Dopo una giornata di analisi e riflessioni, Luigi Di Maio si è concesso una cena per festeggiare l’esito delle Elezioni Politiche 2018 che ha ribadito il primato M5s tra i partiti italiani e confermato la crescita. La strategia è chiara: il Movimento 5 Stelle ritiene di essere centrale nella nascita del nuovo esecutivo, quindi intende aspettare le mosse degli avversari. «Possono scegliere se provare a fare un passo per salvare il Paese o tornare alle urne prendendosi le loro responsabilità», questo è il pensiero dei vertici, secondo il Corriere della Sera. Sono aperte tutte le strade: «Nessuna preclusione, nemmeno ai forzisti di Silvio Berlusconi». Forse sarebbe più naturale immaginare un asse con Pd e Liberi e Uguali, ma la mossa delle “dimissioni congelate” di Matteo Renzi ha destato qualche dubbio. Lo scenario è in divenire. Anziché calcare la mano, il Movimento spera in un intervento istituzionale o interno al Pd. La convinzione è che nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, ci saranno delle novità nelle coalizioni di centrosinistra e centrodestra. (agg. di Silvana Palazzo)



CENA AL RISTORANTE DOPO LA VITTORIA

Al via i festeggiamenti per Luigi Di Maio: il premier in pectore del Movimento 5 Stelle siede a capotavola tra Casaleggio, Fico e Di Battista. Presenti anche i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, oltre ad Alfonso Bonafede e Manlio Di Stefano. Beppe Grillo ha lasciato il gruppo poco prima, dopo le ben note dichiarazioni circa la possibilità di alleanze. “Niente inciuci”, ammonisce con forza l'”Elevato”, che invita i ragazzi a “tenere duro”. “Spesso – si legge sul blog – mi sembrava che il torpore fosse il personaggio politico principale del nostro paese. Abbiamo combattuto su due fronti: il ‘vabbè son tutti uguali, e comunque decide tutto l’Europa’ ed il ‘vabbè son tutti uguali, fanno soltanto quello che gli conviene personalmente'”. Poi ammette lo sconforto: “Ero quasi convinto che un nulla rassegnato avesse conquistato la stragrande maggioranza delle menti e dei cuori. Che tutto quello che abbiamo fatto fosse sbocciato troppo tardi, davanti al fuoco di fila dei media. Invece voi avete saputo guardare oltre quelle polveri, ve ne sono grato”. [agg. di Rossella Pastore]



IL PRIMO POST

“Grazie gente, per aver visto e interpretato il nostro impegno per quello che è. Grazie ancora agli italiani, state iniziando a partecipare in prima persona, in alto i cuori”. E’ il commento che Beppe Grillo ha postato sul suo blog. Non manca l’attacco ai media: “è sconcertante come siano volubili. La definizione di una squadra di governo che ci impegnasse da subito, sia per la qualità che per il modo di vedere di futuro, non viene più derisa… anzi, si sente parlare di una mossa geniale, adesso che abbiamo vinto. Non era una mossa”. Ed è proprio a questo punto che Grillo ringrazia, proprio di questo, “innanzitutto gli italiani per averlo capito, i nostri candidati non sono uno spot, si poteva capire anche senza la coscienza del dopo, l’unica a valere nei Talk Show. È il rispetto di una promessa data da un sogno: mettervi di fronte a delle scelte reali, aiutarci tutti insieme ad uscire dall’avvilimento prendendoci per mano”. E conclude rispolverando la passione: “Forse possiamo parlarne di nuovo, usare ancora quel verbo che era tutto. Perché è sempre stato tutto per chi la vive: la passione”. (agg. di Marco Biscella)



“INIZIA OGGI LA TERZA REPUBBLICA”

«Temi e non ideologie»: questo, secondo Di Maio, è il motivo per cui gli elettori hanno votato in massa i grillini alle urne politiche. Nella seconda parte della prima conferenza stampa da vincitore, il giovane leader M5s ha spiegato: «per questa ragione i cittadini hanno votato il programma M5s, vogliamo realizzarlo (povertà, immigrazione, lavoro, tasse, sviluppo economico) questi temi si devono affrontare. Abbiamo la grande occasione storica di portare a termine quelle cose che aspettiamo da trent’anni, per questo siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche». Nessuno escluso, dalla Lega al Pd passando per Leu, Di Maio non nomina nessuno ma nemmeno esclude. Si partirò il dialogo a partire dalle presidenze di camere e senato, «saranno figure di garanzie per rappresentarle al meglio». In chiusura, Di Maio loda il presidente della Repubblica, «Mattarella ci guiderà con autorevolezza e sensibilità» e poi lancia l’appello finale con sorriso stampato in volto. «Oggi per noi inizia la Terza Repubblica, finalmente quella dei cittadini italiani». (agg. di Niccolò Magnani)

