Il Presidente Inps, Tito Boeri, ha sferrato un duro attacco nel corso del suo intervento alla trasmissione Mezz’ora in più, contro l’attuale classe politica, riaccendendo i riflettori sull’argomento vitalizi. Che, a suo dire, non sarebbero neppure il solo privilegio per gli onorevoli: “gli oneri figurativi”. Nel corso della trasmissione Boeri non ha potuto non ricordare come, secondo i calcoli effettuati dall’Inps, se le pensioni dei parlamentari venissero mai uniformate a quelle dei ‘comuni cittadini’ ci sarebbero risparmi “importanti” pari a 150 milioni annui. Dura critica anche in riferimento alla proposta del M5s e che ha rappresentato il punto di forza alle ultime elezioni, ovvero il reddito di cittadinanza, una proposta che “costa fino a 38 miliardi, se vogliamo essere più ottimisti 35 miliardi, si estenderebbe ad una platea che va ben oltre i poveri assoluti” e lo farebbe “su un piano rischioso” poiché andrebbe a rappresentare un vero e proprio “disincentivo a lavorare”. Intanto Boeri ha già fatto sapere di aver scritto a Fico, spronandolo ad un intervento, senza tuttavia ricevere alcuna risposta. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



BOERI ATTACCA FICO E BOLDRINI

Non solo i vitalizi con le tirater d’orecche a Fico (e anche a Laura Boldrini, predecessore alla guida della Camera, ndr) ma anche il Reddito di Cittadinanza: come anticipavamo qui sotto, l’attacco del Presidente Inps avvenuto ieri durante il programma di Lucia Annunziata ha messo nel mirino le proposte elettorali del Movimento 5 Stelle e la “caccia alle streghe” sul fronte vitalizi. «Ha fatto presa al Sud, in persone che sono uscite dalla crisi in gravi difficoltà e disagio protratto nel tempo», spiegava Tito Boeri illustrando come però l’approccio di tipo assistenzialista sia non solo sbagliato ma proprio “fuori tempo” per la situazione attuale dei nostri conti previdenziali. «Sarebbe un messaggio importante perché al Sud le persone che hanno bisogno di aiuto si rivolgono sempre al politico locale, quello è assistenzialismo ed è un approccio sbagliato». Non solo per l’approccio però, secondo Boeri anche sul fronte costi il Reddito lanciato dai grillini non è sostenibile: «può costare fino a 38 miliardi se vogliamo essere più ottimisti 35 miliardi», commenta molto polemico il presidente dell’Inps. (agg. di Niccolò Magnani)



“HO SCRITTO A FICO MA…”

I vitalizi non sono l’unico privilegio di cui gode la classe politica: ci sono anche gli oneri figurativi. A rivelarlo è Tito Boeri, presidente dell’Inps, a “Mezz’ora in più” su Rai3. «Se un parlamentare era prima un lavoratore dipendente, durante il mandato (alla Camera o al Senato, ndr) l’Inps gli deve versare i contributi datoriali: si tratta di circa il 24% della loro retribuzione, che in alcuni casi l’Inps ha versato per 20 o 30 anni». Per questo Boeri ha scritto una lettera all’ufficio di presidenza della Camera, struttura operativa del presidente Roberto Fico. Ha provato a sollecitare un intervento, ma non ha finora ricevuto «alcuna risposta». Il numero uno dell’Inps ha poi riservato una dura critica al sistema dei vitalizi: «Erano uno schema insostenibile fin dall’inizio: si è partito già da subito in disavanzo». Boeri nel 2016 fornì i dati in suo possesso e ne chiese altri, ma dichiara di non averli ancora ricevuti dalla Camera. «Anche sulle valutazioni che ci sono state richieste, come sul ddl Richetti, non abbiamo avuto i dati sui contributi versati dai parlamentari: avrebbero dovuto darci la possibilità di fare analisi più dettagliate», ha aggiunto Boeri. 



INPS, BOERI: DAI VITALIZI AL REDDITO DI CITTADINANZA

Boeri nell’intervista a “Mezz’ora in più” ha rivelato anche che, secondo un calcolo dell’Inps, se si uniformano le pensioni dei parlamentari a quelle degli altri cittadini, si otterrebbero risparmi «importanti», pari a circa 150 milioni di euro all’anno. «Adesso vedo che con questa nuova legislatura c’è un impegno nuovo: mi auguro sia vero. Il primo segnale serio sarebbe quello di darci le informazioni per rifare un calcolo serio», ha dichiarato il presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. Boeri è intervenuto anche sul tema del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. «costa fino a 38 miliardi, se vogliamo essere più ottimisti 35 miliardi, si estenderebbe ad una platea che va ben oltre i poveri assoluti». Ma per Boeri è un «disincentivo a lavorare», andrebbe invece potenziato il Rei. «Portando nuove risorse al reddito di inclusione, circa 4 miliardi in più, riusciremmo ad aiutare tutte le persone in difficoltà». Più che del reddito di cittadinanza per Boeri c’è bisogno di un’assistenza di base, ma «guardando alle loro condizioni di reddito e patrimoniale». Infine, sulla riforma Fornero ha spiegato che lo stop costerebbe nell’immediato 11 miliardi, ma il costo potrebbe salire a 15 miliardi. L’impatto sul debito pensionistico, invece, sarebbe circa 85 miliardi  e si darebbe vita a un sistema «doppiamente iniquo» per i giovani e per chi ha pagato il costo della Fornero.