Non è chiaro se Matteo Renzi lascerà la poltrona di Segretario del Pd dopo i risultati delle elezioni politiche 2018. Di certo l’ex Premier potrà sedere su una delle poltrone di palazzo Madama, essendo uno dei vincitori delle sfide al Senato con il sistema uninominale (a Firenze ha ottenuto il 43,89% delle preferenze), che forniscono quindi già un buon numero di eletti anche se i dati non sono definitivi. Tra questi c’è anche Isabella Rauti, figlia di Pino, storica figura della destra italiana, che si è imposta nel collegio di Mantova con il 44,4% dei voti. Valeria Fedeli (32%), ministra dell’Istruzione, è stata invece sconfitta a Pisa da Rossellina Sbrana (32,7%). Nel collegio dell’Aquila, l’ex ministro Gaetano Quagliariello si è imposto con il 39,3% dei voti. Gregorio De Falco, candidato M5S di cui si era parlato non poco nelle scorse settimane, a Livorno è arrivato terzo con il 27,1%: a essere stato eletto è stato Roberto Berardi con il 33,2%. Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega a palazzo Mada, nel collegio di Pavia si è imposto con il 49,5%. A Trieste Riccardo Illy (26,5%), imprenditore del caffè e già Presidente del Friuli, è stato sconfitto da Laura Stabile (39,4%). Sconfitta bruciante per Massimo D’Alema, che con il 3,9% arriva ultimo nel collegio di Nardò. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi) I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio – Live & Affluenza – Proiezioni & Exit Poll – Risultati Camera UninominaleCamera ProporzionaleSenato ProporzionaleLombardia e Lazio.



GRASSO SCONFITTO

Mancano al momento 4mila sezioni da scrutinare, con 45 collegi uninominali su 115 già chiusi con i primi eletti: il Movimento 5 Stelle è sempre più prima lista al Senato, con il 31,9% di voti, davanti al Pd al 19,2%, alla Lega al 17,9% e a Forza Italia con il 14,4%. Si salvano LeU e FdI (3,3% e 4,2%), restano fuori Noi con l’Italia (1,1), +Europa (2,3%) e Civica Popolare (0,5%). Sul fronte delle sfide per l’uninominale, Matteo Renzi è stato eletto nel suo collegio con il 43,9% dei voti vincendo la sfida col centrodestra. Pietro Grasso finisce ultimo nel suo collegio e non viene quindi rieletto al Senato, confermando il pessimo risultato di Liberi e Uguali: buona affermazione di Tommaso Cerno che vince al Senato contro Formigoni a Milano, con la Boldrini invece sonoramente bocciata dagli elettori. Brutta sconfitta anche per la prodiana Sandra Zampa che a Ferrara viene battuta dall’esponente di FdI Alberto Balboni. Chiudiamo cona altri due verdetti: Angelo Bonelli, leader dei Verdi, non entra in Parlamento battuto dallo sfidante del Movimento 5 Stelle. (agg. di Niccolò Magnani) 