LA CONFERENZA STAMPA

Di Maio nella prima conferenza stampa post-trionfo alle Elezioni Politiche: «per il Movimento 5 Stelle sono state un trionfo, siamo i vincitori assoluti di queste Elezioni. 11 milioni di italiani ci hanno votato: diciamo grazie a Grillo, Casaleggio e attivisti». Intere regioni hanno votato per il M5s, le elenca tutte Di Maio, rappresentano un successo che va al di là degli elementi territoriali: in realtà Di Maio non enfatizza che il trionfo è giunto al sud e in alcune aree del centro, mentre al Nord l’ondata del Centrodestra ha retto bene. «Triplicati parlamentari delle due camere, rappresentiamo l’intera nazione da valle d’Aosta a Sicilia, a differenza di altre forze politiche territoriali», stilettata alla Lega di Salvini. «Questo ci proietta verso il Governo del Paese, sentiamo la responsabilità: le coalizioni non hanno nulla di questa responsabilità e hanno fallito su tutti i fronti». Il leader M5s spiega che darà un Governo all’Italia e alla comunità internazionale: «è un risultato post-ideologico che va al di là degli schemi tradizionali di destra e sinistra, riguarda i grandi temi irrisolti della nazione», spiega ancora Di Maio.

DI MAIO ESULTA: “È UN DATO STORICO”

In seguito all’ottimo risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle, ci si aspettava una dichiarazione da parte di Luigi Di Maio, che poche ore fa è stato intercettato mentre usciva in tutta fretta dalla sua casa di Roma da “Il Fatto Quotidiano”. Il leader dei grillini ha  rivelato alla troupe che è riuscita a raccogliere le sue prime esternazioni che “è una bella giornata, nonostante la pioggia”, e poco prima di fare il suo ingresso in auto ha aggiunto che quello registrato nelle Elezioni Politiche “è un dato storico”. Luigi Di Maio ha inoltre confermato che quella vissuta nella giornata di oggi “è stata un’emozione indescrivibile”, confermando l’eccezionalità del riscontro ottenuto. Un risultato di certo positivo quello conquistato dal movimento fondato da Beppe Grillo, che tuttavia non è riuscito a sfondare il fatidico 40% che avrebbe permesso di formare un esecutivo senza ricorrere ad alcuna alleanza. (Agg. di Fabiola Iuliano)

IPOTESI ALLEANZA CON LA LEGA?

Dopo i festeggiamenti della notte si attende adesso il primo commento ufficiale da parte di Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle che in queste elezioni 2018 può celebrare uno storico risultato. Ma i numeri dell’affermazione grillina sono stati chiari fin dai primi exit poll: M5s è la prima forza politica del panorama italiano, ma da sola non può governare. Quindi? Se ipotizzare un accordo con Pd e Forza Italia pare inverosimile, i retroscena politici di questa notte si spingono a pensare che un’intesa possa esserci con l’altro vincitore di questa tornata elettorale, Matteo Salvini, che con la Lega ha ottenuto una percentuale vicina al 18%. Ma è chiaro che il leghista difficilmente potrebbe accettare un appoggio esterno senza nulla in cambio. A questo punto l’ipotesi shock che avanza è la seguente: sarebbe pronto Di Maio a cedere la premiership a Salvini formando un governo misto Lega-5 Stelle? (agg. di Dario D’Angelo)

