ci crede assai ma senza farne una questione del tipo «non è Salvini o la morte», spiega il segretario del Carroccio. Poco prima su Facebook, Di Maio riportava il comunicato dei due capogruppo M5s Giulia Grillo e Danilo Toninelli in cui si facevano le pulci a Silvio Berlusconi e alla sua compagine, ma ancora nessuna parola in negativo contro il rivale leghista.
«Mercoledì si voteranno i componenti dell’Ufficio di Presidenza al Senato e giovedì quelli della Camera. Saranno votazioni importanti perché è negli Uffici di Presidenza che si possono eliminare i vitalizi e gli sprechi, che come ha detto Roberto Fico saranno uno dei principali obbiettivi del suo mandato da Presidente della Camera. Il MoVimento 5 Stelle – si legge ancora nel post poi pubblicato sul Blog delle Stelle – e soprattutto i suoi componenti nell’Ufficio di Presidenza gli daranno tutto il supporto necessario per garantire questo risultato e altrettanto faremo al Senato. Ci auguriamo anche che tutte le forze politiche, nessuna esclusa, diano indicazione di darci supporto in questa battaglia tanto attesa dagli italiani. Il Parlamento non sarà più il simbolo della Casta, ma la casa di tutti i cittadini». Insomma, se son rose fioriranno tra via Bellerio e la Casaleggio Associati, che piaccia o meno ad Arcore: questo forse è l’unica vera novità di questa presunta “Terza Repubblica”.
IL NODO “REDDITO DI CITTADINANZA”
Se si dovesse avere oggi una possibile prova di un governo M5s-Lega non si dovrebbe cercare poi molto; si chiama reddito di cittadinanza ed è ufficialmente “scomparso” da giorni, introvabile nei discorsi ufficiali dei membri grillini e con notevoli ridotte polemiche da parte dei rivali (ma anche possibili alleati) del Centrodestra. «Io sono culturalmente ed economicamente contrario all’assistenzialismo. Noi stiamo lavorando a un incentivo di avviamento al lavoro. Si rivolge al ventenne che ha inviato invano 200 curriculum e al cinquantenne la cui azienda ha chiuso», ha spiegato oggi Salvini al Messaggero, rilanciando una possibile proposta che possa mediare con il reddito di cittadinanza M5s da giorni ormai “scomparso” dai temi primari dei Cinque Stelle. Reddito di avviamento al lavoro: e se fosse questo il “cavallo di Troia” per poter sfondare la finora granitica proposta grillina e trovare un accordo che spiani la strada al Governo Salvini-Di Maio? Per ora i misteri restano, quello che è certo è, come punzecchiava Martina del Pd, «Credo che i Cinquestelle abbiano fatto le loro scelte anche in prospettiva di un’alleanza politica futura. Il fatto politico di ieri non può essere sottovalutato. Nell’intervista di questa mattina (ieri, ndr) Luigi Di Maio non cita una volta il reddito di cittadinanza, vorrà pur dire qualcosa. Ieri è successo un fatto politico, è evidente».
I DUBBI DI BERLUSCONI
Il fedelissimo di Salvini, che non a caso ha il mandato da giorni di costruire un ponte di alleanza e accordi con il Movimento 5 Stelle, ha rilanciato il tema del reddito di avviamento al lavoro: «un sussidio condizionato alla ricerca di un posto di lavoro? No, è un prestito. Circa 750 euro mensili destinati a chi è disoccupato, ma da restituire con una trattenuta sullo stipendio nel momento in cui si trova un posto». La proposta di Giorgetti potrebbe andare incontro alla formulazione del RdC in salsa grillina, anche se al momento tutti rimangono sulle proprie posizioni senza sbottonarsi troppo: chi da un lato trema e dall’altro trama è come sempre Silvio Berlusconi. LatoA: il leader di Forza Italia è contento che Di Maio & Co abbiano desistito dal parlare e rilanciare il Reddito di cittadinanza e questo potrebbe essere un modo per avvicinarsi sempre di più ad un accordo, magari esterno, ad un governo Di Maio-Salvini. Lato B: il timore di Silvio è però quello di perdere sempre di più la centralità della propria coalizione vedendo la Lega sempre più “populizzarsi” verso la Casaleggio Associati. E per questo la formulazione di un “compromesso” sul reddito di cittadinanza (da ripensare ma non da tagliare, come dice Giorgetti) rischia di vedere ancora più ai margini il grande padre federatore del Centrodestra. Da qui le dichiarazioni di oggi dell’ex Cav: «Sarebbe un ircocervo, l’animale mitologico spesso citato dai filosofi antichi come esempio di assurdità, perché in esso convivono caratteri opposti e inconciliabili. E poi perché Salvini dovrebbe fare il socio di minoranza di un governo Cinque Stelle? Non credo che l’elettorato di centrodestra lo perdonerebbe». I dubbi rimangono, i timori restano ma una certezza ormai s’avanza: il Movimento 5 Stelle ha puntato tutto sul reddito di cittadinanza verso le Elezioni. Dalla mattina del 5 marzo però lentamente se n’è sempre meno sentito parlare…