Il clima è tornato teso all’interno del centrodestra, forse è stato sempre così dopo le elezioni del 4 marzo. Pare che negli ultimi giorni le telefonate tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini siano diventate sempre più tese, in particolare da quando la pressione del Movimento 5 Stelle è aumentata sul segretario della Lega. In una in particolare il leader della Lega avrebbe sentito sempre più franare il terreno sotto i suoi piedi. Il retroscena è stato svelato da La Stampa, secondo cui il leader del Carroccio è preoccupato dallo spettro delle elezioni anticipate, sempre più concreto visto che il M5S non sembra intenzionato a fare retromarcia rispetto al rifiuto di incontrare Berlusconi. «Silvio, se non riusciamo a fare un governo come centrodestra o con i 5 Stelle, io non sono disposto a sostenere un’ammucchiata con tutti dentro, anche se vestita da governo del presidente», questo il messaggio di Salvini in un colloquio telefonico con Berlusconi. C’è solo un modo per accontentare le richieste dei grillini: fare in modo che il Cav si metta da parte, ma Berlusconi non sembra essere di questo avviso. (agg. di Silvana Palazzo)
LEGA APRE PER IL GOVERNO: È L’ORA DELLA VERITÀ
Con l’apertura delle consultazioni al Quirinale arriverà il momento della verità per Lega e Movimento 5 Stelle. Matteo Salvini vuole partire con una «maggioranza chiara» e dal programma di centrodestra, mettendo così in difficoltà Luigi Di Maio, che potrebbe maturare un cambio di passo. Finora il M5S ha ribadito la propria posizione: c’è solo un premier ed è Di Maio. Ma una «terza personalità», magari indicata proprio dai pentastellati, potrebbe sbloccare la situazione. Le affinità tra i programmi sono evidenti, i segnali di avvicinamento ci sono e sono pure concreti (dal reddito di cittadinanza alla riduzione delle tasse). E allora resta da capire se Di Maio riuscirà a traghettare il Movimento 5 Stelle verso la legittimazione della collaborazione con il centrodestra. Come riportato da il Giornale, un mancato governo giallo-verde sarebbe «una sconfitta epocale» per le due formazioni, che rischierebbero così di restare populismi d’opposizione incapaci di produrre un reale cambiamento. (agg. di Silvana Palazzo)
SALVINI: “FACCIO UN FIORETTO, MA NON PER IL GOVERNO”
Mentre i giornalisti si affannano per cercare di capire se Matteo Salvini e Luigi Di Maio riusciranno a trovare l’intesa per la formazione di un nuovo governo, il leader della Lega sembra avere al momento altri pensieri. Nel corso di una diretta sul suo profilo Facebook, il leghista ha detto:”Ho fatto un fioretto, ma non per il governo: il prossimo 3 aprile smetto di fumare: è una promessa. E’ il regalo di compleanno per mio figlio Federico che martedì compirà 15 anni. Lui e la Mirta, che ha cinque anni, mi dicono sempre: ‘Papà basta con ‘sta puzza di sigarette, ti fai del male, quand’è che smetti? Non è facile in periodi come questi di litigi, incontri, telefonate e trattative. Se uno è nervosetto e stanco la sigaretta se la accende. Sperando che le trattative con gli alleati e con i non-alleati per il governo non mi facciano arrabbiare. Quindi intanto perdonatemi ma questa io me la accendo..“. Clicca qui per il video!
IL “SONDAGGIO” DI SALVINI
Chissà se nel vertice che si terrà dopo Pasqua tra Salvini e Di Maio verrà affrontato anche quanto emergerà dal “sondaggio” lanciato dal leader della Lega sui canali social in questo pomeriggio di Venerdì Santo. «Fare un governo con i Cinque Stelle? Voi che dite, fatemelo sapere…Non è un sondaggio, ma ditemi che ne pensate», ha scritto Salvini durante la diretta Facebook da Ischia, dopo aver interloquito con i tanti fans che chiedevano lumi sulle prossime scelte di governo. I commenti si sono subito fatti avanti e una lieve maggioranza l’ha presa il dialogo con il Movimento 5 Stelle piuttosto che il muro contro muro: «Vedete, questo è il bello della diretta e dei social…», ride Salvini mentre prosegue poi l’enunciare del programma principale per il Centrodestra appena salirà al Governo. Già, perché il segretario del Carroccio si dice del tutto sicuro che alla fine un accordo si potrà trovare e un esecutivo per far partire i punti importanti del programma si imbastirà; «quando salirò al Colle dirò al Capo dello Stato che siamo pronti. Poi servono i numeri, certo, e li avremo con chi pensa sia giusto stare dalla parte dei cittadini perbene e con chi vuole creare lavoro», commenta ancora un Salvini scatenato nel primo giorno di “vacanza” a Ischia.
