Intervistato questa mattina su La7 da Myrta Merlino a L’Aria che Tira, Danilo Toninelli ha ribadito che «noi il governo lo facciamo col Pd o con la Lega» e davanti alle incalzanti domande della brava giornalista ha commentato la posizione su Berlusconi da parte del gruppo M5s. «Su di lui come persona sapete come la pensiamo», e Di Battista ce lo ha fatto “capire” ampiamente, «ma di fronte ad un appoggio esterno di Forza Italia non possiamo impedire a nessuno di votare la fiducia al Governo». L’importante è che «Berlusconi non faccia parte della squadra di Governo», spiega Toninelli lasciando così una piccola porta aperta, subito chiusa da Forza Italia con Toti che ha spiegato come non esiste alcuna ipotesi di FI come appoggio esterno al Governo. Martina invece, dopo aver presentato dei punti concreti per la discussione tra i partiti, attacca sia M5s che Centrodestra, «Chiariscano una volta per tutte cosa intendono fare per il Paese: trovo inammissibile questo gioco di specchi». Quando ad una possibile richiesta di Mattarella al Pd per un atto di responsabilità, il segretario reggente risponde all’Ansa, «Anche in queste ore, in questi giorni, abbiamo sempre fatto passaggi di responsabilità. Siamo gli unici a essere saliti al Quirinale con delle proposte concrete. Ancora ieri abbiamo proposto tre precisi punti programmatici, concreti. Così il Pd può fare bene il suo mestiere per l’Italia». (agg. di Niccolò Magnani) 



SALVINI, “LI CONVINCO IO”: ROSATO, “NON SIAMO RUOTA DI SCORTA”

Il Pd non ci sta, Forza Italia men che meno e Salvini si sta scocciando: il Movimento 5 Stelle un obiettivo l’ha raggiunto. No, non il governo, ma il fatto di essere criticato da tutti contemporaneamente per il proprio atteggiamento “trasformista” un giorno sì e l’altro pure. Dopo la virata di Toninell verso il PD (nasando che il centrodestra sarà ancora insieme, nonostante le fratture esistenti), arriva la replica del Partito Democratico con il tweet di Ettore Rosato «Caro Danilo Toninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la Lega. Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del Pd il male assoluto». Gli fa eco, con un richiamo più esteso a tutti i partiti, il premier uscente Paolo Gentiloni che rilancia «ci vogliono tempi rapidi per uscire dallo stallo, l’Italia non può permettersi di restare fuori della dinamica che disegna il futuro dell’Ue e l’Ue non si può permettere di affrontare il dibattito senza l’Italia». Mentre Toti torna a parlare allontanando l’ipotesi circolata negli ambienti parlamentari di una Forza Italia con appoggio esterno al Governo Salvini-Di Maio, è il leader della Lega in primis a parlare a poche ore dalle consultazioni della Casellati: «Io ultimatum non ne pongo vediamo se oggi dal presidente Casellati, insieme a tutti, riesco a convincere gli altri. Adesso sono qui con questi lavoratori, la realtà, la vita reale è questa». (agg. di Niccolò Magnani)



TOTI, “NO GOVERNO PD-CENTRODESTRA”

Centrodestra-M5s, asse bloccato dal veto dei pentastellati su Forza Italia e su Silvio Berlusconi. Tra i possibili scenari quello di una allenza tra il partito di Luigi Di Maio e il Partito Democratico, l’ormai famoso secondo forno. Un accordo con i dem che il Centrodestra, in particolare la Lega di Matteo Salvini, non ha intenzione di fare. Sulla stessa linea d’onda del segretario del Carroccio c’è Giovanni Toti, governatore della Liguria e importante esponente di Forza Italia, considerato il delfino di Silvio Berlusconi: “Non ci sono le condizioni per un governo Centrodestra-Partito Democratico: gli italiani non lo hanno votato, non hanno scelto questo. Credo che tutti siano a conoscenza del fatto che a votare nei prossimi due-tre mesi non si andrà: ci sono scelte importanti da prendere per il Paese. Magari si tornerà al voto il prossimo anno, qualcuno a Palazzo Chigi ci dovrà andare. Un governo Centrodestra-Movimento 5 Stelle ha un sapore politico che può far guardare ad un orizzonte più lungo”, le parole di Toti ad Agorà. (Agg. Massimo Balsamo)



TONINELLI: “MAI CON BERLUSCONI”

Intervenendo a Rtl 102.5 il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Danilo Toninelli la dice “papale papale”: «sue fallisce la Casellati, pronto un patto col Pd». Il fedelissimo di Luigi Di Maio punta dritto sul fallimento della Presidente del Senato, facendo intuire benissimo che non ci saranno accordi col Centrodestra se rimarrà in campo (e dovrebbe rimanere) Silvio Berlusconi. Ma la colpa di tutto questo viene “data” alla Lega: «fosse per M5s questo ‘matrimonio’, cioè patto di governo, con la Lega sarebbe gia’ fatto ma senza Silvio Berlusconi. Purtroppo Salvini continua a restare con quel centrodestra che e’ un’ammucchiata. Noi non staremo mai con Berlusconi. Domani Salvini dovrà decidere se restare aggrappato alla restaurazione o no», ha concluso Toninelli scatenando le ire di Forza Italia e i fastidi non proprio minimi dello stesso Salvini, scocciato dal continuo muro “ambiguo” dei Cinque Stelle. Prima “mai col Pd”, ora “speriamo in un accordo col Pd”: «Non conta che ci sia Renzi o no in un patto di governo dove il Pd è vincolato a quanto scritto là, non è più questione di nomi ma di temi. Non c’è piu una prospettiva di poltrone come in passato, le persone sono in secondo piano». A stretto giro arriva la prima replica dai dem, ad opera di Debora Serracchiani che critica l’atteggiamento grillino: «È troppo presto per vedere il partito unico del centrodestra, ma non credo che la coalizione si scioglierà. Non trovo responsabile il veto del M5S alla coalizione che ha preso più voti alle elezioni». (agg. di Niccolò Magnani) 

