Nicola Zingaretti si dice soddisfatto: “E’ stato opportuno attendere. Il dato più importante è la straordinaria e bellissima rimonta nel voto, un risultato di rilevanza storica”. Zingaretti non ha dubbi: “Ce ne ricorderemo: è avvenuto nello stesso giorno della più devastante sconfitta delle forze di sinistra nella storia della Repubblica”. Degna di nota anche la differenza elettorale tra il voto politico e quello delle regionali, che oscilla tra i 250 e i 300 mila voti. “Per la prima volta, i cittadini del Lazio hanno riconfermato il loro presidente”. Gli sconfitti non tardano a farsi sentire. La prima è Roberta Lombardi, che fa sapere: “Tornerò a fare la mamma”. “Sapevamo che sarebbe stato difficile, il voto regionale è sempre una partita a sé”. Il risultato è “molto importante” anche sul fronte opposto: “Abbiamo incrementato i consensi territoriali rispetto al 2013, e per questo possiamo ritenerci soddisfatti”. [agg. di Rossella Pastore]
I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio – Live & Affluenza – Proiezioni & Exit Poll – Risultati Camera Uninominale, Camera Proporzionale, Senato Uninominale, Senato Proporzionale, Lombardia.
Con quasi 4 mila sezioni scrutinate, Nicola Zingaretti è in testa con il 34,01% dei voti. Seguono Stefano Parisi (30,29%); Roberta Lombardi (26,89%); Sergio Pirozzi (4,68%). Rispetto a quello lombardo, il risultato è meno netto, ma la percentuale raccolta è sufficiente a un secondo mandato. Si tratta di una vittoria condivisa: in coalizione figurano anche Liberi e Uguali, Insieme, +Europa, Lista Civica Nicola Zingaretti e Centro Solidale per Zingaretti. Niente da fare per la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che appoggia il perdente Jean-Léonard Touadi. Per Zingaretti, il dato consigliare non rassicura del tutto: la maggioranza è debole, ma si tratta ancora di previsioni. [agg. di Rossella Pastore]
VINCONO PD E LEU
Il Decision Desk di YouTrend.it annuncia la vittoria di Nicola Zingaretti. Un risultato importante, in caso di ufficialità: è la seconda volta che i cittadini laziali accordano la fiducia al candidato piddino, che sarebbe così il primo governatore ad essere rieletto. Il trucco, l’ampia coalizione che comprende anche LeU, che ha convinto anche chi nel Pd non ci credeva più. Lo dimostrano i dati nazionali: il Lazio è un’eccezione, in uno scenario politico che prescinde sempre meno da Renzi&Co. Incisiva anche la presenza di Insieme, +Europa, Lista Civica Nicola Zingaretti e Centro Solidale per Zingaretti. Non è stato un rapporto impari: da parte sua, Pietro Grasso ha negoziato una “svolta a sinistra”. Secondo l’ultima proiezione Opinio (Rai) Zingaretti detiene il 34% delle preferenze, con Stefano Parisi al 30,6% e Roberta Lombardi al 27,1%. In fondo Sergio Pirozzi, che non arriva al 5%. [agg. di Rossella Pastore]
RISULTATI A CONFRONTO
Se la situazione in Lombardia pare essersi assestata (Attilio Fontana vincitore al 52,49%), il risultato laziale resta incerto. Lo spoglio procede in modo indistinto, tra voto ai presidenti e voto alle liste. Zingaretti (centrosinistra) è avanti con il 34% delle preferenze; Stefano Parisi (centrodestra) lo insegue al 30,6. Mancano all’appello Roberta Lombardi (M5S), con un deludente 27,1, e Sergio Pirozzi (lista civica), che racimola un misero 4,5. Si segnala una disparità tra lo spoglio di presidenti e liste: nel primo caso, Zingaretti è avanti a Parisi; nel secondo, è Parisi a essere in vantaggio. Si tratta ovviamente di dati parziari, dovuti alla possibilità di esprimere preferenze disgiunte governatore-liste. [agg. di Rossella Pastore]