I PRIMI VERDETTI

Le grandi sfide al Senato vedono i primi grandi verdetti quando le schede scrutinate sono ormai 50mila sulle 61mila totali: il Pd vince di pochissimo le proprie sfide, il Centrodestra fa “razzia” al nord di collegi, mentre il Movimento 5 Stelle si difende bene confermando il trend generale di una vittoria su quasi tutti i fronti. Casini passa a Bologna, con addirittura Vasco Errani che finisce quarto, Renzi stravince a Firenze il suo collegio mentre Emma Bonino si riscatta dal cattivo risultato di +Europa passando al Senato nel collegio di Roma Gianicolense. Male Pietro Grasso nella sua Palermo, con vittoria del Movimento 5 Stelle, così come Pittella viene clamorosamente sconfitto nella sua Basilicata. Un buon risultato per il Pd arriva da Tommaso Cerno, ex vice direttore di Repubblica, che in Centro a Milano ottiene il seggio, mentre è trionfo del Movimento 5 Stelle delle “pasionarie” Paola Taverna (Roma Tuscolano) e Barbara Lezzi che nel suo collegio a Nardò riesce a battere sia Teresa Bellanova del Pd che sopratutto Massimo D’Alema di LeU. Per il Centrodestra, buona vittoria di Ignazio la Russa a Rozzano, Paolo Romani a Sesto San Giovanni nel “feudo rosso” e Daniela Santanchè a Cremona. Interessante, da ultimo, la nuova stima dei seggi al Senato compiuta da Quorum-Sky Tg24: 115 seggi ai grillini, 55 per la Lega, 53 per Forza Italia, 50 al Pd, 20 a FdI, 8 per LeU, 4 per altri del centrosinistra e 3 per Noi con L’Italia. (agg. di Niccolò Magnani)



CENTRODESTRA SFIORA IL 40%

Il centrodestra ha vinto quasi tutti i collegi uninominali del Nord Italia, mentre il Movimento 5 Stelle prevale in quasi tutto il Sud Italia. Sconfitta per il centrosinistra, in testa in pochissimi collegi uninominali del Trentino Alto Adige, dell’Emilia Romagna, della Toscana e del Lazio. Il Movimento 5 Stelle dunque, stravince al sud, avanti in tutti i collegi uninominali, sia alla Camera che al Senato. Si profila un pieno di voti per i grillini, un consenso altissimo, che supera il 48 per cento; la Sicilia, in particolare, che registra la più bassa affluenza alle urne tra le regioni italiane (62,7%, dieci punti in meno della media nazionale) , si conferma come la roccaforte del M5S: mentre lo scrutinio va a rilento (metà dei seggi nella circoscrizione Sicilia 1 alla Camera e un terzo in quella Sicilia 2), nell’isola il Movimento di Grillo si avvicina addirittura alla maggioranza assoluta, con il 48% dei voti ed è prevedibile che farà il pieno di seggi anche nell’uninominale (agg. Eleonora D’Errico)

46.176 SEZIONI SCRUTINATE

Con 46,176 sezioni scrutinate su 61.401 la coalizione di centrodestra sfiora il 40%, attestandosi al 37, 48% contro il 31,29 dei cinque steli. La Lega si impone come partito leader del centrodestra con uno straordinario 18,49% mentre Forza Italia si ferma al 14,18%. Per Fratelli d’Italia il 4,23% mentre Noi con l’Italia-Udc è sconfitta totale con l’1,18. La coalizione di centrosinistra si ferma al 23,78%; Partito democratico 19,72; +Europa 2,45%; Italia Europa insieme 0,54%; Civica Popolare 0,49% e SVP-PATT anch’esso allo 0,49%. Liberi Uguali entra a malapena con uno scarso 3,23% mentre Potere al popolo si attesta all’1,05 e Casapound allo 0,82% e il Popolo della famiglia allo 0,68%. Le proiezioni per i seggi al senato danno M5S 115 senatori; Lega 55; Forza Italia 53; PD 50; Fratelli d’Italia 19; Liberi e uguali 7 e NCI-UDC 3. Con 46,176 sezioni scrutinate su 61.401 la coalizione di centrodestra sfiora il 40%, attestandosi al 37, 48% contro il 31,29 dei cinque steli. La Lega si impone come partito leader del centrodestra con uno straordinario 18,49% mentre Forza Italia si ferma al 14,18%. Per Fratelli d’Italia il 4,23% mentre Noi con l’Italia-Udc è sconfitta totale con l’1,18. La coalizione di centrosinistra si ferma al 23,78%; Partito democratico 19,72; +Europa 2,45%; Italia Europa insieme 0,54%; Civica Popolare 0,49% e SVP-PATT anch’esso allo 0,49%. Liberi Uguali entra a malapena con uno scarso 3,23% mentre Potere al popolo si attesta all’1,05 e Casapound allo 0,82% e il Popolo della famiglia allo 0,68%. Le proiezioni per i seggi al senato danno M5S 115 senatori; Lega 55; Forza Italia 53; PD 50; Fratelli d’Italia 19; Liberi e uguali 7 e NCI-UDC 3. Tra i nomi si segnala invece la grande vittoria di Maria Elena Boschi a Bolzano con più del 45% e la sconfitta di Minniti fermo al 28%. Sempre amato nella sua città è il segretario del Pd Matteo Renzi che entra in senato con il 44%. Sconfitto invece il suo rivale Franceschini che resta fuori del senato così come malissimo la Boldrini a Milano con il 4,55% mentre Tabacci è il primo del centrosinistra con il 41%. (Agg. Paolo Vites) 