DI MAIO, “DA VENERDÌ IL CENTRODESTRA NON ESISTERÒ PIÙ”

Luigi Di Maio si lascia andare a parole forti contro il centrodestra. Lo ha fatto durante l’assemblea del Movimento 5 Stelle a Montecitorio. «La scelta di Elisabetta Casellati per il mandato esplorativo è una scelta che una grande opportunità per noi perché da venerdì il centrodestra non esiste più. Ma è certificato», ha dichiarato il capo politico del M5S. Di Maio fa riferimento alla provenienza della presidente del Senato: «Se Matteo Salvini vuole ripeterlo può ripeterlo ma se la presidente Casellati che proviene da Forza Italia va dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per dire che non ci sono le condizioni per un governo del centrodestra, sarà il suggello di quello che noi stiamo diciamo da tempo. E si metteranno l’anima in pace». Per Di Maio domani potrebbero cominciare le trattative tra le forze politiche. La Lega dal canto suo continua a blindare la coalizione di centrodestra e quindi l’accordo con Silvio Berlusconi. E Matteo Salvini suggerisce a Di Maio una persona «terza» come soluzione alla squadra centrodestra-M5S. Del resto non ci sono altre ipotesi: Salvini non accetterà mai la proposta di Berlusconi di un governo col Pd. Ed è qui che si consuma la guerra di veti: «Salvini mi accusa di porre dei veti e non vedo perché non possa porli su Berlusconi e invece lui può porli sul Partito democratico». La Lega comunque, come riportato da Il Giornale, non getta la spugna. Giancarlo Giorgetti, l’uomo delle trattative nella Lega, è ottimista: «C’è ancora una possibilità. Altrimenti non andremmo (con lo stesso Salvini, ndr) al prossimo colloquio con la Casellati». (agg. di Silvana Palazzo)

GOVERNO, LA SITUAZIONE DOPO LE CONSULTAZIONI

Governo, Giancarlo Giorgetti apre a Luigi Di Maio Premier: interessanti aggiornamenti il giorno il mandato esplorativo affidato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarelli a Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. L’esponente di Forza Italia ha tentato di verificare una possibile maggioranza Centrodestra-Movimento 5 Stelle: nessun passo in avanti, con la Casellati che avrà a disposizione la giornata di oggi, 19 aprile 2018, e domani, venerdì 20 aprile 2018. La situazione di stallo continua, con il Movimento 5 Stelle che continua a porre il veto su Silvio Berlusconi e su Forza Italia, chiedendo alla Lega di Matteo Salvini di smarcarsi, e con il Cavaliere che continua a stuzzicare il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio. E il Partito Democratico? Resta fermo nonostante l’apertura ripetuta di Di Maio come possibile alternativa in caso di mancato accordo con il Carroccio. Nelle prossime ore sono attesi nuovi aggiornamenti, ma un segnale importante è arrivato da Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini.

GIORGETTI APRE A DI MAIO PREMIER

Il Movimento 5 Stelle continua sulla sua linea: Luigi Di Maio deve essere il nuovo primo ministro e nessun ipotesi di accordo con Silvio Berlusconi. Intervenuto a Porta a Porta ieri sera, l’uomo delle trattative della Lega Giancarlo Giorgetti ha commentato: “Tra fare il premier e il no a Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio rinunci almeno a una pregiudiziale. Se non viene rimossa almeno una di queste due pregiudiziali il tentativo di domani della presidente Alberti Casellati fallirà”. Oggi il presidente del Senato effettuerà un nuovo giro di consultazioni con i principali partiti politici e, a proposito di Lega, sarà presente anche Matteo Salvini, assente ieri per un impegno a Catania. Giorgetti ha poi commentato: “Di Maio deve fare uno sforzo ulteriore: se non lo farà, o non vuole fare il governo o vuole fare il governo con il Partito Democratico”.

DUELLO SALVINI-DI MAIO

Come sottolineato dall’Huffington Post, dopo alcuni giorni di maretta in casa Centodestra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno giocato insieme: dopo l’imput del segretario della Lega, “basta litigi”, il presidente di Forza Italia non ha posto alcun veto al Movimento 5 Stelle, sottolineando che sta avvenendo la situazione inversa. Una posizione apprezzata sia dallo stesso Giorgetti che da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che simboleggia almeno sulla carta l’unità della coalizione. Una strategia che sta portando avanti la coalizione come sottolineato da un deputato leghista di primo piano: “Se Di Maio vuole fare il premier e come si è visto non ci rinuncerà per niente al mondo, noi glielo facciamo fare ma non può chiederci di spaccare la coalizione”. E attenzione alle possibili nuove ipotesi, come quella di un Governo del presidente: “Un governo del presidente? La Lega è una forza responsabile e Salvini si è dimostrato uno statista”.