Dire, come ha fatto Di Maio ieri, che le modifiche del programma elettorale del M5s sono “solo una bufala” è di per se stesso una fake news: controllando infatti ci sono delle modifiche, anche non proprio formali, tra il prima e il dopo le Elezioni. Per chi predica coerenza, trasparenza ed estrema libertà data ai propri elettori iscritti, non esattamente un colpo “perfetto”: eppure, come giustamente nota l’Agi, le modifiche di sostanza adottata del gruppo dirigente M5s non sono così “stravolgenti” rispetto a quelle votate dagli iscritti grillini prima delle Elezioni. È cambiato il tono, divenuto più istituzionale e meno rivolto alla “pancia del Paese”. Resta però il nodo: quel programma doveva rimanere uguale e invece in qualche modo è stato modificato senza che nessuno lo facesse sapere o lo annunciasse (prima della denuncia del Foglio). Come poi giustamente nota in maniera ironica Mattia Feltri nel suo “Buongiorno” su La Stampa, i “precedenti” del M5s non sono certo ben auguranti su questa scia: degli esempio? «Di Battista 1. «Io sono per lo Ius soli. È più italiano il figlio di immigrati nato in Italia piuttosto che un argentino, nipote di italiani, che l’Italia non l’ha mai vista». Di Battista 2: «Sullo Ius soli bisogna pensarci per bene». Di Maio 1: «Vogliamo portare uno tsunami nell’Ue». Di Maio 2: «L’Ue è la casa naturale del Movimento. Può essere lo strumento per risolvere la crisi», scrive un Feltri scatenato. Non possiamo che dirci concordi, altro che “bufale”..



DI MAIO, “UNA BUFALA”

Il Foglio vs Movimento 5 Stelle, continua il confronto sul mistero del programma di governo cambiato sul sito il giorno dopo le elezioni. Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato, è tornato sulla vicenda nel corso di un comizio a Montenero di Bisaccia, commentando seccamente: “C’è un’altra cosa che sta girando in questi giorni, che noi stiamo cambiando linea: c’è una presunta inchiesta che ho smentito e che il M5s ha smentito con forza, che dice che noi abbiamo cambiato il programma elettorale il giorno dopo le elezioni. Vorrei capire in base a quale fine una forza politica cambia il programma. Non solo è una bufala, ma fa parte di un racconto che sta girando per cui il M5s per andare al Governo è disposto a cambiare linea su quello che ha detto in tutti questi anni. Io voglio andare al Governo con i valori del Movimento 5 Stelle e le proposte del Movimento 5 Stelle, che abbiamo portato avanti in tutti questi anni: altrimenti non ne vale la pena”. (Agg. Massimo Balsamo)



“MODIFICHE DI FORMA, NON DI SOSTANZA”

Mentre Luigi Di Maio è impegnato su più fronti per tenere viva accesa la fiammella (ultimamente molto esile) che potrebbe portarlo a Palazzo Chigi, lo “scoop” fatto dal quotidiano Il Foglio a proposito del presunto cambio del programma elettorale del Movimento 5 Stelle sul sito ha scatenato un nuovo polverone, tanto da sollecitare le reazioni del mondo politico ma anche di dei diretti interessati che, con un post apparso nelle ultime ore sul Blog delle Stelle e sulla pagina Facebook ufficiale, intitolato “Il programma del Movimento 5 Stelle è quello votato dagli iscritti”, smentiscono “doverosamente” lo scoop del quotidiano, aggiungendo anche che “così sarà sempre”. Nel breve post, infatti, si dice che le versione precedenti a quelle finali, apparse online il 21 febbraio 2018, erano delle versioni “provvisorie”, ossia sviluppate da dei gruppi di lavoro risalenti all’aprile dell’anno scorso e che, nel corso del tempo, sono state oggetto di successive modifiche, fino ad arrivare a quella che è al stesura definitiva. “Un cambiamento solo di forma e non di sostanza” chiarisce la breve nota che controribatte, punto per punto, alle critiche de Il Foglio, anche se, come sottolineato anche da La Repubblica, alcune differenze effettive ci sarebbero quantomeno in alcuni dei testi. (agg. R. G. Flore)