SCRUTINIO SENATO

Su 61.401, sono 41.402 le sezioni scrutinate. Il Movimento 5 Stelle è in testa al 31%; il Pd arranca al 19,8%; la Lega vanta un risultato storico. E’ Salvini il vero vincitore delle Elezioni 2018, con un 18,4% del tutto inaspettato. Si prosegue con FI 14,2%; FDI 4,2%; LeU 3,2%; +EU 2,5%; NCI 1,2%; PaP 1,2%. Si inseguono i dati di Camera e Senato: “Gli elettorati sono diversi (al Senato chi ha più di 25 anni) e anche il progresso dello scrutinio è diverso: nonostante ciò, è impressionante quanto le percentuali delle varie liste tra Camera e Senato” (fonte: YouTrend). Tornando al Senato, Gianni Pittella e Teresa Bellanova deludono le aspettative. Dispiacere per il vicepresidente dell’Europarlamento, che perde miseramente in Basilicata. Non se la passa meglio la Bellanova: la sottosegretaria al MISE rinuncia a una poltrona al Senato. [agg. di Rossella Pastore]

I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio – Live & Affluenza – Exit Poll (dalle 23:00) – Risultati Camera UninominaleCamera ProporzionaleSenato ProporzionaleLombardia e Lazio.

SCENARI

Massimo Candura, del Centrodestra, è il primo senatore ufficialmente eletto. Nelle regioni del Nord, è netta l’affermazione del centrodestra. In Piemonte, in particolare, Berlusconi&Co. potrebbero aggiudicarsi tutte le sfide uninominali per il Senato. Interessante il dato torinese, che vede la disfatta di Chiara Appendino laddove aveva ottenuto più voti. L’ex ministro Pier Carlo Padoan perde a Siena, e il moderato Mimmo Portas rinuncia al proporzionale alla Camera. Buona nel complesso l’affluenza al voto: il dato definitivo si attesta attorno al 75 per cento, appena un punto sotto il 2013. Va peggio nel capoluogo: a Torino, i votanti scendono di quattro punti rispetto a cinque anni fa. [agg. di Rossella Pastore]

L’INCOGNITA TAJANI

Alle ore 4, i dati effettivi non sono distanti dalle proiezioni: il Movimento 5 Stelle è stabile al 30,77%, seguito a ruota da Partito Democratico (20,21%), Lega (18,51%), Forza Italia (14,06%), Fratelli d’Italia (4,07%), Liberi e Uguali (3,28). Le prospettive sono ambigue: da una parte, la forza antisovranista di Luigi Di Maio; più a destra, l’eminenza grigia di Berlusconi&Co. Difficile che Antonio Tajani scenda a compromessi. I patti erano chiari, e prevedevano una vittoria meno blanda in termini percentuali. Deluse anche le aspettative del Pd: l’obiettivo della vigilia era classificarsi primo gruppo parlamentare; ora, alla luce dei dati, la forza renziana è quarta dietro a M5S, Lega e Forza Italia. (agg. di Rossella Pastore)

