Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si apprende in nota congiunta di Lega e M5s, si sono sentiti oggi al telefono e, con spirito di collaborazione per rendere operativo il Parlamento al più presto, hanno concordato di votare domani alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato della Lega Nicola Molteni.
Un tweet di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, sembra intanto annunciare un raid aereo questa notte in Siria. Mosca ha risposto con una nota e chiesto al leader americano se i suoi missili “sono in grado di colpire i terroristi”, cioè Isis e Al-Qaeda invece del “governo legittimo” di Bashar al-Assad. Le parole di Trump sono arrivate dopo che l’ambasciatore russo a Beirut, in una intervista alla tv Al-Manar, aveva detto che la Russia avrebbe risposto ai raid e colpito le “basi di lancio dei missili”, cioè le navi al largo di Libano e Siria.
La farsa e la tragedia. La guerra di parole e le parole della guerra che si annuncia.
Nell’evidenza di questa sproporzione il secondo turno di consultazioni ci rivela che il governo in carica (Gentiloni), ed il parlamento con i suoi “capi politici” di carta (Di Maio, Renzi, Salvini, l’assente Berlusconi), come nei versi di Giusti “in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato”. “Questa roba” è la realtà di un mondo in fiamme di cui la classe dirigente italiana non sembra curarsi intenta com’è nel suo risiko da personaggetti.
Qualcuno ha spiegato a questa gente che l’Italia era il primo partner commerciale di Iraq, Libia e Siria? Qualcuno ha letto loro la lezione di geopolitica di Giovanni Paolo II? Si rendono conto che il gioco perverso di Macron e dei sauditi cancellerà quel poco che resta del sogno di pace europeo?
Altro che consultazioni. Mattarella dovrebbe convocare oggi il Consiglio supremo di difesa e indirizzare una lettera alle camere, e semmai esigere nelle consultazioni un governo subito per l’Italia sbaraccando il tavolo dai tatticismi.
La Storia è drammaticamente in movimento. E il ferro rovente che invaderà il video nei prossimi giorni non è certo quello da stiro della Isoardi, culmine della soap opera italiana dove la politica si fa caricatura perché non ha il coraggio di affrontare i nodi veri delle sfide del nostro tempo.
“Sangue e merda”: così Rino Formica definì la politica. E se il sangue corre a Damasco ed Aleppo, ad Homs ed Idlib, pochi dubbi sembrano esserci su ciò che deborda a Roma in questi giorni.