E ancora sull’accordo possibile con i M5s, «Vediamo se da parte loro ci sono solo chiacchiere o voglia di risolvere i problemi sul serio». Intanto sul nostro quotidiano questa mattina è intervenuto Paolo Becchi che ha avanzato una possibile, clamorosa, ipotesi di governo per i prossimi mesi: una sorta di “staffetta Salvini-Di Maio”, ha spiegato l’ex sodale di Beppe Grillo. «La situazione è bloccata, ci sono il leader della coalizione vincente e il leader del primo partito che aspirano ad avere lo stesso posto. Nessuno vuole cedere? Facciano un accordo programmatico per dividersi la legislatura e governino entrambi, prima uno e poi l’altro», spiega Becchi (qui il testo integrale dell’intervista sul Sussidiario.net).
LEADER LEGA QUERELA L’ESPRESSO
Matteo Salvini manda segnali di fumo a Luigi Di Maio. Oggi il leader della Lega ha aperto di nuovo, come aveva fatto qualche giorno fa, al reddito di cittadinanza. Nelle dichiarazioni del leader leghista riecheggia in realtà la proposta leghista del reddito di avviamento al lavoro, un prestito per raggiungere la soglia di “sopravvivenza” da restituire al massimo in 20 anni, quando si è trovato lavoro. Restano però i nodi politici per un’alleanza M5S-Lega. «A Di Maio premier non possiamo rinunciare, meglio tornare al voto. Di Maio è una garanzia politica per il nostro elettorato», è il messaggio che filtra dal Movimento 5 Stelle. Sembra un veto insormontabile anche sull’ipotesi di un incontro tra Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi e un ingresso in maggioranza di Forza Italia. Più semplice invece l’intesa sugli altri punti del programma elencati da Matteo Salvini, a partire dalla flat tax, su cui si registra l’apertura del capogruppo M5s Danilo Toninelli. «Se la flat tax è costituzionale e include i poveri noi non chiudiamo mai». Intanto scoppia la “grana” Espresso: il giornale in un’anticipazione ha chiesto in un’inchiesta dove sia finito il tesoro della Lega e i 48 milioni di euro che il Tribunale di Genova vorrebbe mettere sotto sequestro. Per l’Espresso parecchi milioni sarebbero stati investiti illegalemente sia sotto la gestione di Roberto Maroni sia sotto quella di Matteo Salvini. Il Carroccio dopo la pubblicazione dell’anticipazione ha annunciato querela contro il settimanale. (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO REPLICA: “IO UNICO PREMIER”
Se da un lato Matteo Salvini apre sul reddito di cittadinanza, dall’altro Di Maio chiuse sulla partita del premier: la “fisarmonica” assai fragile (almeno di facciata, ndr) dell’asse Lega-M5s prosegue in attesa del prossimo vertice con i due leader prima del 4 aprile. La misura “principe” del Movimento 5 Stelle viene valutata dal Centrodestra che sarebbe intenzionato anche ad accoglierla, se si accetta la restante parte primaria del programma di coalizione siglato da Berlusconi, Meloni e Salvini: ecco proprio quest’ultimo, ancora intervenendo da Ischia, «Se il reddito di cittadinanza non è un investimento illimitato per chi sta a casa, aperto a tutti – cosa che mi vedrebbe fortemente contrario perché sarebbe la fine del merito e dell’incentivo a fare impresa e cercare un lavoro – ma un investimento temporaneo per chi ha perso il lavoro ed è in attesa di trovare un nuovo lavoro ne possiamo parlare».
Secondo il leader leghista però, se il RdC si tratta dell’ennesimo provvedimento assistenzialista “a tempo indeterminato” allora «dico no perché è la fine dell’idea dello sviluppo», conclude Salvini. E Di Maio che fa? Interviene per la prima volta in questa giornata “indirettamente” tramite un post del Blog delle Stelle, «Di Maio è l’unico candidato premier del M5s con cui intendiamo andare al governo e cambiare il Paese dando finalmente agli italiani le risposte che attendono da trent’anni», riportando per l’ennesima volta nel giro di 3 giorni lo “slogan” «MoVimento si è presentato con un programma e un candidato premier votato dal 32% degli elettori, 11 milioni di italiani. Questa volontà popolare non siamo disposti a ignorarla, è sacra. Proporre agli italiani un altro candidato premier significherebbe tradire questa volontà».
SALVINI: “I NUMERI NON CI SONO, MA STIAMO RAGIONANDO CON IL M5S”
Un secondo, molto più potente, “messaggio” per il giovane collega del M5s arriva ancora da Ischia: l’autore è il leader della Lega Matteo Salvini che in vacanza prepara la resa dei conti finale e il piano di battaglia per arrivare al Colle con una proposta convincente per Mattarella. «Adesso i numeri non ci sono ma tra qualche giorno speriamo che ci siano. Con Di Maio ci sentiamo dopo Pasqua», ha confermato il Segretario del Carroccio mentre si apprestava a raggiungere la zona rossa di Casamicciola colpita dal grave sisma ad Ischia del 21 agosto scorso. Salvini sottolinea che i lavori in Parlamento sono iniziati subiti anche grazie alla mediazione della Lega che non ha voluto fare le barricate e si è messa a disposizione per accordi con le altre forze politiche: «Io sono pronto, la Lega è pronta e il centrodestra, che ha vinto le elezioni, è pronto», spiega un Salvini intenzionato a chiedere l’incarico di governo, ma senza pregiudiziali «sono pronto a incontrare tutti, anche i 5 Stelle ovviamente».
