Berlusconi interviene sul Corriere per dare il via libera al capo della Lega: “Toccherà a Salvini provarci”. Ma non si dà per vinto, e si prepara a dare battaglia a Salvini alle europee 2019. Dopo l’elezione dei presidenti delle camere, con il centrodestra che si è frantumato e ricomposto nello spazio di una notte, è cominciato il confronto sul governo. Ne abbiamo parlato con Gianfranco Rotondi, parlamentare di Forza Italia.



Come si mette, onorevole Rotondi?

Non c’è una sconfitta di Forza Italia, come ha spiegato Berlusconi. Si tratta di compromessi normali all’inizio di una legislatura.

Anche perché Salvini se ne fa poco del 17 per cento se va da solo a trattare con Di Maio. 

C’era un bando di concorso firmato dai leader del centrodestra: chi avrebbe preso più voti si sarebbe avviato verso Palazzo Chigi. Salvini ha vinto il concorso e noi lo accompagniamo a Palazzo Chigi.



Ci arriverà davvero?

Io ne sono convinto, perché credo nella politica e perché l’antipolitica si batte con la politica. Salvini è un campione di politica e lo ha dimostrato sul campo. 

Quindi non sta scritto da nessuna parte che chi ha ottenuto il 32 per cento debba per forza di cose fare il premier.

Al contrario: il premier lo fa chi rappresenta la coalizione che ha vinto le elezioni, dunque Salvini. Su questo Berlusconi è stato chiarissimo. 

Molti soffiano su fuoco di un possibile accordo Lega-M5s, a discapito della formula centrodestra-M5s.

Se ci sarà un accordo coi 5 Stelle non lo farà Salvini ma tutto il centrodestra.



Però in M5s non si respira un’aria buona nei confronti di Berlusconi. 

Se ciò che tiene insieme i governi fosse in queste cose, in settant’anni ne avremmo avuti ben pochi. Raramente c’è passione tra partner di governo. 

Vale anche per Berlusconi verso i 5 Stelle.

Sì e altrettanto per me. Si dà il caso però che noi non abbiamo la maggioranza e dunque dobbiamo parlare con tutte le componenti del parlamento per coprire l’ultimo miglio che ci separa dall’autosufficienza. E’ corretto parlare anche coi 5 Stelle. Sarebbe sbagliato parlare solo con loro.

Il reddito di cittadinanza ha un andamento ondivago. I 5 Stelle ne parlano meno di prima. Ieri è stato Salvini a riabilitarlo: parliamone se serve a trovare lavoro, non a stipendiare chi sta a casa.

Il reddito di cittadinanza è già nei titoli di coda. Del resto i 5 Stelle hanno preso moltissimi voti a Napoli, e sa qual è il più bell’adagio napoletano? “Se nun ce stessero i fessi, nun campassero ‘e dritti”.

E se invece Berlusconi sperasse che la trattativa Salvini-Di Maio vada a finire contro un muro per riaprire un dialogo col Pd?

Conosco Berlusconi da un quarto di secolo. Una sua caratteristica è che non dice mai in pubblico cose diverse da quelle che dice in privato. Sono convinto che lui punti alla realizzazione di un governo Salvini in cui siano preponderanti le ragioni programmatiche del centrodestra.

Sarà dura arrivare alla soluzione?

Stupiremo i tedeschi. Fare il contratto di programma sarà velocissimo.

Dunque sarà un patto poco articolato?

Essenziale, come può essere un contratto di programma tra partiti che si sono combattuti duramente. 

A proposito della leadership di Berlusconi e dei problemi di FI, Giovanni Toti, in polemica con le candidature, ha detto a Repubblica che “oggi è difficile parlare con Berlusconi”.

Io ci parlo quando voglio e non penso di godere di un trattamento di favore. Magari è difficile convincerlo di una cosa di cui non è convinto, questo sì.

Sul serio nelle liste ha funzionato tutto come doveva?

Nelle liste non ha funzionato una cosa, e cioè che Berlusconi non è stato candidato. 

Sempre Toti ha auspicato una federazione del centrodestra, comprendente anche la Lega, partito vincente. E lei?

Noi, e intendo Forza Italia, Udc e Rivoluzione cristiana, abbiamo una federazione che è quella del Ppe. Altre non ne conosco. 

Ci sarà un indebolimento delle file di FI a vantaggio della Lega?

No, per due ragioni: la prima è che tutti in FI devono la candidatura a Berlusconi. La seconda è che Salvini non sa assolutamente che farsene degli eletti. Vale la regola di Pier Ferdinando Casini: gli eletti sono oro a inizio legislatura e piombo alla fine. Questa è una legislatura che potrebbe essere all’inizio come alla fine; nell’incertezza, non penso che gli eletti saranno un valore aggiunto per chi voglia costruire una forza politica. In altre parole, la concorrenza tra Salvini e Berlusconi ci sarà, ma si misurerà sugli elettori, non sugli eletti.

Quando?

Alle prossime elezioni europee.

Se Salvini e Di Maio non riuscissero a fare un governo, Mattarella metterà in campo una figura terza. Chi potrebbe essere?

Io un nome l’ho lanciato: Vincenzo Scotti, visto che la sua università (Link Campus University, Roma, ndr) ha dato tre ministri in pectore a Di Maio. Perché non potrebbe darci il premier? E’ un battuta, il mio modo simpatico di salutare Enzo. 

Sabino Cassese no?

No. I due ragazzi difficilmente faranno l’errore di accomodarsi nei banchi di fronte a un professore. 

(Federico Ferraù)