Le ipotesi per formare una maggioranza di Governo dunque ci sono, ma sono tutte abbastanza impervie, sia se la Lega volesse accordarsi sul PD, sia se volesse accordarsi con il Partito Democratico, sia nel caso in cui volesse tentare un’intesa col Movimento 5 Stelle, difficile ancor di più considerando che preluderebbe al fatto che Salvini facesse venir meno l’accordo con le altre componenti del centrodestra. Ma di fronte all’impervia strada da percorrere, Salvini ha fatto sapere di voler raggiungere un accordo politico con la parte che dovesse essere d’accordo con i programmi della Lega e del centrodestra, superando soprattutto le pressioni provenienti da Bruxelles. In caso il Governo possa essere solo di scopo, larghe intese magari per riformare per l’ennesima volta la legge elettorale, senza un’intesa politica, per Matteo Salvini l’unica soluzione possibile sarebbe tornare al voto. (agg. di Fabio Belli)
MA IL PD CHIUDE A SALVINI
Arriva una prima, netta, chiusura del Partito Democratico alle “aperture” lasciate intravedere oggi da Matteo Salvini (e anche da Luigi Di Maio nei giorni scorsi, ndr): «Il senso di responsabilità lo devono avere tutti e la nostra risposta al richiamo di Mattarella è scontata ma i primi a essere richiamati alla responsabilità sono quelli che hanno avuto il mandato dagli elettori e vinto le elezioni. La Lega non si nasconda dietro a pretesti e costruisca le condizioni per un governo con chi ha i suoi stessi programmi e toni», fa sapere Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera che in sostanza chiude la porta ad un possibile accordo con il Centrodestra a traino leghista. Questa mattina, ricordiamo, Salvini si era sbilanciato sui dem in piena fase post-Renzi: «Spero siano a disposizione per dare una via d’uscita al paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie». Esattamente come per la ricerca di voti nel Pd, Salvini si sta come comportando in maniera molto simile al Movimento 5 Stelle (e viceversa, ndr) sulle presidenze di Camera e Senato e sul Def: il tentativo è alquanto chiaro, quello cioè di aprirsi il più possibile e dare maggiori garanzie al Presidente Mattarella, ognuno per potersi guadagnare l’incarico di governo affidato dal Quirinale.
SPERANZE IN M5S E PD: “INSIEME A CHI VUOLE MENO TASSE”
Salvini non chiude la porta a nessuno e per il prossimo governo non tecnico farebbe di tutto: spera nel Pd ma anche nel M5s, cui sarebbe anche pronto a cedere la presidenza della Camera. «Sarà mio dovere chiamare tutti gli altri segretari per proporre una gestione condivisa, democratica e rispettosa del voto popolare. Quindi che rappresenti quello che gli italiani hanno votato. Vediamo se gli altri hanno nomi e cognomi. Io non parto da nomi e cognomi, parto dalla scelta degli italiani di domenica», ha spiegato nella lunga conferenza stampa al Palazzo delle Stelline a Milano. A chi gli ha chiesto se è di principio contrario all’ipotesi di una presidenza di una Camera a un esponente del Movimento Cinque stelle, ha rispsoto,«Perché dovrà essere contrario? Spero che ognuno faccia le proprie proposte. Noi faremo le nostre. Vediamo quali sono le proposte e i numeri». Salvini ha poi rilanciato il tema delle tasse, dopo aver sfidato l’Europa sul tema caro dei vincoli di bilancio: «Stiamo già ragionando su progetti, obiettivi e programmi. Su alcuni progetti c’è qualcuno al lavoro, su scuola, giustizia, agricoltura, uno dei primi obiettivi sarà una proposta di manovra economica da portare al Parlamento opposta a quelle richieste da Bruxelles e supinamente approvate dalla sinistra negli ultimi anni cioè tasse e tagli, ovviamente non andiamo al governo per questo ma siamo convinti che la crescita del Paese passi attraverso la riduzione delle tasse e nuovo denaro e lavoro. Andiamo al governo con chi ci starà per ridurre le tasse, la burocrazia, rispettare indicazioni europee nei limiti in cui permettano all’Italia di crescere», conclude il leader della Lega.
