M5S PRIMO PARTITO E CENTRODESTRA AVANTI COME COALIZIONE?

I dati prodotti dagli exit poll usciranno dopo le ore 23, almeno i primissimi, ma in termini di “impressioni” tutti gli schieramenti potrebbero “vincere” sotto il loro punto di vista. M5s come prima lista, Centrodestra come primo schieramento, forse Pd come primo partito per seggi in Parlamento. Nella incertezza più totale, i sondaggi che sono stati condotti da Ixè prima della chiusura per il silenzio elettorale chiedevano questa semplice domanda agli elettoti: «Quale schieramento, a suo parere, risultera’ il vincitore delle prossime elezioni?». Ebbene, i dati vedevano come previsioni un 34% per il trionfo del Centrodestra, il 19% per la vittoria dei grillini, l’11% per la coalizione di Renzi e il 2% per la sinistra di Liberi e uguali. Il 25% non sa/non risponde: forse nel corso dei giorni questa incertezza è addirittura salita, con il Movimento 5 Stelle che viene dato dai vari analisi come il partito più in crescita rispetto alle intenzioni di voto del 16 febbraio, ultimo giorno disponibile per i sondaggi “legali”. I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio – Live & Affluenza – Risultati Camera UninominaleCamera ProporzionaleSenato UninominaleSenato ProporzionaleLombardia e Lazio.



EMG, QUALE FUTURO PER LEU POST-VOTO?

È stato chiesto agli elettori di sinistra nell’ultima analisi di gradimento condotta da Emg Acqua prima del silenzio elettorale quale potrebbe essere la scelta di Pietro Grasso, Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani il giorno dopo le elezioni di oggi 4 marzo: resta infatti abbastanza scontato la prestazione sotto il 10% della compagine degli ex-Pd ma avranno comunque un buon tesoretto di parlamentari che potrebbero costituire un interesse per chi eventualmente potrà/vorrà costruire una maggioranza su incarico di Mattarella. Escludendo il centrodestra, le alternative restano il “nuovo” tentativo dopo i famoso streaming fallimentare Grillo-Bersani oppure il ricongiungimento con l’odiato nemico del Pd Matteo Renzi. Ebbene, gli elettori si sono espressi con queste percentuali: secondo il 21% di loro infatti LeU dovrebbe cercare un’alleanza con il Partito Democratico provando a superare le fratture e le differenze dia questi ultimi anni; secondo il 25,2% invece bisognerà cercare un accordo con Di Maio e i grillini per poter arrivare ad un governo M5s-LeU improbabile ma non impossibile. Il 22,8% chiede invece di non mischiarsi con nessuno e piuttosto di rimanere all’opposizione, mentre una larga fetta (il 31%) non sa al momento che “pesci pigliare” in vista dei risultati di questa notte. E non sono i soli.. I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio – Live & Affluenza – Risultati Camera UninominaleCamera ProporzionaleSenato UninominaleSenato ProporzionaleLombardia e Lazio.



TERMOMETRO POLITICO: CHI VINCE IN LAZIO?

Oltre che per le elezioni politiche 2018 relative a Camera e Senato, oggi si svolgono anche le elezioni regionali in Lombardia e Lazio. Non essendoci ballottaggi, la Presidenza andrà al candidato che prenderà più voti e Nicola Zingaretti sembra avere buone chance di essere rieletto. Termometro Politico ha infatti realizzato per Affari Italiani un sondaggio, dall’8 al 13 febbraio, i cui risultati sono stati pubblicati sul portale preposto di palazzo Chigi il 14 febbraio, incentrato proprio sulle intenzioni di voto per le elezioni regionali del Lazio. Zingaretti è stato indicato dal 30,9% degli intervistati, staccando di quasi quattro punti percentuali Roberta Lombardi (27%) del Movimento 5 Stelle. Stefano Parisi, candidato del centrodestra, si ferma al 25%. Sergio Pirozzi arriva al 10,7%. Il Movimento 5 Stelle risulta il primo partito (28,3%), davanti a Pd (14,5%), Forza Italia (10,2%) e Lega (9%). C’è da dire che la rilevazione è stata fatta più di due settimane fa e quindi gli equilibri potrebbero essere cambiati. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi). 



