Aperture? Non ne abbiamo viste. Cambiamenti? Non proprio. Sorrisi di Salvini? Potrebbero esserne stati subito ricacciati in gola. Insomma, Di Maio all’uscita dalle consultazioni con Maria Alberti Casellati chiude alla possibilità di un Governo col Centrodestra mentre tiene aperto il “solito” forno con Lega (ed eventualmente col Pd, con la porta non del tutto chiusa per i dem). «Con Salvini abbiamo reso operative le Camere in tempi celeri, insieme a lui e alla Lega anche le commissioni speciali; sintonie sui lavori dei primi giorni di Parlamento. È chiaro che ci sia una disponibilità di discutere di programmi: stamattina ci siamo sentiti e ci siamo detti che siamo disponibili a parlare di programmi sull’Italia», esordisce un Di Maio che sembrava a quel punto intenzionato ad aprire alla clamorosa novità. Ma il veto invece rimane e subito dopo aggiunge: «però è anche vero che noi oltre determinate barricate non possiamo andare oltre. Io ho detto chiaramente che c’era disponibilità di firmare contratto di governo con Salvini, sulle basi di quel contratto fare un governo. Saremmo disposti che quel contratto firmato con lui potesse essere sostenuto da Forza Italia e FdI, non possiamo impedire un sostegno di quelle forze, ma l’interlocuzione deve avvenire tra noi due». 



“NO MINISTRI DI FORZA ITALIA E FRATELLI D’ITALIA”

DI Maio nella breve dichiarazione post-Casellati ha tracciato il punto ormai chiaro del Movimento 5 Stelle: il Govenro solo con la Lega (o col Pd), FI e FdI come eventuali appoggi esterni ma senza alcuna possibilità di contrattare posti, ministri e programmi. Traduciamo, “se ci votano benissimo, ma non possono decidere nulla”. Ecco il leader del M5s: «Se poi sento che mi si chiede di sedermi ad un tavolo con Berlusconi e Meloni per concordare un programma di governo che poi deve ispirare un governo che abbia quelle personalità politiche delle singole forze di Centrodestra, è assai complicato per noi da digerire». Secondo l’ex vicepresidente della Camera, per il M5s vi è la disponibilità a dialogare sui temi anche con altre forze politiche: in sintesi, resta aperta la proposta di contratto di governo tedesco con Lega e Pd. «Siamo disposti ad avere sostegno di FI e FdI, vogliamo dare un governo a questo Paese, ma non possiamo sederci ad un unico tavolo con loro. Salvini e Di Maio firmano questo contratto e nessun altro». Resta aperto l’invito sia alla Lega e al Pd, «ma non ci chiedete di ricominciare da capo con tavoli con Berlusconi e Meloni: non possiamo dividere i ministri e i posti di governo tra 4 forze politiche, difficile da digerire». Per Di Maio nulla è perduto, nulla si chiude, ma non è possibile andare oltre ai limiti già tracciati: «per la tenuta del M5s non possiamo accettare limiti del genere, saremmo ipocriti o traditori di un mandato elettorale. Ringrazio Casellati, lavoro prezioso: ma non si fa tavolo o governo a 4», conclude Di Maio. E lo stallo tornò..  



ACCORDO VICINO? RESTA IL NODO BERLUSCONI..

È iniziata con un’ora di ritardo la riunione per le consultazioni con la Presidente Casellati e il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle: Di Maio ci ha messo un’ora in più, forse segnale proprio di un possibile “accordo” studiato fino all’ultimo con il Centrodestra. Salvini aveva annunciato “novità” nei confronti del M5s e ora l’esploratrice Casellati sta verificando l’effettiva possibilità (e tenuta) per poi consegnare il tutto a Mattarella in fase di attesa (con tensione) al Colle. Giorgetti rilancia sui programmi, «si va al tavolo per parlare finalmente di temi e non di posti», mentre Sibilia (grillino) “smorza” i toni trionfalistici del Cdx delle ultime ore, «Bisogna chiedere a Salvini cosa ha da ridere, speriamo di averceli tutti quanti questi motivi per ridere». Resta ancora da capire come sia possibile che un veto così monolitico e ripetuto per un mese e mezzo da Di Maio possa “cadere” nel giro di qualche minuto: si tratta ovviamente di Berlusconi, il vero nodo della discordia tra Lega e grillini. Non resta che vedere cosa risponderà il giovane leader M5s all’uscita da Palazzo Giustiziani: da quelle parole molto dipenderà della riuscita o meno dell’incarico di Maria Elisabetta Alberti Casellati.  



SALVINI, “FORSE OGGI SI PARTE”

Qualcosa si muove, forse, dopo la prima tornata di consultazioni da Elisabetta Casellati: uscendo da Palazzo Giustiniani infatti Matteo Salvini ha spiegato ai giornalisti che quella di oggi potrebbe essere una giornata “molto importante”. «Sì, sì ci sono novità, ora dobbiamo aspettare un paio d’ore», ovvero le ultime consultazioni del M5s con la Presidente del Senato. «Ieri siamo usciti con gli schiaffoni, stasera con i sorrisi, una metà è fatta, l’altra la settimana prossima – ha affermato – Sono ottimista. Speriamo che oggi sia il giorno buono. Forse oggi si parte, si può costruire qualcosa finalmente», ha spiegato Salvini sottolineando come il Centrodestra unito (e questa volta Berlusconi non ha fatto alcun “teatrino” o “show” davanti alle telecamere, ndr) è disponibile di trattare ad un tavolo alcuni temi che Di Maio chiede da tempo, «se cadono i veti si parte, l’accordo con i 5stelle è di parlare di cose da fare», rilancia il leader della Lega. In questo momento Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Giulia Grillo sono dentro dalla Casellati: all’uscita si saprà, forse, se vi sarà ancora un margine per l’accordo col Centrodestra o se invece il veto su Berlusconi (come è molto probabile) rimarrà uno scoglio inarginabile.