MANCA LA MAGGIORANZA
Nicola Zingaretti, il governatore uscente della Regione Lazio, è in vantaggio su Sergio Parisi, lo sfidante del centrodestra. Quando le sezioni scrutinate sono 2213 su 5285, il candidato del Partito democratico si attesta al 35,2%, mentre Parisi al 29,66%. Segue Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle con il 26,62%, chiude invece Sergio Pirozzi non va oltre il 4,83%. La vittoria di Zingaretti sarebbe l’unico successo del Pd a questa tornata elettorale, inoltre sarebbe la prima volta che un governatore uscente viene riconfermato nel Lazio. Quello che va capito però è se Zingaretti avrà una maggioranza stabile in Consiglio regionale o se il mandato sarà traballante. Continua allora ad aleggiare lo spettro della “lame duck”, l’anatra zoppa, che si verifica quando un presidente eletto non ha maggioranza tra i consiglieri regionali. Parisi ha comunque un margine, seppur stretto, per sperare nel ribaltone. Anche in caso di sconfitta di misura, potrebbe però dirsi soddisfatto, visto che fino ai primi di febbraio la sua coalizione era indietro di venti punti. Per Lombardi invece sarebbe fondamentale acciuffare almeno il secondo posto, ma questa è comunque l’ultima corsa politica per lei. (agg. di Silvana Palazzo)
ZINGARETTI BIS? RIMONTA DI PARISI
È sempre Swg per La7 a fornire le ultime novità sui risultati delle Regionali in Lazio ed è sempre la stessa proiezione, aggiornata con i dati di copertura all’86%, a dare Nicola Zingaretti tutt’altro che sicuro di ottenere la rielezione alla guida della Regione. I numeri dicono che, mentre i dati reali vengono svelati con estrema lentezza nello spoglio (su quelli Zingaretti è in vantaggio), il candidato del Pd viaggia con il 31,8%, mentre Stefano Parisi del Centrodestra insegue attaccato con il 30,8%. Scende invece la Lombardi, con il Movimento 5 Stelle che cala al 27,85 su scala regionale: ultimo dei principali candidati presidenti, Sergio Pirozzi al 5,2% della sua lista civica da Amatrice. Un ultimo lapidario commento di YouTrend di fronte alle tante richieste di dati e ragguagli più precisi è il seguente: «Per noi il Lazio è ancora too close to call». (agg. di Niccolò Magnani)
ZINGARETTI NON CERTO, LOMBARDI LO TALLONA
Partita davvero complicatissima quella per la Regione Lazio dove Zingaretti partirebbe con un gap di 200.000 voti in meno, se si studiano i numeri di partenza dell’elettorato del Lazio, dove i dati per le regionali coincidono con quelli della camera. Riuscirà Zingaretti a ripetere l’impresa del 2008 quando vinse andando anche in quel caso controcorrente, rispetto all’orientamento delle elezioni nazionali? I dati che sta raccogliendo il PD sono positivi, ma fino all’ultimo nessuno vuole parlare. Zingaretti arriverà nella sede romana tra un’ora circa, quando i dati saranno più ufficiali. Il problema potrebbe comunque essere la governabilità, perché nella regione Lazio l’80% dei seggi verrà assegnato con metodo proporzionale e solo dieci seggi saranno assegnati al vincitore. Per avere la maggioranza servirebbe una vittoria al 36% risultato al momento lontano. Per cui si potrebbe avere Zingaretti eletto, ma senza maggioranza. Secondo la terza proiezione SWG con una copertura pari al 71 Zingaretti risulterebbe vincitore al 31,60%, seguono appaiati Stefano Parisi e Roberta Lombardi al 29%, Pirozzi si fermerebbe al 5,80%. Anche nella sede di Parisi c’è estrema cautela, le proiezioni non danno grandi speranze, ma si aspettano dati ufficiali perché su alcune delle sezioni scrutinate, Pirozzi è più forte, in altre meno, e sembra proprio Pirozzi il candidato che avrebbe “rubato” più voti alla lista di centrodestra di Parisi. Gasparri ai microfoni di La7 ha detto che Pirozzi intenzionalmente è sceso in campo per spaccare e non consentire la vincita del centrodestra, “è un candidato di disturbo” ha dichiarato. Gasparri ha parlato addirittura di un mandante, persone romane che avrebbero spinto Pirozzi a candidarsi. (agg. di Laura Bellotti)
