Salvini ha fretta. Dopo aver detto di non voler fare il premier a tutti i costi (“non è o me o la morte”) il segretario della Lega ha sdoganato il reddito di cittadinanza (“se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì”), ricambiando le aperture di Beppe Grillo e andando oltre. Le due forze si parlano, ma il rapporto non è semplice, soprattutto per la base elettorale di M5s, spiega Fabrizio d’Esposito, firma politica del Fatto Quotidiano. Deve averlo capito, Salvini, ma venire incontro a Di Maio potrebbe costargli troppo caro, fino a logorarlo, mandando in un vicolo cieco il suo tentativo. Forse è proprio questa la scommessa di Grillo e Casaleggio.



“Le elezioni dei presidenti di Senato e Camera hanno consegnato due schemi a Mattarella — spiega d’Esposito —. Il primo schema è quello di Salvini leader del centrodestra, che dall’alto del 37 per cento della coalizione potrà avere un preincarico, ma non un incarico pieno”.

Il risultato?

Salvini constaterà l’impossibilità che i 5 Stelle possano accordarsi con il centrodestra comprendente Forza Italia.



A questo punto?

L’unico schema possibile diventerebbe quello di un governo Lega-M5s. Con la differenza che ora l’ipotesi sarebbe quella di un esecutivo a guida Di Maio.

Come giudichi le ultime dichiarazioni di Salvini sulla premiership e sul reddito di cittadinanza?

A mio avviso sono importanti perché fanno capire che il vero scoglio di tutta questa trattativa non è politico: riguarda gli elettorati. Anzi, l’elettorato a 5 Stelle, perché secondo me la Lega ha molti meno problemi da questo punto di vista. Il punto è: Di Maio riuscirà a capire se la base dei grillini è con lui oppure no? E’ una questione dirimente, perché Lega ed M5s costituirebbero una forza parlamentare con il 55 per cento dei seggi. Niente esecutivo di emergenza, a tempo o di scopo, ma una cosa seria.



E’ singolare che proprio Salvini abbia preso l’iniziativa di valorizzare un provvedimento, il reddito di cittadinanza, che appare sempre di più come il convitato di pietra del programma a 5 Stelle.

Sposare Lega e M5s è difficile: se non fai il reddito di cittadinanza devi comunque dare aiuti ai disoccupati e se non fai la flat tax hai bisogno di un provvedimento che faccia capire che intervieni sulle tasse. I costi di questa operazione vanno attentamente calcolati per evitare di andare a sbattere. Poi ci sono altri nodi importanti: la Fornero, i migranti, l’Europa. 

La politica è anche l’arte del possibile.

Sì, ma Di Maio deve capire bene come far digerire Salvini ai propri elettori. Non è detto che ci riesca. L’ostilità non è innanzitutto nei confronti di Berlusconi, ma dell’alleanza con la Lega, vista come un partito di destra xenofoba.

Una lettura di sinistra.

E infatti resto dell’avviso che gli elettorati di M5s e centrosinistra siano vicini e che l’ipotesi migliore per i 5 Stelle sarebbe l’alleanza con il Pd. Ma Renzi controlla la maggioranza del partito e non permette a nessuno di guardare altrove. D’altra parte senza la componente renziana il Pd non potrebbe mai avere i numeri per governare con M5s, ammesso e non concesso che ci fosse questa volontà. 

Hai detto che in M5s l’ostacolo maggiore non è Berlusconi. Eppure sembrerebbe proprio così. Tra l’altro sono stati i senatori di M5s a far decadere Berlusconi da senatore. 

Ma Berlusconi si muove secondo logiche sue, aziendali, è un filo-governativo per eccellenza e potrebbe accettare alleanze anche con i marziani. Io penso che anche per Salvini il problema sia dato più da Forza Italia che da Berlusconi.

E’ realistica l’ipotesi di un ribaltone in casa Pd per cambiare linea politica?

No, perché se anche venti deputati e senatori renziani non ci stanno, non se ne fa nulla. E infatti il Pd finora non ha costituito una concreta sponda per M5s. Solo voci, ammiccamenti, mai una trattativa vera. 

Insomma l’unica strada praticabile è quella di un governo Lega-5 Stelle, l’ircocervo stigmatizzato da Berlusconi?

Alternative non ne vedo.

L’ipotesi di un preincarico a una figura istituzionale come Casellati?

In molti l’hanno fatta ma io la vedo meno plausibile. La Casellati è una figura storica del berlusconismo più arrembante. Troppo per M5s.

La tempistica?

Ci vorrà molto tempo. Io credo che un governo lo avremo — se lo avremo — intorno alla fine di aprile.

E se così non fosse?

Mattarella potrebbe fare un altro tentativo, ma se anche questo non andasse in porto a quel punto lo scioglimento sarebbe il male necessario.

(Federico Ferraù)