SALVINI, “ULTIMO APPELLO AL M5S”

Matteo Salvini si rivolge a Luigi Di Maio dopo il colloquio con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, a cui ha partecipato insieme a Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Se non è un ultimatum poco ci manca, perché il leader della Lega ha parlato di «ultimo appello». Salvini ha ribadito l’intenzione di chiudere quanto prima la questione, pur sapendo che non dipende solo da lui. «Visto che viviamo nell’Italia reale che sta perdendo la pazienza tra consultazioni e veti, nutriamo la fondata speranza che si riesca finalmente a superare la politica del no che in molti hanno portato avanti finora». Poi dal numero uno del Carroccio parte il messaggio al capo politico del Movimento 5 Stelle: «Abbiamo espresso alla presidente Casellati la nostra fiducia su un governo che rappresenti il voto degli italiani e un accordo tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Speriamo che accetti finalmente di sedersi al tavolo per parlare di programmi e non di posti. Confidiamo nel fatto che per reciproca buona volontà nei prossimi giorni si parli di cose da fare». Salvini esclude da ogni discorso il Partito democratico: «Riteniamo improponibile un governo con chi ha perso». Al suo fianco Berlusconi che non si è inserito ma anzi ha confermato con dei cenni l’intesa. (agg. di Silvana Palazzo)

CONSULTAZIONI CASELLATI: CENTRODESTRA UNITO, POI M5S

Giornata decisiva in vista della scadenza dell’incarico fissata da Mattarella per la giornata di domani: Maria Elisabetta Alberti Casellati, dopo il secondo e forse ultimo giro di consultazioni in programma oggi pomeriggio a Palazzo Giustiniani, domani dovrà riferire al Colle il risultato della sua esplorazione e molto probabilmente il “fallimento” della sua missione. Non per negligenza particolari della Presidente del Senato – in realtà molto abile e stimata da tutto l’arco istituzionale, grillini compresi – ma per l’inconsistente stallo che tutti i partiti hanno dimostrato in questi giorni, con i veti confermati dalle consultazioni di Mattarella fino a quelle della Casellati. Oggi un ultimo, estremo e disperato, tentativo verrà fatto dalla Presidente del Senato davanti ad un centrodestra questa volta unito (ieri Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si erano presentati in separata sede) alle ore 14.30 e al gruppo M5s (Di Maio, Toninelli, Grillo) alle 17.30. In vista dell’incontro, Matteo Salvini (ci sarà dopo essere tornato stamani dalla Sicilia) ha commentato «L’Italia non può aspettare. Non c’e alcuna novità: se tutti continuano a rimanere fermi sulle loro posizioni si creano situazioni che hanno risposta. Vedo se riesco a inventarmi qualcosa di più rispetto al tanto che già come Lega abbiamo ipotizzato per fare partire un governo superando i no, i litigi e i bisticci. Io ultimatum non ne pongo, vediamo se riesco a convincere gli altri». Salvini non si dice però particolarmente speranzoso, specie dopo aver letto le ultime dichiarazioni di Toninelli e Berlusconi: «Il mandato al presidente Casellati? Non c’è alcunché di inutile. Certo se nessuno rinuncia a niente… Personalmente non so più a cosa rinunciare..», conclude il leader della Lega.

IPOTESI FICO ESPLORATORE SE FALLISCE LA CASELLATI

La Casellati ha come compito quello “semplice” dato da Mattarella: verificare se vi sono particolari possibilità per un accordo di governo tra Centrodestra e M5s. Ecco, sul web circola da ore una simpatica “meme” che recita pressapoco così: Salvini “mai con Pd”, Di Maio “mai con Berlusconi”, Silvio “mai con Di Maio“, Renzi “mai una gioia”. Al netto della battuta, interprete e riassume benissimo la situazione dominata da veti e non da proposte per trovare un accordo. Nessun passo indietro, e allora si avvicina il prossimo step che tenterà Mattarella per trovare il bandolo della matassa: Roberto Fico, presidente della Camera, potrebbe essere il nuovo esploratore incaricato dal Colle per provare a testare questa volta un ipotesi di governo tra Partito Democratico e M5s. Per ora sono solo voci, ma la probabilità che l’ex leader dell’ala più radicale dei Cinque Stelle (e ora figura istituzionale) possa provare a dare una sondata all’accordo (difficile) con i dem è una delle voci più ricorrenti negli ambienti del Quirinale. Come spiega bene l’Adnkronos, «Mattarella potrebbe chiedere tempi supplementari se esistessero i presupposti per far maturare un’intesa nell’ambito dei confini disegnati per il suo mandato. Oppure, estremo opposto, potrebbe certificare l’impossibilità di una maggioranza tra centrodestra nel suo complesso e M5S».