RISULTATI SECONDA PROIEZIONE SWG, COPERTURA 50%
Continua lo spoglio nella Regione Lazio per conoscere il nome del candidato che guiderà la Regione. Continua il testa a testa ed è ancora incerto quello che potrà essere il risultato finale. Secondo la proiezione SWG di La7 con la copertura del 50%, Nicola Zingaretti, presidente uscente e candidato del centrosinistra, continua ad essere in testa con un 31,1% , ricordiamo che nella prima proiezione Rai era dato al 34,4%. Si riduce quindi il divario con il secondo candidato Roberta Lombardi in rappresentanza del M5S al 29,5% seguita a breve distanza da Stefano Parisi che rappresenta la coalizione di centrodestra al 28,5%. In questo caso lo spoglio non sembra seguire l’andamento dei risultati nazionali che hanno visto trionfare il centrodestra e la Lega. Segue invece la lista civica Sergio Pirozzi al 6%. Risulta ancora troppo presto chiudere le danze e dichiarare Zingaretti vincitore, nonostante le proiezioni favorevoli, perché i candidati sono nel margine d’errore e lo spoglio è ancora abbastanza indietro. (agg. di Laura Bellotti)
RISULTATI QUARTA PROIEZIONE OPINIO RAI: PARTITA ANCORA APERTA
Quando è giunta la quarta proiezione di Opinio Rai per le Regionali in Lazio, ancora la partita non è del tutto decisa: il Movimento 5 Stelle infatti tallona il governatore uscente e gli impedisce di “cantar vittoria” subito, con un margine di errore della forbice di proiezione che potrebbe ancora dare un clamoroso ribaltamento dei risultati elettorali su Roberta Lombardi contro Nicola Zingaretti. La candidata grillina infatti è data attorno al 29,5%, mentre il Presidente Lazio si impone con il 33,2%: in corsa, teoricamente, anche il candidato del centrodestra Stefano Parisi (29%) che con i voti di Sergio Pirozzi (FdI al 4,3%) avrebbe forse potuto portare a casa la partita elettorale contro ogni pronostico della vigilia. Secondo quanto riportato da YouTrend poco fa, «È ancora presto per “chiamare” la vittoria di Zingaretti, nonostante le proiezioni favorevoli, perché i candidati sono nel margine d’errore e lo spoglio è ancora indietrissimo». (agg. di Niccolò Magnani)
PROIEZIONE OPINIO: LA VITTORIA DI ZINGARETTI NON È ANCORA CERTA
Sono cominciati da poco gli scrutini relativi alle Elezioni Regionali Lazio 2018: lo spoglio è cominciato alle 14, una volta archiviato quello delle Politiche. Gli exit poll, che non offrono risultati certi, attestano Nicola Zingaretti in vantaggio. Secondo Consorzio Opinio Italia per la Rai, è al 30-34%, mentre il candidato del centrodestra Stefano Parisi sarebbe al 26-30%. In coda Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle con il 25-29% e Sergio Pirozzi, che con la sua lista civica è dato tra il 2 e il 4%. Per i risultati definitivi bisognerà aspettare diverse ore: dovrebbero essere resi noti nella tarda serata di oggi, lunedì 5 marzo 2018. Neppure il dato relativo all’affluenza è definitivo: il Ministero dell’Interno informa che tenendo conto dei dati raccolti per 375 Comuni su 378, si è attestata al 66,47% alle 23 di ieri. Presto comunque cominceranno ad emergere i primi dati e potranno quindi partire le analisi sul voto nel Lazio. (agg. di Silvana Palazzo)
ZINGARETTI SENZA MAGGIORANZA?
