“Berlusconi preferisce un’alleanza col Pd piuttosto che con M5s. Anch’io la preferirei”. Lo ha affermato ieri Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia, a “Zapping”. Data la vicinanza di Rotondi all’ex Cavaliere, bisogna credergli. E’ la teoria dell’inner circle di Silvio: obbligare Salvini ad una alleanza con il Pd, tanto quanto la Lega vuole costringere i berlusconiani a governare con i grillini. 



Mattarella è stato perentorio: presto deciderà come superare lo stallo. E vuole un governo nel più breve tempo possibile. 

Ma dopo il colloquio con Giorgio Napolitano pare altrettanto motivato a scrollarsi di dosso i tatticismi dei partiti, sfidandoli a far memoria di quando, in modo del tutto inaspettato, fu tra i protagonisti di clamorose dimissioni da ministro con i colleghi della sinistra Dc in chiave anti-berlusconiana, dopo la promulgazione della legge Mammì.



Come dire: la pazienza ha un limite. Lo stallo va superato. Altrimenti un governo si farà lo stesso. E per i due decani della politica italiana i comportamenti eversivi da censurare in questo momento non sono quelli dei populisti Di Maio e Salvini. Ma quelli dei due rancorosi nazareni: Berlusconi e Renzi.

Il leader della Lega Matteo Salvini, ai microfoni di “Radio anch’io”, ha sminuito l’importanza della battuta di ieri da parte di Silvio Berlusconi.

“Non cambia nulla”, ha detto Salvini. “Sono più attento alla sostanza che alla forma. Noi siamo pronti. Certo, ci sono due veti contrapposti di M5s e Forza Italia. Io chiedo a tutti di essere responsabili. Se continua così, se continuano a bisticciare, si stuferanno gli italiani, mi stuferò io e tra un mese si tornerà alle urne, quindi: o la smettono o si vota”, ha detto il segretario della Lega. Napolitano con Mattarella, Salvini con Di Maio e in mezzo a questa inedita tenaglia Renzi e Berlusconi che non vogliono saperne di cedere il passo a chi li ha rottamati. Anche a costo di sprofondare l’Italia nel caos.