Il giorno dell’annuncio delle nuove Consultazioni non si placano le sfide a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio: in particolare, mentre il primo non rifiuta la possibilità di un incontro con il giovane candidato premier M5s (anche se è parso seccato per l’ennesimo “stallo” e veto prodotto dagli avversari grillini, ndr) è il secondo ad essere intervenuto a lungo durante un comizio a Termoli. «Per Palazzo Chigi sento parlare di Cottarelli, Severino, Cantone… ma se hanno preso zero voti? Non si sono candidati e rispetto la loro posizione ma in Europa secondo voi avrebbe più credibilità un premier che ha preso zero voti o uno che ne ha presi 11 milioni?», spiega Di Maio rilanciando sulla paternità di Palazzo Chigi nell’eventuale prossimo Governo, ma non a tutti i costi. «O si va al governo per cambiare le cose o non ne vale la pena. No a un governo a tutti i costi e sì a un governo del cambiamento. E su questo sono molto fiducioso». Quando gli è stato chiesto della presenza unita del Centrodestra da Mattarella giovedì prossimo, Di Maio ha lanciato una sorta di ultimatum a Salvini: «se ci siediamo ad un tavolo io, Salvini, Berlusconi e Meloni rimaniamo lì per 5 anni e non faremo nulla. Io non voglio questo, non voglio l’immobilismo: Salvini decida, o cambiamo insieme la Legge Fornero e le altre emergenze oppure lui rimanga con Berlusconi e si torna tutti alle Elezioni». È intanto uscito il calendario ufficiale del Quirinale con la presenza dei vari gruppi parlamentari che parleranno al Colle dalle ore 10 fino alle ore 18.30 di giovedì 12 aprile, ecco l’ordine definitivo: Gruppo Autonomie, Gruppo Misto, Liberi e Uguali Camera, Pd, Centrodestra unito, Movimento 5 Stelle. 



CONSULTAZIONI GIOVEDÌ E VENERDÌ

Mattarella ha deciso che il nuovo giro di Consultazioni – dopo quelle senza esiti positivi per la formazione di un Governo – si terrà giovedì 12 e venerdì 13 aprile 2018 cambiando però l’ordine degli appuntamenti rispetto ad una settimana fa. Il Capo dello Stato vedrà al Quirinale prima le Forze Politiche e solo il giorno dopo le cariche istituzionali, invertendo di fatto la passi utilizzata finora. Mattarella, come promesso, aveva atteso qualche giorno per lasciare “decantare” le proposte e le possibilità trattivi in modo da tornare al Colle con qualche veto in meno e qualche accordo in più; in realtà, a vedere le mosse degli ultimi giorni, i partiti hanno pare abbiano fatto “pochi compiti a casa”, o almeno hanno voluto dare questa impressione per poi magari sorprendere tutti davano al secondo giro di Consultazioni. Quello che è certo è che al Quirinale si presenterà il Centrodestra unito – Salvini, Berlusconi e Meloni, a qualche capigruppo, ancora bisognerà capirlo – che proverà a chiedere l’incarico di Governo esattamente come farà il Movimento 5 Stelle. Per ora i prodromi di un accordo sono difficili, ma non è detto che ora di giovedì si possa arrivare ad una quadra più composita, ad esempio con un accordo di massima tra Lega e M5s per un possibile governo di “scopo”.



LE TRAME E I RISCHI

Il rischio forte è che le prossime scadenze economiche – Def su tutti – ed elettorali, le Regionali di Molise, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, vengano affrontate senza ancora un Governo e con inoltre il timore forte di un ritorno alle urne già nel prossimo autunno. Salvini e Di Maio continuano a lanciarsi frecciatine e “scintille” e i “veti” su Berlusconi e sul Pd sembrano non essere superati in una settimana passata più a costruire muri che non ponti. Si parla ancora di un possibile Governo del Presidente, ma resta di difficile tenuta numerica in un Parlamento che avrebbe Lega e M5s che difficilmente lo sosterrebbero, facendo mancare da subito i numeri per una lunga durata dell’esecutivo con un “terzo nome” (Giovanni Maria Flick, Amato e magari lo stesso Gentiloni i più quotati in questo senso, ndr). E allora questo secondo giro di Consultazioni potrebbe anche non bastare e potrebbe essere solo un avvicinamento al terzo, già forse nella prossima settimana o all’inizio di quella successiva; Mattarella attende e intanto ha dovuto già decidere una piccola “sorpresa” mettendo nell’ordine delle nuove Consultazioni il Centrodestra unito (dunque rappresentante il 37%) come penultimo nell’ordine di giovedì prima del M5s, ritenuto comunque “prima forza” nonostante abbia meno voti di Salvini, Meloni e Berlusconi. Il resto rimane invariato: Gruppo Misto, Partito Democratico, Centrodestra e M5s il primo giorno; Casellati (Camera), Fico (Senato), Napolitano il secondo e ultimo giorno di colloqui al Colle.

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