Lo scrutinio dei voti per le elezioni regionali nel Lazio inizierà alle 14:00. Gli exit poll danno in vantaggio Nicola Zingaretti, ma con il rischio che non riesca ad avere una maggioranza in consiglio regionale. In effetti andando a vedere i dati relativi allo spoglio delle schede del Senato, si può notare che nella regione il numero più alto di voti è stato raccolto dalla coalizione di centrodestra (35,2%), davanti al Movimento 5 Stelle (32,2%). Sommando i voti di centrosinistra e Liberi e Uguali non si arriva al 30%. Dunque, a meno che gli elettori non abbiano votato in maniera differente alle politiche e alle regionali, se anche Zingaretti dovesse riuscire a battere i suoi avversari Stefano Parisi e Roberta Lombardi, sembra difficile poter riuscire ad avere una maggioranza stabile, senza dover scendere a patti con il centrodestra (o parte di esso) o il Movimento 5 Stelle. Non resta che aspettare lo scrutinio dei primi voti per avere delle indicazioni più precise, anche per vedere se gli exit poll sul vincitore tra i candidati presidente hanno fornito una previsione esatta. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi)
LE DICHIARAZIONI DI PARISI
A commentare i primi dati sugli exit poll riguardanti le elezioni Regionali nel Lazio è stato Stefano Parisi, che ha espresso il suo parere sul risultato ottenuto dal governatore uscente di centrosinistra: “Dai primi exit poll è un testa a testa tra me e Zingaretti e questo è già di per sé un risultato straordinario”, ha ammesso il candidato di centrodestra, così come si legge su Repubblica.it. Nelle sue parole, anche un commento sul suo elettorato nel centro di Roma: “La campagna elettorale è iniziata solo trenta giorni fa e soli venti giorni fa analisti importanti ci davano fuori partita”, aggiungendo inoltre che per il momento l’importante è attendere “i risultati definitivi e le prime previsioni per capire meglio”. “Ora – continua Parisi – siamo vicini rispetto a quando sono partito con 25 punti di distanza. È un dato positivo”. Nicola Zingaretti, secondo le proiezioni, sarebbe in vantaggio con una forchetta che oscilla fra il 30 e il 34%, che tuttavia non garantisce ancora la piena governabilità. (Agg. di Fabiola Iuliano)
ZINGARETTI “ANATRA ZOPPA”
Lo spoglio dei voti per le elezioni regionali del Lazio 2018 deve ancora cominciare, ma gli exit poll danno in vantaggio Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra, che riuscirebbe nella storica impresa di essere confermato alla guida della Regione, cosa finora mai riuscita ai suoi predecessori. Tuttavia lo scrutinio assume una notevole importanza per quel che riguarda i voti raccolti dalle liste. Come ricorda Il Messaggero, infatti, nel Lazio c’è un sistema elettorale misto che assegna 40 seggi con il proporzionale e i restanti dieci alla coalizione che appoggia il Governatore vincente. Occorre quindi che le liste del candidato vincente superino il 36% perché ci sia una maggioranza tale da consentire un controllo stabile del Consiglio regionale. E dato che Zingaretti viene accreditato di una percentuale di voti variabile tra il 30% e il 34%, il rischio “anatra zoppa” c’è tutto. Dunque massima attenzione nelle prossime ore sullo spoglio dei voti. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi)
AFFLUENZA SOPRA IL 66%
Dai dati non ancora definitivi risulta ampiamente in testa il presidente uscente: Nicola Zingaretti candidato della coalizione di centrosinistra è in testa con una forbice che va dal 30 al 34%. Il suo principale rivale, Parisi della coalizione di centrodestra è indietro tra il 26 e il 30%. La candidata dei cinque stelle ottiene un buon 25-29% ma è terza e infine il sindaco di Amatrice Pirozzi con la sua lista civica ottiene solo tra il 2 e il 4%. L’affluenza non è stata molto alta, al 66,4%, contro il 71,9% della precedente elezione quella del 2013. Ricordiamo che l’elezione è diretta senza ballottaggio: vince chi prende anche una sola preferenza in più (Agg. Paolo Vites)
CINQUE STELLE AL TERZO POSTO
Elezioni regionali Lazio 2018, exit poll. Chiuse anche nel Lazio le urne per il rinnovo del consiglio regionale e per l’elezione del nuovo governatore della Regione. Secondo i primi exit poll di Consorzio Opinio Italia per Rai, Nicola Zingaretti (centrosinistra), presidente uscente, sarebbe riconfermato presidente, con il 30-34% dei voti, dietro di lui Stefano Parisi (centrodestra) con il 26-30%. Segue Robereta Lombardi (M5s) 25-29% e Sergio Pirozzi (lista civica Pirozzi) 2-4%. L’inner circle renziano aveva offerto un seggio senatoriale a Zingaretti, una abile mossa per neutralizzare la sua forza politica. Il successo di Zingaretti, se confermato, rafforzerebbe invece l’asse del presidente con Gentiloni.