I RISULTATI POST-CHIUSURA

Non è una buona serata per il Partito democratico, stando ai risultati che stanno emergendo sulle Elezioni Politiche 2018, ma Matteo Renzi può sorridere perché non dovrebbe avere problemi a conquistare il seggio senatoriale nel collegio uninominale di Firenze. Stando al sondaggio Quorum/Youtrend per Skytg24, il segretario del Pd è largamente in testa al 44% dei consensi. Secondo, ma molto distanziato, Alberto Bagnai, economista no-euro vicino alla Lega candidato per il centrodestra: raccoglierebbe il 21%. Secondo il sondaggio, la senatrice uscente di Liberi e Uguali Alessia Petraglia supererebbe con il 15% il candidato M5s Nicola Cecchi, fermo invece al 13%. A Bologna invece l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sarebbe largamente in testa: l’ex leader dell’Udc oggi candidato del centrosinistra nella coalizione del Pd sarebbe al 34%. Testa a testa invece per il secondo posto tra Michela Montevecchi del M5s ed Elisabetta Brunelli del centrodestra al 25%. Lontano Vasco Errani, ex presidente dell’Emilia Romagna che corre per Liberi e Uguali: è al 12%. (agg. di Silvana Palazzo) 

AVANTI RENZI E CASINI

C’è comprensibilmente grande attesa per quanto riguarda i risultati delle Elezioni 2018. Non è ancora il momento delle proiezioni, ma è già quello degli exit poll. C’è quello realizzato da Consorzio Opinio Italia (Istituto Piepoli, Emg e Noto Sondaggi) per la Rai sul Senato, realizzato per partiti e coalizioni. Nel primo caso M5s 29-32%, Pd 20,5-23,5%, Forza Italia 13-16%, Lega 13-16%, Fratelli d’Italia 4-6%, Liberi e Uguali 3-5%. Per quanto riguarda invece le coalizioni, le percentuali sono così distribuite: Centrodestra 33,5%-36,5%, Movimento 5 Stelle 29-32%, Centrosinistra: 25%-28%, Liberi e Uguali 3-5% e Altre 3-5%. Concentriamoci sul collegio uninominale di Firenze, dove Matteo Renzi è attestato al 43,8% contro il 20,8% di Bagnai (centrodestra), 16,1% Petraglia (Leu) e 12,7% di Cecchi (M5s). Nel collegio di Bologna invece è in vantaggio Casini con il 33,5%, Montevecchi (M5s) con il 24,9%, Brunelli (centrodestra) al 24,5% ed Errani (Leu), 11,5%. (agg. di Silvana Palazzo) 

EXIT POLL E PROIEZIONI: I DATI

Alle ore 23.50 si avranno le prime proiezioni (dunque dati reali incrociati con Exit Poll) per il Senato: sia Uninominale che Proporzionale, i collegi del Senato saranno i primi consultati dagli scrutatori e per i sondaggisti dunque saranno conseguentemente i primi ad essere pubblicati nei principali network tv e stampa. Per la Camera le operazioni di voto rallentate in quasi tutti i seggi delle grandi città porteranno dati al rilento, forse attorno alle ore 2 se non di più. Il Centrodestra punta a fare manbassa al nord dei collegi uninominali, col Senato che rispetto alla Camera presenti nomi di capolista più “attrattivi” rispetto ai futuri deputati: per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, è il centro e il Sud Italia a rappresentare una buona occasione di condurre un ottimo risultato anche in termini di uninominale (mentre è dato in vantaggio per il proporzionale, secondo le prime stime degli analisti). Alle ore 23 i primi exit poll sul Senato, alle ore 23.50 le prime proiezioni: l’attesa sale e i partiti “scalpitano”: un nota bene, i ritardi potrebbero essere all’ordine del giorno viste le code ancora adesso in molti seggi per ritardi dovuti al famigerato tagliando anti-frode. (agg. di Niccolò Magnani)  