L’ACCUSA DEL FOGLIO, “PROGRAMMA CAMBIATO DOPO IL VOTO”

Lo scoop è di Luciano Capone ma tutti possono verificare con i propri occhi quanto viene accusato al Movimento 5 Stelle dall’inchiesta del Foglio: i programmi del M5s sono stati cambiati dopo le Elezioni e modificati sul sito online per come si possono vedere oggi. Secondo lo scoop del giovane giornalista fogliante, Luigi Di Maio si ritrova in un bel guaio davanti agli occhi dei propri elettori (se fosse tutto verificato, ndr): di recente, come detto anche durante le Consultazioni dal giovane leader, Di Maio ha incaricato il prof. Giacinto della Cananea di esaminare i programmi di Lega e Pd per indicare il più compatibile dei due con quello del Movimento 5 stelle. Il problema è che il programma M5s non è più quello votato e indicato dagli iscritti M5s mesi prima delle Elezioni. «I venti pdf che componevano il programma votato online – creati materialmente dall’agenzia di comunicazione Web Side Story – sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau (Smart nation, Sport, Editoria, Unione europea)», scrive Capone annotando solo alcuni dei punti “nuovi” arrivati di colpo sul blog a Cinque Stelle e sull’Associazione Rousseau. Un altro esempio di strettissima attualità? Nella sezione esteri, mentre la prima versione (approvata dagli elettori) vedeva un’impostazione anti-Nato, terzomondista e filo russa, nella seconda si ha un bella “rivoluzione” ripulita dagli elementi pro-Putin. «Tolte le contestazioni alla Nato e agli Stati Uniti, addolcite le critiche all’euro e all’Ue, smussati gli elogi alla Russia», spiega ancora Capone.

ESPULSA CONSIGLIERA ROMA: “M5S AVVELENATI DA POTERE”

Un Movimento 5 Stelle che mentre sta cercando di indebolire e sfiancare il Centrodestra in modo da ottenere un accordo di Governo solo con la Lega di Salvini, ora dovrà rispondere delle accuse subite sul fronte programma, e non solo: a Roma esplode il caso di Cristina Grancio, consigliera del Campidoglio e vicepresidente della Commissione Urbanistica. La grillina (anzi, ormai ex) è stata espulsa per il suo no allo stadio della Roma: anche in questo caso, in un primo momento la giunta Raggi si era espressa del tutto con sfavore al progetto dell’As Roma, salvo poi fare marcia indietro e trovare un accordo tra il Comune e la società giallorossa. La Grancio però non ci sta e accusa su Facebook nientemeno che il leader Di Maio: «Sono stata espulsa da un Movimento 5 Stelle avvelenato dal potere. Il M5S deve ancora imparare tutto in tema di democrazia e rispetto per le persone che manifestano correttamente idee anche diverse, ma collaborative». Per la Grancio, eletta nel 2016 e ancora vicepresidente della Commissione Urbanistica, l’atteggiamento del M5s è inqualificabile dopo la sospensione, reinserimento e poi definitiva espulsione; «Difendo la posizione presa in campagna elettorale: stadio sì, ma non a Tor di Valle, coerente col programma di urbanistica […] Nella commissione urbanistica che esprimeva parere positivo per la realizzazione dello stadio a Tor di Valle, esprimo perplessità sulla proprietà dei terreni ed altro ancora, e non partecipo alla votazione in commissione e in consiglio, proprio per non assumere una posizione politica contraria al mio gruppo. Per questa mia posizione di suggerimento alla prudenza e all’approfondimento dei fatti, immediatamente dopo la riunione in Commissione vengo sospesa», conclude il suo “atto di accusa” la consigliera espulsa, ennesima “spina” nella complessa rete del Movimento 5 Stelle.