ZINGARETTI INDEBOLISCE RENZI
Election Day in Lazio. Gli aventi diritto al voto in Lazio sono chiamati ad eleggere il nuovo consiglio regionale e il loro prossimo governatore (elezioni regionali) e a decidere chi mandare alla Camera e al Senato nella XVIII legislatura (elezioni politiche). Appena le urne saranno chiuse, alle ore 23, comincerà lo scrutinio di Camera e Senato; nello stesso tempo, saranno forniti gli exit poll delle elezioni regionali. Lo scrutinio delle regionali comincerà invece alle 14 di domani, lunedì 5 marzo, ultimato quello delle elezioni politiche. Nicola Zingaretti (centrosinistra), inseguito da Stefano Parsisi (centrodestra), è attualmente il favorito per la corsa alla prima poltrona della Regione. Come ha sottolineato Affari Italiani, Zingaretti ha un ottimo rapporto con Paolo Gentiloni, che ha lodato più volte il “modello Lazio”, rappresentazione di un centrosinistra inclusivo, moderato, lontano dal metodo di governo tutto renziano dell’uomo solo a comando, più propenso a isolare e a rompere i rapporti con gli oppositori e a isolarli che a tenerli nel partito. Non solo. Zingaretti ha ottimi rapporti con Napolitano e con Grasso, dato che con Leu il governatore uscente ha concluso l’accordo elettorale (nel Lazio Leu vota Zingaretti). Se alle politiche il Pd renziano dovesse andare male, a quel punto l’asse Gentiloni-Zingaretti-Grasso potrebbe diventare davvero pericoloso per lui, prefigurando addirittura un patto di governo nazionale. Di cui il primo a fare le spese sarebbe proprio Matteo Renzi.
AFFLUENZA ALLE ORE 19 E PROBLEMI AI SEGGI
Elezioni Regionali in Lazio. Alle 19, secondo i dati del Viminale, si è recato a votare il 50,89% degli aventi diritto. La percentuale dei votanti era del 17,33% alle ore 12. A causa dei rallentamenti che le procedure di voto stanno creando nelle maggiori città italiane, il Campidoglio ha invitato i cittadini romani ad andare ai seggi per tempo, almeno un’ora prima della chiusura delle urne. A complicare le operazioni infatti è il tagliando adesivo antifrode, comparso per la prima volta proprio in queste elezioni politiche. Alla procedura farraginosa (registrazione, consegna delle schede all’elettore, voto, restituzione) si aggiunge dunque il fatto che in Lombardia e, appunto, nel Lazio, gli elettori ricevono tre schede, Camera e Senato (elezioni politiche) e Regione, e dunque l’atto del voto richiede un tempo più lungo del solito. Poiché sia i seggi delle politiche che quelli delle regionali chiudono alle 23, è bene che soprattutto i romani, ma anche gli elettori degli altri centri maggiori, per evitare sorprese, vadano ai seggi entro le 22.
AFFLUENZA ALLE ORE 12
Cresce in Lazio dove si vota anche per il nuovo presidente di Regione l’affluenza al voto rispetto al 2013: alle ore 12 si è recato a votare il 16,5% degli aventi diritti rispetto al 13,8% delle precedenti elezioni, mentre prima ancora, nel 2008, aveva votato appena l’8,60%. Per le elezioni regionali ha votato il 16,53% degli elettori. Nei vari capoluoghi di provincia alle ore 12 ha votato a Frosinone il 14,92% degli elettori; a Latina il 16,81%; a Rieti il 17,09%; a Viterbo il 17,05%. Nella capitale infine ha votato il 16,87% degli aventi diritto (Agg. Paolo Vites).
ZINGARETTI, PARISI, LOMBARDI: TUTTI I CANDIDATI
Domenica 4 marzo 2018 si terranno le elezioni regionali per il Lazio: laziali chiamati alle urne per l’Election Day, perché oltre il nuovo Parlamento verrà sancito il nuovo presidente della Regione. Cittadini che dovranno eleggere il successore di Nicola Zingaretti, esponente del Partito democratico e sostenuto anche da SEL, CD e PSI, che ha deciso di ricandidarsi anche a questa turnata. Il fratello del noto attore Luca, è sostenuto oltre che dal Pd, da Lista Civica Zingaretti Presidente, Liberi e Uguali, Insieme con Zingaretti, Centro solidale per Zingaretti e +Europa. Sette gli sfidanti in corsa: Stefano Parisi (sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Energie per l’Italia, Noi con l’Italia), Roberta Lombardi (candidata del Movimento 5 Stelle), Mauro Antonini (candidato di CasaPound), Giovanni Paolo Azzaro (candidato di Democrazia Cristiana), Elisabetta Canitano (candidata di Potere al popolo), Sergio Pirozzi (sostenuto da Sergio Pirozzi Presidente e Lista Nathan), Stefano Rosati (candidato di Riconquistare l’Italia) e infine Jean-Leonard Touadi (candidato di Civica Popolare).
