Alla luce delle difficoltà della nuova maggioranza tutta da trovare tra Movimento 5 Stelle e centrodestra, il commento di Matteo Renzi verte soprattutto riguardo l’ostracismo trovato nel 2016 scorso dal referendum di riforma costituzionale che avrebbe consentito, a suo parere, di riuscire a governare con maggiore facilità grazie all’eliminazione del senato e allo snellimento di un parlamento che avrebbe poi potuto contare su una vera maggioranza espressa dalle urne, e non da faticosi accordi post-voto come in questo caso. Secondo Renzi è ironico che proprio le forze politiche che maggiormente hanno osteggiato il referendum, si trovino ora a faticare nella costituzione di un Governo e di una maggioranza. (agg. di Fabio Belli)



L’INQUIETUDINE DELLA MINORANZA PD

La minoranza del Pd che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando chiede la convocazione della direzione nazionale del partito il prima possibile. Visto che i tentativi della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del suo mandato esplorativo potrebbero fallire, i dem vogliono farsi trovare pronti. E quindi Orlando auspica un momento di confronto «collegiale» sul «delicato momento politico» a maggior ragione dopo il rinvio a data da destinarsi dell’assemblea. Matteo Renzi però continua a restare fermo sulla sua posizione, almeno a parole: «Adesso, come abbiamo detto dal primo giorno, tocca ai vincitori delle elezioni. Vediamo se saranno in grado di farcela. Tocca a loro, come diciamo da sempre», scrive nella sua newsletter. Dall’altra parte c’è Andrea Orlando, “capo” delle varie correnti di minoranza, secondo cui «un chiarimento nel partito è diventato urgente». Renzi non si dilunga sul presente e sfiora il futuro, lanciando la Leopolda dal 19 al 21 ottobre col titolo “La prova del nove”.



PD, RENZI PUNGE M5S E LEGA: “NEL 2014 GOVERNO IN 45 GIORNI”

Matteo Renzi rievoca il passato nella sua newsletter, tirando in ballo quanto accaduto nel 2014: «Quando siamo andati al governo, non avevamo tempo. Avevamo l’acqua alla gola. Nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto dare la svolta. Nei primi 45 giorni – gli stessi che ci separano dal voto del 4 marzo – avevamo già approvato le misure di urgenza». E cita gli 80 euro, il tetto ai dirigenti pubblici, la diminuzione dell’Irap per le aziende, i primi decreti legge su PA e Lavoro. Quindi la polemica con il centrodestra e Movimento 5 Stelle è aperta: «Chi in queste ore sta trattando per formare il governo sa di non avere la spada di Damocle come avevamo noi quattro anni fa. Da italiano sono contento. Perché per noi l’Italia viene prima di tutto». Nella newsletter c’è spazio anche per un riferimento al referendum costituzionale: «Eravamo stati facili profeti nel dire che dopo la bocciatura della riforma costituzionale formare un Governo sarebbe stato molto complicato per chiunque». 

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