LA SFIDA DI MATTEO RENZI

Elezioni politiche 2018. Una rapporto controverso, quello di Matteo Renzi, segretario del Pd, con il Senato. Il segretario del Pd si presenta infatti nel collegio uninominale di Firenze, Toscana 1; per non essere eletto, cosa molto improbabile, dovrebbe perdere contro i suoi maggiori sfidanti, che sono l’economista Alberto Bagnai, della Lega – ma prudentemente candidato anche altrove nel proporzionale -, oppure Nicola Cecchi per il M5s. La cosa singolare, però, è che il Senato Renzi voleva abolirlo o comunque depotenziarlo: nella riforma costituzionale bocciata dagli italiani il 4 novembre 2016, il Senato prima doveva sparire, facendo del nostro sistema un sistema monocamerale; soluzione abbandonata quasi subito a favore di un Senato delle rappresentanze territoriali, composto di 100 membri e con funzioni legislative sulle quali gli esperti hanno espresso numerose critiche. Se eletto al Senato, Renzi entrerà così in parlamento, dopo essere stato capo del governo da segretario del Pd, ma non da parlamentare eletto.

SE IL MAGGIORITARIO NON BASTA PER VINCERE

Italiani al voto oggi per eleggere deputati e senatori della XVIII legislatura: urne aperte dalle 7 di questa mattina alle 23 di stasera. La legge elettorale con la quale si vota in queste elezioni politiche è per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria. Per il Senato, eletto su base regionale, ciò significa che 116 senatori verranno eletti nei collegi uninominali, mentre 193 senatori entreranno a palazzo Madama eletti con il sistema proporzionale. I 6 seggi di differenza (il totale è di 315 senatori) vengono attribuiti con il voto estero. La legge elettorale attualmente in vigore, il cosiddetto Rosatellum bis, legge 165 del 3 novembre 2017, ha avuto una lunghissima gestazione, è stata approvata con il voto di fiducia dopo l’accordo politico tra Renzi e Berlusconi e con l’opposizione del movimento 5 Stelle. Una legge che fotografa e consolida – mediante la parte proporzionale – i rapporti di forze esistenti in parlamento, lasciando alla parte maggioritaria il compito di determinare il vincitore, risolvendo così una situazione di equilibrio tra forze politiche che lascia al momento prefigurare uno scenario di difficile governabilità. Saranno gli elettori a decidere la partita, anche se il loro voto potrebbe infatti non bastare, e probabilmente, salvo sorprese, non basterà, a conferire alla coalizione “vincente” i voti necessari per governare da sola. Fu proprio il Senato a impedire al Pd di avere la maggioranza assoluta in parlamento alle ultime elezioni politiche, quelle del 2013: Pier Luigi Bersani, infatti, allora candidato premier del centrosinistra, ottenne la maggioranza dei voti alla Camera, ma non al Senato; una situazione di ingovernabilità che ha costretto Renzi, suo successore alla guida del Pd e capo del governo dopo Enrico Letta, ad ampliare la maggioranza con i voti dei transfughi di Ala, la formazione di Denis Verdini. Ora la parola passa agli elettori. 