RISULTATI ELEZIONI REGIONALI LAZIO 2018, GLI ULTIMI SONDAGGI
Una corsa a otto che sembra destinata a lasciare tutto come già è. Secondo gli ultimi sondaggi prodotti da GPF prima del silenzio elettorale, i distacchi sono cristallizzati e Nicola Zingaretti ha tracciato un solco rispetto ai diretti rivali. Il candidato del Centrosinistra, sostenuto anche da Liberi e Uguali, è dato attorno al 31,7 per cento. Più staccati i due principali competitors: parliamo del candidato del Centrodestra Stefano Parisi, fermo al 26,6 per cento, e della candidata del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi, che si aggira attorno al 24,4 per cento. Ben più distanti, invece, Sergio Pirozzi (9,4 per cento), Carnitano (3,5 per cento), Antonini (2,7 per cento) e Touadi (1 per cento). Dal punto di vista dei partiti, invece, buone notizie per Fratelli d’Italia, che si aggira attorno al 7,1 per cento), mentre Energie con l’Italia per Parisi non riesce a sfondare: nato da poco, il partito del candidato governatore si ferma all’1,8 per cento.
ELEZIONI REGIONALI, I PRECEDENTI
Le ultime elezioni regionali del Lazio si sono tenute il 24 e il 25 febbraio 2013 in seguito alle dimissioni del consiglio regionale. Al terminio dello scrutinio è stato eletto Nicola Zingaretti come nuovo Presidente della Regione, che ha ottenuto il 40,65 per cento dei voti. Il front runner per le elezioni di oggi ha battuto la concorrenza del candidato di centrodestra Francesco Storace, staccato di bene 11 punti: fermo al 29,32 per cento. Buono il riscontro ottenuto dal Movimento 5 Stelle, con il candidato Davide Barillari che ha ottenuto il 20,22 per cento dei voti. Giulia Bongiorno, oggi candidata con la Lega e al tempo sostenuta da SC, UdC, e FLI, ferma al 4,73 per cento. In ordine decrescente di voto Sandro Ruotolo di Rivoluzione Civile (2,17 per cento), Simone Di Stefano di CasaPound Italia (0,79 per cento), Alessandra Baldassarri di Fare per Fermare il Declino (0,57 per cento), Giuseppe Rossodivita di lista Amnistia Giustizia Libertà (0,44 per cento), Roberto Fiore di Forza Nuova (0,37 per cento), Luca Romagnoli di Fiamma Tricolore-Destra Sociale (0,34 per cento), Luigi Sorge del Partito Comunista dei Lavoratori (0,27 per cento) e infine Giuseppe Strano di Rete dei Cittadini (0,08 per cento).
COME SI VOTA ALLE REGIONALI 2018
Importanti novità per quanto riguarda la legge elettorale in vigore nella Regione Lazio. Questa, infatti, ha ricevuto una modifica nel gennaio 2017: diminuito il numero dei consiglieri, sceso a 50, e inserita la parità di genere e il divieto di terzo mandato. Il voto si svolge in un unico turno con sistema a predominanza proporzionale: l’80 per cento dei seggi è assegnato con il sistema proporzionale, il restante 20 per cento è assegnato con il sistema maggioritario, rispettivamente si scelgono 40 e 10 consiglieri. Grazie al premio di maggioranza è garantita la governabilità al candidato governatore, colui che otterrà un voto in più degli altri. I 10 consiglieri vengono assegnati, sottolinea Blitz Quotidiano, alle liste circoscrizionali che sostengono il presidente uscito vincitore dalle urne. A differenza delle elezioni politiche, è consentito il voto disgiunto tra il candidato presidente e a una lista di schieramento differente, così come è consentita la doppia preferenza di genere.