Pietro Grasso, Liberi e Uguali flop alla elezioni 2018. La coalizione di sinistra è ferma al 3,4 per cento e ha perso pesantemente negli uninominali nonostante avesse schierato i big. Dal leader Grasso a Massimo D’Alema, passando per Pippo Civati. Quest’ultimo ha fornito un commento molto lucido e critico: “Nessuno si attendeva un cappotto del genere. Quando si fallisce, si fallisce tutti assieme”. Intervenuto in conferenza stampa con Nicola Fratoianni e Roberto Speranza, il presidente del Senato Grasso ha analizzato il risultato delle elezioni politiche, parlando inoltre delle possibili larghe intese: “Proseguiremo con questo progetto in cui crediamo e come abbiamo promesso ai nostri elettori. Il Parlamento è un luogo di confronto sia con il Partito Democratico che con il Movimento Cinque Stelle: non facciamo questioni personali ma ci confrontiamo sulle politiche. Di certo c’è una cosa: non siamo disposti a dialogare con la destra”. (Agg. Massimo Balsamo)
PIETRO GRASSO, RISULTATO ELEZIONI 2018
La notte elettorale sancisce la debacle della sinistra italiana. Non soltanto quella del Partito Democratico di Matteo Renzi, sprofondato sotto il 20%, ma anche di quella sulla carta dura e pura rappresentata da Liberi e Uguali di Pietro Grasso. A certificare il crollo di questo schieramento la mancata elezione di uno dei fondatori del movimento, il leader di Possibile, Pippo Civati, che non sarà deputato a meno di un fortunoso calcolo di resti a suo favore. Resta fuori dal Parlamento anche Massimo D’Alema, sconfitto nel suo collegio di Nardò. Dunque cosa resta della sinistra? E da dove si riparte? Spaventerà i moderati ma probabilmente dall’uno-virgola di Potere al Popolo, il movimento reazionario che ha come obiettivo quello di rifondare la sinistra dalle sue ceneri. E di ceneri, dopo il voto del 4 marzo, ce ne sono in abbondanza. (agg. di Dario D’Angelo)
CROLLA LEU
Non erano certamente questi i risultati che Pietro Grasso si aspettava quando ha deciso di scendere in campo per le Elezioni 2018 come leader di Liberi e Uguali. Il presidente del Senato, stando ai dati scrutinati finora e alle proiezioni arrivati nel corso della notte, ha di poco superato il 3%, una percentuale nettamente più bassa – sia alla Camera che al Senato – rispetto a quella di cui veniva accreditata da alcuni sondaggi della vigilia, che davanto l’agglomerato di Grasso, Boldrini, Bersani e D’Alema vicino al 6-7%. Una conferma ulteriore del fatto che le scissioni a sinistra sono sempre dannose per chi le fa, come testimoniato anche dal risultato horror del Partito Demoratico, dato in questo momento di poco sotto al 19%. Adesso resta da capire cosa resterà di quest’area: Grasso, dopo questo ridimensionamento, deciderà di proseguire come leader dello schieramento? E soprattutto, i suoi compagni di partito glielo consentiranno?
GRASSO SCONFITTO IN CASA
Ai dati nazionali deludenti per Liberi e Uguali, si aggiunge per Pietro Grasso una sconfitta ancora più bruciante. Un’umiliazione subita in casa, quella nel collegio uninominale di Palermo, dove il Presidente del Senato era candidato con ambizioni importanti. Ebbene, a scrutinio ultimato, Grasso è arrivato quarto. Il leader di LeU ha ottenuto 11.580 voti pari al 5,81%, aggiungendo soltanto qualche decimale a quelli presi dalla lista, il 5,15%. Ad ottenere il successo nel collegio, come accaduto praticamente in tutto il Meridione, è stato il candidato del Movimento 5 Stelle, in questo caso Steni Di Piazza, che ha portato a casa 87.301 voti (43,86%). Al secondo posto il centrodestra con Giulio Tantillo (60.363 voti, 30,32%), terzo per il centrosinistra con Teresa Piccione (33.154 voti, il 16,65%).