SWG, REGIONALI FRIULI: FEDRIGA DOPPIA IL M5S
Mentre questa domenica in piena crisi e stallo di Governo nazionale, si torna alle urne nella Regione Molise e tra sette giorni si replica in Friuli Venezia Giulia. Come ha detto Salvini in questa ultima settimana di campagna elettorale, i risultati di queste regionali potrebbero anche essere indicative su quale strada dovrà prendere il governo nazionale (sempre che Mattarella abbia desiderio ad “aspettare” fino ai risultati elettorali): il centrodestra infatti è in vantaggio tanto in Molise quanto in Friuli, con situazioni però diametralmente diverse. Un sondaggio di Euromedia dà il candidato Donato Toma in vantaggio col 36,6% mentre Andrea Greco del M5s viene dato al 34,2%: un possibile testa a testa che invece nel Friuli si “trasforma” in una quasi certa vittoria del Centrodestra unito con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. I sondaggi di Swg danno il fedelissimo di Matteo Salvini, Massimiliano Fedriga, in nettissimo vantaggio con il 47-51%, praticamente il doppio del Movimento 5 Stelle che col candidato Alessandro Morgera non supererebbe il 18-22%. Messo meglio invece il candidato Governatore del Pd che eredita il ruolo che fu di Debora Seracchiani (Presidente uscente del Friuli): sostenuto da Pd, Lista Cittadini, Open-Sinistra FVG e Slovenska Skupnost otterrebbe ad oggi il 26-30% dei risultati elettorali.
PIEPOLI, IL 49% SCEGLIE LE LARGHE INTESE
Nel giro di pochi giorni, altro che settimane, sono cambiate le volontà degli italiani: nei sondaggi politici pubblicati da Piepoli si prova a sondare il terreno dell’elettorato deluso da giorni di stallo e mancati accordi tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle. Ebbene, per il 40% degli intervistati a questo punto non sarebbe da scartare un governo di Larghe Intese tra più partiti opposti tra loro per poter uscire dallo stallo e sopratutto per evitare il ritorno alle urne che getterebbe il Paese in nuovi 6 mesi di campagna elettorale. Per di più, senza una nuova legge elettorale, il rischio di un risultato assai simile a quello del 4 marzo è molto alto: il 51% invece a questo rischio è disposto ad accettarlo, onde evitare di vedere Berlusconi, Di Maio, Salvini e il Pd seduto allo stesso tavolo di Governo, seppure per un tempo magari breve. I sondaggi di Piepoli infatti mostrano come il 49% è convinto che si farà un governo nelle prossime settimane (il 44% pensa invece che si tornerà alle elezioni) ma solo 34% è convinto che l’esecutivo possa durare stabilmente fino alla fine della Legislatura.
EMG ACQUA, GOVERNISSIMO BOCCIATO DAGLI ELETTORI
I dati emersi dai sondaggi di Emg Acqua per il programma CartaBianca condotto da Bianca Berlinguer provano a sondare il terreno sull’eventualità che un accordo politico non riesca ad emergere dopo ormai un mese e mezzo quasi dalle Elezioni politiche “senza vincitori”. Con l’incarico a Maria Elisabetta Casellati si cerca di prendere tempo e provare una manovra in Parlamento di “avvicinamento” dei partiti: ma lei dovesse fallire e con lei anche le ipotesi di Salvini e Di Maio come diretti incaricati di governo, allora non potrebbe che sorgere la fase del “governissimo” (o di nuove elezioni, ma Mattarella lo ha escluso per ora) in cui tutti i partiti partecipano ad un largo esecutivo su alcuni punti chiave, come le scadenze europee e la nuova legge elettorale. Gli elettori però bocciano l’idea e solo il 24,1% sarebbe favorevole, contro il 43,3%; dunque che fare? Secondo gli elettori, ognuno dovrebbe fare uno sforzo per evitare di vedere un governo extra large con M5s, FI, Lega, FdI, Pd e LeU: più di tutti sarebbe Di Maio a dovere fare passo indietro dai propri veti per risolvere la situazione di stallo (il 20,3% guarda a lui come maggiore implicato nel sforzi), seguito da Salvini (al 16,9%), Berlusconi (13,6%) e il Partito Democratico col 8,6%.
INDEX, LE INTENZIONI DI VOTO
Seguendo ancora gli ultimi sondaggi di Index, l’ipotesi di tornare alle urne è scelta dal 16% degli elettori intervistati: le attuali intenzioni di voto vedono il Movimento 5 Stelle salire ancora di preferenze fino al 34,1%, mentre la Lega di Matteo Salvini farebbe un balzo in avanti fino al 22,9%, facendo invece scendere Forza Italia addirittura fino all’11,8% attuali. Male Berlusconi quindi, non benissimo neanche il Pd che resta ancorato al 18,3% su scala nazionale; seguono gli altri di Centrosinistra che raccolgono il 3% totale, mentre il partito di Giorgia Meloni andrebbe al 3,7%, facendo meglio di Liberi e Uguali di Boldrini e Grasso (2%) e decisamente meglio di Noi con l’Italia che rimane ancorato ad un basso 0,4% di preferenze. Ergo, con il ritorno alle urne a guadagnarci oggi sarebbero ancora Di Maio e Salvini, ma con lo stesso problema del 4 marzo: senza un cambio di legge elettorale, non vi sarebbe una maggioranza spendibile in Parlamento.