L’unico presupposto fissato dal leader del Centrodestra è il programma: «Si parte con il programma del centrodestra, cioè l’abolizione della legge Fornero, l’abbassamento delle tasse e il blocco dell’immigrazione. Bisogna controllare e bloccare gli sbarchi, espellere». Il passaggio fondamentale poi, raccolto dai cronisti ad Ischia, riguarda il “ragionamento” in corso con Luigi Di Maio: «Con i 5 stelle stiamo ragionando, se poi questo ragionamento andrà lontano o si fermerà non sono in grado di dirlo adesso. Io premier? La mia ambizione è di rappresentare tutti gli italiani facendo il presidente del Consiglio. Però non è una pregiudiziale perché a me interessa lavorare per l’Italia. Qualcun altro diceva: o io o il diluvio, io non ho l’arroganza di dire o io o nessuno».
SALVINI, “MESSAGGI” A DI MAIO DA ISCHIA
Nuova giornata di “schieramenti” opposti, di calcoli e di leggere “provocazioni” per arrivare pronti al vertice pre-Consultazioni tra Lega e Movimento 5Stelle, ovvero tra i due leader dal telefono rovente in questi ultimi 15 giorni. Le schermaglie continuano perché ognuno ha qualcosa da far “togliere” all’avversario per poter arrivare ad un accordo che al momento potrebbe essere l’unico ad evitare nuove elezioni a stretto giro: Di Maio chiede a Salvini in sostanza di lasciare fuori dal tavolo di gioco Berlusconi (ma non Forza Italia, come si vede dai buoni tavoli avuti ieri in Parlamento, ndr), mentre il leader della Lega vuole riflettere bene sul reddito di cittadinanza e chiede a Di Maio di non fare il “bambino” che vuole giocare da solo con il pallone (“o premier o nulla”). Se in Parlamento qualcuno dice che in realtà quello a cui stiamo assistendo è tutta pretattica e che l’accordo M5s-Lega c’è già stato – Gianfranco Rotondi, che a Libero ha sussurrato «I ragazzi l’accordo ce l’hanno già e comprende tutto, compresa la lite su chi guida un governo già deciso e destinato a vedere la luce prima di quanto tutti scommettano» e ci sarebbe anche Berlusconi nell’accordo secondo il segretario di Rivoluzione Cristiana – a livello pubblico è Salvini questa mattina in partenza per le vacanze a Ischia con la bella Elisa Isoardi a dare il nuovo “messaggio” al giovane grillino. «Se Luigi scopre le carte è fatta, il dialogo è aperto ma bisogna entrare nel merito. […] voglio capire che reddito di cittadinanza chiedono di introdurre, si può dialogare…».
IL GIUDIZIO DI CASALEGGIO
Di contro sul Corriere della Sera arriva la “risposta” forse più a Di Maio che non a Salvini stesso, da Davide Casaleggio: il figlio del fondatore e fidato collaboratore di Beppe Grillo – nonché capo della piattaforma su cui ruota tutto il Movimento 5 Stelle, Rousseau – spiega al CorSera a pochi giorni dalla “Leopolda grillina” di Sum cosa si aspetta nei prossimi mesi. «Delle soluzioni politiche se ne sta occupando Luigi Di Maio e sta gestendo questo momento in maniera impeccabile. Per il resto la mia unica valutazione è che mi auguro che la volontà popolare venga rispettata»: ergo, un bel bravo a Di Maio con l’appunto di non stravolgere troppo il mandato popolare che non parlava certo né di Salvini né tantomeno di Silvio Berlusconi. Giustamente Buzzi chiede a Casaleggio, dal momento che i numeri per andare da soli non ci sono, se loro hanno paura di tornare al voto: «La decisione di sciogliere le Camere spetta al capo dello Stato. Di certo non abbiamo mai temuto le consultazioni popolari». Insomma, le trame si muovono e il vertice tra Salvini e Di Maio forse potrà essere risolutivo appena qualche ora prima di salire al Colle (4 e 5 aprile, ndr) per illustrare a Mattarella il piano di battaglia: interessante un altro sussurro che arriva dal Parlamento, questa volta in forma anonima e grillina (raccolto dall’Ansa), «Stanno facendo come i gamberi, un passo avanti e due dietro. Ma nessuno vuol tornare al voto, bisognerà attendere almeno tre settimane». Il Def da presentare a fine aprile potrebbe fare smussare qualche angolo di troppo e portare ad un governo unico e unitario almeno per qualche mese: l’accordo c’è, non è ancora chiaro però chi sederà a quel tavolo per evitare le nuove elezioni, che realmente non vuole nessuno (specie perché si perderebbero i privilegi da neo-parlamentari appena guadagnati).