INDEX RESEARCH, IN LOMBARDIA FONTANA DAVANTI A GORI

Mentre il giro di boa delle votazioni si è già tenuto, e l’election day prosegue verso la sera e i primissimi exit poll, restano da visionare le ultime previsioni con sondaggi emersi prima del silenzio elettorale in Lombardia. Le ultime settimane potrebbero aver fatto assottigliare la distanza o, seguendo quanto va dicendo il Centrodestra da qualche giorno, potrebbe anche essere cresciuta la forbice tra i primi due favoriti candidati. Nei sondaggi emersi da studi di Index Research, Attilio Fontana sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia e Pensionati è diretto ad un 41,5% di stima ai seggi, mentre Giorgio Gori per Pd e coalizione Centrosinistra è dato al 36,5%. Male il Movimento 5 Stelle con Dario Violi al 15,5% mentre Onofrio Rosati al 3% con LeU sembra fuori dai giochi. Ovviamente tutto può essere cambiato nel giro di qualche settimana dopo il silenzio elettorale e saranno i primi exit poll di questa sera a segnare le prime conferme o smentite sulle previsioni della vigilia in queste Elezioni Regionali in Lombardia del 2018. 

SWG, I PARTITI E I DELUSI

Interessante il sondaggio prodotto da Swg prima di questa giornata di Elezioni e nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale: è stato chiesto a chi si dichiara astenuto per il voto del 4 marzo, quale partito aveva votato nel 2013 (e se aveva votato) e i risultati sono interessanti dato che in molti si aspetterebbero il Pd di Renzi tra i maggiori fattori “deludenti” di questi ultimi 5 anni. Ma non è così: il 71% degli astenuti di oggi si erano già astenuti nel 2013, dimostrando come il fallimento generale della politica in questi anni non ha permesso un riavvicinamento tra il cittadino e la cosa pubblica, forse il dato peggiore di tutti in questi sondaggi pre-elettorali. Ma se si scorre poi la “classifica”, si scova al 14% gli elettori di Forza Italia, Lega e in generale del centrodestra: sono loro quelli che si sono sentiti più “delusi” rispetto a 5 anni fa e per questo motivo il 4 marzo si asterranno e non andranno a votare. Il Pd ha “deluso” il 10% degli astenuti di oggi, tenendo anche conto che nel 2013 il Partito Democratico si presentava con Bersani alla leadership e non aveva già all’epoca convinto appieno l’elettorato pur partendo da situazione di vantaggio con Berlusconi fuori dai giochi e con Monti non amato dalla gente. Chiude il Movimento 5 Stelle che con il 5% è quello che avrebbe deluso “di meno” gli astenuti di oggi.

SWG, AL SENATO SENZA MAGGIORANZA?

A seggi aperti, la situazione che si prospetta davanti in queste elezioni è ancora più incerta di quanto si potesse pensare: non tanto perché sono emersi nuovi sondaggi o primi exit poll clandestini, ma nella percezione degli stessi elettori alle urne (molti indecisi, molti che non hanno capito ancora come si vota con la nuova legge Rosatellum) e dei principali analisti. Prima del silenzio elettorale, ad esempio, era stato effettuato un sondaggio di Swg (14 febbraio) che poneva la domanda particolare su quali intenzioni di voto fossero immaginate rispetto al Senato (che come sappiamo elegge in proporzione diverse l’attribuzione dei seggi in Parlamento rispetto alla Camera). In quei dati si vedeva già tutta la “fragilità” di questo voto, senza una vera maggioranza prevista: il Centrodestra era dato tra il 34,2 e il 36,2%, con i partiti nello specifico che vedevano Forza Italia (14,2-16,2%), Lega Salvini (12,4-14,4%), Fratelli d’Italia (4,2-4,6%) e Noi con l’Italia (2-2,4%). Il Movimento 5 stelle i numeri non li ha, pur essendo il primo partito in Italia con il 28% di media, mentre anche il centrosinistra non se la passa meglio, anzi. Pd (22,4-224,5%), Civica Popolare (0,8-1,2%), +Europa Bonino (2,7-3,1%), Insieme (0,6-1%), Svp (0,3-0,5%) per una cifra totale attorno a, 27,6-29% vicini ai grillini. Chiudevano LeU di Grasso sul 6% di media e Potere al Popolo sotto l’1%: questa notte, quando arriveranno i primi risultati, la vigilia sarà “rispettata”? 

DEMOS, STALLO POST-VOTO: COSA SUCCEDE?

