Il gioco virtuale delle coppie di governo continua senza sosta. Parlare con tutti? Forse. Vale per Salvini, che ha aperto “alle forze di sinistra che guardano alla Lega”, vale per di Maio, il leader del primo partito; non vale per il Pd, che ieri ha detto in coro “no” a un’alleanza con M5s. Dalle parti del centrodestra, l’ultimo problema per Salvini si chiama Berlusconi. “Sono io il regista” ha detto il leader di Forza Italia. Claudio Borghi Aquilini, economista, eletto in Toscana nelle file del Carroccio, ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha elaborato il programma economico del centrodestra.
Professore, come la mettiamo? Berlusconi ha detto “il regista sono io”.
Ho ben presente il videomessaggio di Berlusconi. Ha ragione: in ogni squadra di calcio c’è un regista.
Molti elettori forse si aspetterebbero che il regista fosse Salvini.
Il regista è un giocatore importante, però se c’è da andare a parlare con l’arbitro, ci va il capitano.
Chiaro. Nel frattempo Salvini ha rivolto un appello, che è parso strano, “alle forze di sinistra che guardano alla Lega”. Che significa?
E’ un dato di fatto. Ci sono categorie che evidentemente sono state abbandonate dalla sinistra, o da quella che si diceva sinistra — operai, disoccupati — che hanno trovato in noi un approdo. Molte delle idee economiche che ora fanno parte del patrimonio della Lega erano considerate di sinistra. Io invece preferisco considerarle di buon senso.
Un esempio?
La “piena occupazione”, per dirne una, è stata inserita nel programma di centrodestra su nostro impulso e io ne sono fiero. Un tema che i partiti della cosiddetta sinistra hanno ben pensato di tradire, facendo politiche che hanno generato disoccupazione.
Forse è anche per questo che la sinistra ha perso.
Immagino di sì. Se il problema della gente è la disoccupazione e tu fai marce sul fascismo o per lo ius soli, sei slegato dalla realtà in cui vivi. E gli elettori ti puniscono.
Lei non ha escluso l’ipotesi un governo centrodestra-M5s.
Ma non significa che ne caldeggi la possibilità. Salvini ha negato l’ipotesi di un governo Lega-M5s perché vorrebbe dire la rottura dell’alleanza di centrodestra; cosa che non abbiamo intenzione di fare, perché siamo persone leali. I cittadini ci hanno votato come coalizione, far saltare l’alleanza sarebbero cose da vecchia repubblica.
Da vecchia repubblica, ma anche da sistema proporzionale.
Proporzionale sì, ma per coalizioni, con un programma comune. Ci siamo presentati agli elettori così, non si può pensare di fare altro. Tutto il resto è nel mondo delle possibilità. Quali saranno, lo scopriremo solo sedendoci a un tavolo e parlando.
Chi ha vinto le elezioni? M5s?
No; i vincitori siamo noi. Nessuno ha impedito ai 5 Stelle di presentarsi in coalizione, come non c’era nessuna pistola alla tempia che costringesse a presentarsi da soli. E’ stata una loro scelta. Se M5s si fosse presentato con un alleato dell’1 per cento, avrebbe vinto le elezioni pur avendo meno deputati e seggi di noi?
Un governo italiano di transizione non avrebbe il pieno mandato per attuare i cambiamenti di politica di bilancio necessari, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Ha ragione o no?
Dombrovskis? Si sa a malapena da che paese viene. Non mi risulta sia mai stato fatto alcun richiamo alla Germania, che ha impiegato sei mesi per decidere in tutta calma che governo fare e ancora non è finita. Ci lasceranno sei ore per decidere? La Ue rispetti la nostra democrazia.
(Federico Ferraù)