Non sono pochi gli intellettuali e i professori che nelle ultime settimane, e soprattutto nelle ultime ore, si sono aggrappati al più classico del carro “vincitore” iniziando a considerare il Movimento 5 Stelle non più come un partito di protesta ma come una realtà da riflettere e considerare molto attentamente. «L’Europa dell’austerità e dei “cappi” di bilancio sta generando tutto questo. La Brexit doveva suonare anche per l’Italia come un campanello d’allarme: perché l’Europa dell’iper-rigorismo, dell’assenza più totale di politiche di sviluppo e di occupazione, è stata percepita come una minaccia soprattutto dai ceti più deboli, meno garantiti sul piano sociale. In questa ottica, dire solo più Europa, senza premettere di essere contro l’Europa dell’austerità, ha finito per alimentare la protesta. Di Maio e Salvini devono ringraziare l’Europa rigorista», spiega all’Huffington Post il professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma, Paul Fitoussi. Lui come altri intellettuali cercano ora di distinguere tra l’effettiva carica populista di Lega e M5s, che non sono (giustamente) la stessa cosa: «i primi sono stati capaci di catturare consensi in varie fasce sociali e anagrafiche», mentre «i secondi espressione di un populismo di destra», spiega Fitoussi che dunque non crede affatto in un possibile governo “di scopo” tra Salvini e Di Maio. E Mattarella, ci crederà? (agg. di Niccolò Magnani)
LA CONFERENZA STAMPA DI MATTEO SALVINI
Tra i grandi vincitori delle elezioni 2018 c’è Matteo Salvini, leader della Lega primo partito della coalizione del Centrodestra: 17,61 per cento alla Camera e 17,84 per cento al Senato per il Cartoccio, che stacca di tre punti Forza Italia e guida l’alleanza, che ha più consensi del Movimento Cinque Stelle. Intervenuto in conferenza stampa da via Bellerio, Salvini ha analizzato i dati: “Lo vedo come un voto di fiducia: c’è chi ha fatto la campagna elettorale parlando solo dei fantasmi del passato, noi abbiamo parlato di futuro. La Lega ha scelto di crescere e di unire, ringrazio chi mi è stato vicino, la squadra, i miei bimbi che sono a scuola e che hanno visto poco il papà, ringrazio i giornalisti obiettivi, che sono pochi, e il popolo della rete”. Ancora una battuta sulla crescita della Lega: “E’ una vittoria anche dell’informazione libera, molto di ciò che giornali e televisioni avevano pronosticato sbagliando clamorosamente. Ringrazio perché la Lega è il movimento politico che è cresciuto più di tutti, più anche del Movimento 5 Stelle che è arrivato primo come partito. Gli faccio i complimenti, perché sono primi, ma la Lega è passata dal 4 al 18 per cento”.
MATTEO SALVINI: “IL SUD CHIEDE FUTURO, NON ASSISTENZA”
Continua Matteo Salvini, analizzando una serie di dati comune per comune e sottolineando la crescita numerica della Lega: “Tengo a citare tutte le regioni italiane: partendo da Nord, e lo dedico a tutti quegli analisti falliti che dicevano che la scelta di presentarsi , Lega a Bergamo sopra il 40%, a Treviso il 32%, nelle province piemontesi sopra al 25%, ad Aosta il 17%, a Imperia il 24% e poi via via”. Una menzione particolare per il Sud Italia, una scommessa vinta dal segretario del Carroccio: “A Reggio Calabria abbiamo preso il 6%, dove ho passato San Valentino e dove ci sono uomini e donne che chiedono futuro e non assistenza, a Lucca il 21% e a Pisa il 20%, dove abbiamo eletto sia un deputato che un senatore all’uninominale. A Viterbo il 18,5 %, a Terni il 20%, a Macerata il 21,5 %, a Piacenza il 28%, a Benevento il 6%. Almeno cinque milioni di persone mi hanno detto vai e fai, facciamo parte di una coalizione che continuerà a guidare Regione Lombardia come sta facendo da 23 anni”.
MATTEO SALVINI: “RENZI HA PAGATO L’ARROGANZA”
Grande soddisfazione per il numero della Lega, che ha sottolineato il grande sforzo fatto in campagna elettorale senza poter contare su grandi budget: “Abbiamo fatto una campagna elettorale bellissima senza un euro in tasca, senza una tv, senza una banca, senza le cooperative e lavoreremo per riportare lavoro e normalità in Italia. Uso mantenere la parola data e l’impegno preso che riguarda la coalizione di Centrodestra, con cui abbiamo il diritto e il dovere di governare per cinque anni”. Importante la chiusura a eventuali coalizioni o larghe intese: “Ho letto di coalizioni strane, ma la squadra con cui lavorare e ragionare è quella di Centrodestra: non cambiamo idea ogni quarto d’ora come qualcun altro”. Infine, una battuta sul crollo del Partito Democratico: “Non commento le debacle altrui, l’arroganza di Renzi e dei suoi è stata punita. Non vedo l’ora di iniziare, leggo ricostruzioni giornalistiche false: non abbiamo iniziato a ragionare a come lavorare a livello di istituzioni”.