I sondaggi ufficiali, gli ultimi, di queste Elezioni Politiche e Regionali 2018 sono stati pubblicati il 16 febbraio scorso: oggi, ad urne aperte (dalle 7 alle 23 in un unico election day) gli elettori indicheranno il loro voto e si scoprirà se effettivamente nelle ultime due settimane siano cambiati drasticamente i rapporti di forza o se invece la vigilia con centrodestra in vantaggio sia stata confermata. M5s primo partito, Pd primo gruppo parlamentare, Forza Italia-Lega-FdI-NcI prima coalizione: questi gli esiti della maggior parte dei sondaggi compiuti nelle ultime settimane, con un unico punto in comune ovvero la mancanza di una vera maggioranza che possa consegnare al Paese da questa sera un governo immediato. Gli exit poll inizieranno ad uscire già dalle ore 23 e si avranno i primi spunti interessanti: di certo uno dei due contendenti potrà aver ragione (o forse nessuno dei due). Silvio Berlusconi ha citato in campagna elettorale che il Centrodestra sarebbe molto vicino al 40% (beccandosi anche una bella multa dall’AgiCom) mentre Luigi Di Maio chiudendo la campagna venerdì scorso ha urlato in piazza del Popolo a Roma, «Non vi posso parlare di sondaggi, ma mi vedete particolarmente sorridente perché ne ho appena visto uno che ci dà a un passo dalla vittoria. Possiamo vincere in tutti i collegi del Sud e in molti del Nord. Avremo un gruppo parlamentare tre volte più grande. Con noi finisce l’epoca delle poltrone e inizia quelle di chi nelle istituzioni lavora per i cittadini».

Intanto, i sondaggi regolari di Demos condotti il 16 febbraio hanno confermato in caso di stallo post-voto, gli elettori italiani preferiscono un ritorno alle urne piuttosto che un governo tecnico o delle larghe intese come avviene ormai da decenni in Germania. Il 53% ad oggi preferirebbe tornare subito al voto se Centrodestra, Centrosinistra o Movimento 5 Stelle non avessero i numeri idonei per trovare un governo stabile immediatamente. Solo il 20% invece vorrebbe un governo di Larghe Intese, presumibilmente tra Forza Italia e Partito Democratico, gli unici due che non hanno mai escluso del tutto la possibilità di un neo-patto Nazareno. Insomma, un Di Maio vicinissimo alla vittoria potrebbe non essere un dato tanto “campato per aria” ma per avere la conferma si dovranno iniziare ad aprire le urne e forse a metà nottata si avrà una indicazione interessante in tal senso.

QUORUM, VOTO DEI GIOVANI: M5S AL TOP, CALO RENZI, NON SFONDA BERLUSCONI

Interessanti i sondaggi prodotti da Quorum poco prima del silenzio elettorale: indagano infatti sul voto dei giovani in queste imminenti Elezioni Politiche, rivelando quali sono a poche settimane dalle urne le possibili scelte dei giovani tra i 22 e i 29 anni che si apprestano a dare il proprio voto a questa complessa prossima Legislatura che sta per nascere. Ebbene, guardando i risultati alla Camera dei Deputati (dove si vota dai 18 anni in su) si scopre che il Movimento 5 Stelle spopola ancora tra i giovani, ottenendo il 31%, mentre Matteo Renzi sarebbe ancora più in calo rispetto alle stime nazionali (al 20% attualmente). Non convincono nemmeno i partiti del centrodestra, o almeno non fanno meglio delle stime “generali”: Forza Italia al 15%, Lega Nord al 14%, Fratelli d’Italia al 4% battuta da Liberi e Uguali all’8% su scala nazionale. Bene la lista di Emma Bonino, 4% a +Europa, molto meno bene invece per Civica Popolare, CasaPound e Potere al Popolo che anche tra i giovani non vanno oltre l1% come risultato alla Camera.

DEMETRA, REGIONALI LAZIO: ZINGARETTI DAVANTI, PARISI SORPASSA LOMBARDI

Nelle ultime elaborazioni di sondaggi per le Regionali in Lazio, condotte da GPF-Demetra prima del silenzio elettorale, la situazione della vigilia di questo election day viene confermata: mentre il centrosinistra è in netto svantaggio in Lombardia, nel Lazio si profila un secondo mandato consecutivo per Nicola Zingaretti, dato in vantaggio in tutte le intenzioni di voto fino ad oggi e probabile vincitore anche della sfida in programma il 4 marzo prossimo. I numeri sono dalla sua, con la candidata del Movimento 5 Stelle che pareva la sua acerrima rivale fino all’ultimo voto che invece è data ancora più in stallo. Ebbene, per un Zingaretti II si profila un 31,7% di consenso, in netto vantaggio sul secondo a sorpresa Stefano Parisi (25,6%) che col Centrodestra è stato candidato in extremis, scartando il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi (9,3% nei sondaggi). Roberta Lombardi invece non va oltre al 24,4% dei voti M5s, al momento non bastevoli per poter arrivare ad impensierire il Partito Democratico.