LE PRINCIPALI SFIDE

Elezioni 2018, Uninominale Senato: oggi domenica 4 marzo 2018 in programma le politiche e con il sistema elettorale del Rosatellum. C’è grande curiosità sui confronti nei collegi uninominali. E a Palazzo Madama i collegi uninominali influiranno molto di più rispetto alla Camera: su 315 senatori, saranno 115 i candidati prescelti dopo aver sconfitto i loro sfidanti in una sfida secca nei collegi uninominali. Per alcuni sarà una sfida inappellabile, ma per altri c’è il cosiddetto paracadute, essendo candidati anche nei listini proporzionali (vedi Matteo Renzi). Sono diversi i big match in programma. A Cremona Daniela Santanchè (Fratelli d’Italia) sfiderà Danilo Toninelli (Movimento 5 Stelle). A Bologna un derby di sinistra dal gusto molto particolare: Pier Ferdinando Casini del Pd vs Vasco Eranni di Liberi e Uguali. In Toscana la sfida più interessante è sicuramente quella di Firenze 1: Alberto Bagnai della Lega, ma economista di sinistra, contro Matteo Renzi, candidato premier del Pd. Al Sud, infine, un interessanto trio nel collegio Puglia 6: Massimo D’Alema (Liberi e Uguali), Teresa Bellanova (viceministro Pd) e Barbara Lezzi (Movimento 5 Stelle). Clicca qui per tutti i dettagli sull’affluenza, le dichiarazioni dei protagonisti e le notizie dai seggi di tutta Italia. 

RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2018, UNINOMINALE SENATO: PROIEZIONI, EXIT POLL E SEGGI

Uninominale Senato, le ultime proiezioni fatte dagli esperti del settore sorridono al centrodestra. Repubblica ha pubblicato un’analisi sugli scontri uninominali per Palazzo Madama e la coalizione composta da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia, è l’unica che può ottenere la maggioranza, in netto vantaggio su Pd e Movimento 5 Stelle. Salvatore Vassallo, autore dell’analisi in questione, ha rivelato che sono 71 i collegi sicuri per il centrodestra, 17 i collegi sicuri per il centrosinistra. Nessun collegio sicuro per il Movimento 5 Stelle, mentre sono 26 i collegi in bilico: 15 collegi in bilico tra centrodestra e centrosinistra, 11 collegi in bilico tra centrodestra e Movimento 5 Stelle e 1 collegio in bilico tra tutti e tre i poli. Al sud si giocherà una partita importante: ballano 11 collegi tra Movimento 5 Stelle e Forza Italia, molto dipenderà dai testa a testa nell’uninominale, addirittura forse per avere la maggioranza a Palazzo Madama.

I PRECEDENTI AL SENATO

Tre precedenti riguardanti i collegi uninominali dall’entrats in vigore della Legge Mattarella, in seguito al referendum del 18 aprile 1993: previsto un sistema maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari, un proporzionale con liste bloccate per il rimanente 25% dei seggi assegnati alla Camera. Le elezioni in questione sono quelle del 1994, del 1996 e del 2001. Nel 1996 la coalizione guidata da L’Ulivo di Romano Prodi ottenne 134 seggi con il 41,3 per cento al Senato attraverso il sistema maggioritario; il Polo per le Libertà di Silvio Berlusconi ottenne 67 seggi con il 37,3 per cento; i Progressisti ottennero 10 seggi con il 2,9 per cento; la Lega Nord di Umberto Bossi ottenne 18 seggi con il 10,4 per cento; i restanti tre seggi ripartiti tra altri, per un totale di 4,3 per cento.

ELEZIONI UNINOMINALE SENATO: COME FUNZIONA IL ROSATELLUM

Il Rosatellum, legge elettorale che ha ricevuto il via libera definitivo lo scorso 26 ottobre 2017, è un sistema elettorale misto. Il 36 per cento dei seggi verrà assegnato con un sistema maggioritario, mentre il restante 64 per cento attraverso un sistema proporzionale. Alla Camera i seggi assegnati con il sistema uninominale saranno 232 su 630, mentre al Senato saranno 116 su 315. Nei seggi assegnati attraverso questo sistema ogni partito e ogni coalizione presenteranno solo un candidato: vincerà colui che otterrà più voti. A differenza di quanto avviene con il metodo proporzionale, con i candidati che possono presentarsi in più di una lista plurinominale (non più di cinque), nei collegi uninominali i candidati potranno presentarsi in un solo collegio. Una volta terminata la fase di voto, il candidato che ha ricevuto anche solo un voto più dei suoi avversari di collegio verrà eletto al Senato.