BOSSI, “MATTEO PREMIER CON APPOGGIO DI BERLUSCONI”
Matteo Salvini, “manovra con meno tasse”: tra programma di governo e l’incertezza su chi avrà il mandato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il leader del Carroccio, prima forza della coalizione di Centrodestra, è stato chiaro: o si forma il nuovo governo o si torna subito al voto. Salvini ha aperto a accordi su punti programmatici con gli altri partiti sul programma del Centrodestra, invitando anche M5S e Centrosinistra, ma tutto verrà deciso nei prossimi giorni anche in base ad eventuali nuovi scenari. Di certo, Salvini ambisce ad essere primo ministro. Umberto Bossi, storico fondatore della Lega e prossimo Senatore, ha commentato così all’assemblea dei neo-eletti del Carroccio: “Berlusconi ha detto che lo fa diventare premier e se lo ha detto Berlusconi… Lo vuole diventare, ma può farlo se ha l’appoggio di Berlusconi. E molti possono dargli una mano. Chi? Tutti. Mica si può mandare per aria la Lega”. (Agg. Massimo Balsamo)
O GOVERNO O SUBITO ELEZIONI
Intervenendo alla conferenza stampa da Milano dopo l’incontro a porte chiuse con i parlamentari appena eletti della Lega, Matteo Salvini ha risposto sulla domanda secca riguardo il possibile ricorso ad un governo tecnico qualora non si trovasse la quadra “politica” nelle prossime settimane. E ovviamente Salvini allontana di getto la proposta: «O c’è un governo o la parola torna agli italiani. Io farei domani mattina una legge elettorale che dia premio di maggioranza alla coalizione o al partito più votato, ma credo poco ai governi tecnici a tempo per fare una o due riforme, che rischiano di essere al servizio di Bruxelles», conclude il ragionamento il segretario della Lega. Conferma la prima manovra del possibile governo di Centrodestra – anti-Ue con meno tasse e più lavoro – e risponde in maniera interessante a chi gli chiedeva della posizione rispetto al Partito Democratico: «spero che il Pd sia a disposizione per dare una via d’uscita al Paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie», facendo intravedere che non vi è porta serrata all’ipotesi di dialogo con le forze dem. «Se tutti dicono che al centro c’è il lavoro riteniamo che su questo tema il programma del centrodestra abbia proposte concrete e realizzabili», conclude ancora Salvini.
“MANOVRA ANTI-UE CON MENO TASSE”
Nel giorno del suo 45esimo compleanno, Matteo Salvini incontra tutti i nuovi 183 parlamentari che entreranno in Camera e Senato nelle prossime settimane: nel vertice al Palazzo delle Stelline a Milano il leader della Lega, soddisfatto per l’ottimo andamento alle ultime Elezioni, rilancia sul voler ottenere dal Quirinale l’incarico di governo per tutto il centrodestra. E mette sul piatto i primissimi interventi economici, sfidando in maniera plateale l’Unione Europea che guardinga attende la possibile evoluzione di una Lega al Governo: «Stiamo lavorando, entro aprile qualunque sia il governo c’è una manovra economica da preparare. Leggo che Bruxelles vuole nuove tasse, noi presenteremo una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse», spiega Salvini allontanando per ora gli argomenti su “altri accordi partitici”, ma cercando di allargare il consenso in Parlamento il più possibile, pensando ai primi provvedimenti che chiunque a Palazzo Chigi dovrà affrontare.
“SENZA GOVERNO SI TORNA AL VOTO? NON FACCIAMO PASTROCCHI”
«A Bruxelles saranno contenti perchè tutti sono contenti se l’Italia cresce», rilancia Salvini davanti ai tanti parlamentari appena eletti nel voto del 4 marzo: a chi gli chiede novità su eventuali altri accordi, il leader del Carrocio spiega «Lasciatemi festeggiare il mio compleanno nella migliore maniera possibile, sono 45 anni e 183 parlamentari, non male. Con loro iniziamo a costruire, da domani inizierò ad ascoltare, incontrare e capire». Sul fronte invece del possibile stallo istituzionale in Parlamento che potrebbe rilevarsi dopo i primi incarichi esplorativi dati da Mattarella a Di Maio (e forse allo stesso Salvini), l’ex assessore di Milano rilancia una volta di più: «andare a nuove Elezioni? Una cosa alla volta. Sicuramente non si fanno pastrocchi». A chi poi ha chiesto un parere sul possibile intervento di Luca Zaia al posto suo per aprire ad un’alleanza con il Pd, replica sorridente «ho parlato con Luca lungamente di autonomia e di Veneto e continueremo a ragionare di autonomia e di Veneto».