DI MAIO FESTEGGIA

Luigi Di Maio ha reagito così all’uscita della seconda proiezione che vede il M5s ben oltre il 30%: un urlo di gioia, l’abbraccio con Di Battista e la promessa che dal M5s bisognerà passare per formare un Governo, un’alleanza o un patto di “scopo”. Soddisfatti ovviamente, non tranquillissimi i grillini visto che ora dovranno cercare di capire quali forze sondare per proporre un Governo di “larghe intese” ma non quello sperato da Europa e moderati alla vigilia di queste elezioni. «Secondo quanto si apprende in ambienti M5s autorevoli, la strategia sarà trasparente e corretta istituzionalmente. Il che significa che intanto si rispetterà assolutamente il ruolo e le prerogative del capo dello Stato che, in base ai risultati definitivi, dovrà decidere a chi dare l’incarico di governo»: lo riporta l’Agi questa mattina, spiegando però che una possibile ipotesi è il dialogo con alcuni parti del Pd scornate dalla debacle di Matteo Renzi e in cerca di una identità (e poltrona?). Se Renzi si dovesse fare indietro dimettendosi, a quel punto il M5s accetterebbe di parlare con i dem provando a organizzare un governo che alla vigilia del voto sembrava clamoroso e del tutto inedito. «Nessuno potrà governare senza il Movimento 5 stelle: solo un governo M5s potrà dare un programma reale a questo paese. Ci prendiamo la responsabilità di farlo e lo facciamo con un metodo diverso, parlando di contenuti. Quindi, parlare con tutte le forze politiche di contenuti è l’obiettivo», spiega Riccardo Fraccaro, vicinissimo a Di Maio in questa campagna elettorale. (agg. di Niccolò Magnani)

STRACCIA SGARBI E “VEDE” PALAZZO CHIGI

Luigi Di Maio ha vinto le Elezioni Politiche: questo, forse, è l’unico vero dato incontrovertibile di questa lunga nottata elettorale. Con le proiezioni e circa metà delle schede scrutinate, il candidato premier M5s prende più voti degli altri partiti. Non avrà la maggioranza completa e per questo il Paese rimane ancora senza una vera governabilità nel breve termine, ma di certo per formare un Esecutivo bisognerà andare dalla Casaleggio Associati e prendere accordi con Di Maio, vero trionfatore anche sul fronte dei candidati uninominali. Nel collegio di Acerra in Campania, è trionfo assoluto per il capolista e leader m5s con il 63,6% a metà sezioni scrutinate: straccio il “concorrente” Vittorio Sgarbi, sostenuto dal centrodestra, col 20,5% e Antonio Falcone del centrosinistra finisce all’11,6%. A Porta a Porta Sgarbi non la prende proprio benissimo, «Quello non è un collegio: è un territorio di disperati che danno i voti a un personaggetto, a uno che non sa neanche guidare. Voglio dire, la Campania è governata dal Pd con De Luca, io sono del centrodestra e lui prende il 40%…», conclude il professore. Di Maio non ha parlato, aspetterà la conclusione dei dati reali nel pomeriggio: sta preparano il discorso del trionfo e soprattutto le prossime mosse elettorali visto che il bello (e il difficile) per il Movimento 5 Stelle, comincia adesso. (agg. di Niccolò Magnani)

“SIAMO AD UN PASSO DALLA VITTORIA”

“Siamo a un passo dalla vittoria, possiamo vincere in tutti i collegi uninominali del Sud e molti del Nord. Il centrosinistra è fuori combattimento, la sfida è tra noi e chi ha governato per venti anni senza cambiare le cose”. A pronunciare queste parole è stato Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, a conclusione della sua campagna elettorale, nel corso del comizio finale a Roma. In Piazza del Popolo, piena per metà e non particolarmente affollata di giovani, il pubblico lo ha acclamato a lungo.

Ma Di Maio con quali risultati potrà dire di aver vinto? Ovviamente, alla luce della complessità di una legge elettorale a forte vocazione proporzionale, che tende a premiare le coalizioni più che il singolo partito, finché le operazioni di spoglio non saranno completate, sarà praticamente impossibile determinare chi avrà vinto le elezioni 2018. Ma Di Maio cercherà di migliorare i risultati elettorali raggiunti dai 5 Stelle nel 2013.

ELEZIONI POLITICHE 2018, DI MAIO CANDIDATO PREMIER M5S

Alle elezioni di cinque anni, il M5S, alla Camera, ottenne quasi 8,7 milioni di voti (8.691.406 per l’esattezza), cioè il 25,56% del totale, mentre al Senato i pentastellati furono scelti da 7,28 milioni di cittadini, una fetta pari al 23,79% dei votanti. Alla luce di quei risultati, il partito dei grillini si aggiudicò alla Camera 108 seggi e al Senato 54 seggi. Sempre cinque anni fa, il M5S risultò il primo partito in 11 regioni: da nord a sud, Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Calabria, Sicilia, Sardegna. 

E’ con questi numeri che dovrà fare i conti Luigi Di Maio, il leader del Movimento 5 Stelle. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito era accreditato di percentuali oscillanti tra il 27 e il 29%, con punte intorno al 40% e oltre in Campania e in Sicilia, e oltre il 30% in altre sette regioni del Centro-Sud, dal Lazio alla Calabria.