TECNÈ, COME CAMBIEREBBERO LE INTENZIONI DI VOTO OGGI

Se si tornasse a votare “oggi”, i sondaggi Tecnè hanno stabilito che gli elettori darebbero ancora più seguito a Di Maio e Salvini nonostante non siano riusciti a formare un governo in oltre un mese di trattative. Insomma, i veti posti dal M5s e dal Centrodestra paiono non influenzare le intenzioni di voto degli italiani, che invece boccerebbero ancora di più quasi tutti gli altri partiti. M5s sale di 2% rispetto al 4 marzo, mentre Salvini vola al 19,8% (17,4% nelle ultime Politiche); male tutti gli altri, con il Pd stazionario al 18,5%, Forza Italia di Berlusconi in calo fino al 13,2% e soprattutto il crollo di Fratelli d’Italia e Liberi e Uguali. Meloni passa al 3,9%, Grasso invece al 2,4%, un punto secco in percentuale meno delle elezioni appena passate. Molto male anche il partito di Emma Bonino che dal 2,6% crollerebbe all’1,9% su scala nazionale.  

DEMOS, GOVERNO LEGA-M5S PER EVITARE IL VOTO

Una novità vi è nei sondaggi pubblicati da Demos in questi giorni di forte instabilità sul futuro scacchiere politico italiano: se la prima soluzione pensata dagli italiani intervista per evitare le nuove Elezioni a stretto giro, resta l’alleanza di governo Lega-M5s (dunque senza Centrodestra), salgono le quotazioni per un’alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, cresciuta negli ultimi giorni di stallo nei rapporti tra Salvini e Di Maio. Il 38% vuole un accordo tra i due giovani leader, ma il 23% sarebbe più convinto dall’asse Martina-Cinque Stelle che non ad altre soluzioni meno quotate. Il 5% soltanto sceglierebbe una maggioranza M5s, Lega e Forza Italia, ancor meno (il 2%) punta tutto su Berlusconi, Salvini e Renzi-Martina. Il 22% preferirebbe a quel punto tornare alle urne in autunno (ma col rebus della legge elettorale da cambiare) e il 7% sarebbe anche disposto ad un Governo di Mattarella sostenuto da tutti i partiti disponibili. 

DEMOPOLIS, INTENZIONI DI VOTO: LEGA AL 20%, M5S AL 35%

I sondaggi prodotti da Demopolis non possono non tener conto della forte instabilità politica che vede il nostro Paese ad un mese dalle elezioni del 4 marzo: l’ipotesi di tornare alle urne è infatti tutt’altro che un miraggio, specie se M5s e Centrodestra continueranno il balletto delle indecisioni e Mattarella non intraveda una soluzione più vantaggiosa per l’Italia che non sia appunto sciogliere le Camere e tornare al voto. I partiti, qualora ci fosse tale situazione non certo ben augurante, vedrebbero un cresce ancora maggiore delle due compagini già mezze-vincitrici delle ultime elezioni: M5s al 35% mentre la Lega di Salvini salirebbe al 20%, con l’affossamento ulteriore del Pd de-renzizzato (17,8%) e soprattutto di Forza Italia con un Berlusconi caduto fino al 12,5%. Interessante il dato che può fornire Giorgia Meloni visto che il suo FdI resta al 4,5%: sommato agli alleati del Centrodestra, si vedrebbe una coalizione ancora al 37% riportando la situazione praticamente allo stesso punto di partenza. LeU al 3% e tutti gli altri sotto il 2% non servirebbero a cambiare le forze in Parlamento, se rimane ancora la stessa Legge Elettorale.

EUMETRA: PRIMO PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO È…

Se non vi saranno nuove elezioni, vorrà dire che allora la partita delle Consultazioni avrà avuto un suo seguito e il Paese finalmente avrà il suo governo: in linea di massima questo sarebbe possibile solo con un finale accordo tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle. Ma allora, secondo i sondaggi pubblicati da Eumetra in questi giorni, quale sarebbero i primissimi provvedimenti che gli elettori richiedono a gran voce in questo periodo di instabilità? Le risposte sono sorprendenti: con i problemi di lavoro, pensioni, disoccupazione, sostegno alle famiglie, gli elettori ritengono che la primissima legge e riforma da firmare è quella sull’abolizione dei vitalizi per i parlamentari (il 70% lo sceglie come primo provvedimento). Distanti anni luce le altre scelte degli elettori il 17% modificherebbe la legge Fornero, il 6% introdurrebbe il reddito di cittadinanza, il 3% invece metterebbe la Flat-tax e introdurrebbe lo Ius Soli.