Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è preso due giorni di riflessione dopo che è fallito il mandato esplorativo di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo che la presidente del Senato ha riferito l’esito del suo incarico, il capo dello Stato si è preso del termine. «Ci sono spunti su cui Mattarella deciderà», ha detto stamattina al termine dell’incontro al Quirinale. Fumata nera dunque per un possibile esecutivo centrodestra-M5s, ora peraltro si sta consumando lo scontro all’interno del centrodestra tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. E ora dunque si ricomincia: bisogna trovare una soluzione al rebus governo. Il quadro però è davvero complicato. La matassa è difficile da sbrogliare per Mattarella in un clima molto teso, caratterizzato da veti incrociati, scambi di insulti e arroccamenti delle forze politiche. Lunedì saranno chiare le intenzioni del capo dello Stato sulle modalità con cui procedere per arrivare alla formazione del nuovo governo. Gli scenari più probabili sono tre, gli analizziamo di seguito.



GOVERNO, LE TRE STRADE DI MATTARELLA

Davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella si aprono tre strade: può procedere con un nuovo mandato esplorativo, da affidare magari al presidente della Camera Roberto Fico, o con un pre-incarico a un leader politico; in alternativa, può individuare una personalità terza per la formazione di un governo istituzionale. E allora analizziamo i vari scenari. C’è quindi la carta Fico per vagliare l’altro “forno”, dopo il mancato accordo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle. Il presidente della Camera potrebbe dunque prova a far dialogare il Pd con i pentastellati. La palla però potrebbe passare a un presidente pre-incarico che avrebbe il compito di verificare la possibilità di formare l’esecutivo: Mattarella potrebbe affidarlo a Salvini, in quanto leader della coalizione del centrodestra, o a Di Maio, capo politico del partito che ha ottenuto più voti alle elezioni. La terza strada, percorribile se non si trovasse una soluzione politica e se le forze in campo non fossero in grado di esprimere una maggioranza, è quella del governo istituzionale. In questo caso andrebbe scelta una personalità terza per il ruolo di presidente del Consiglio. E il toto-nomi è già partito: come riportato dall’AdnKronos, si parla di Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Consulta, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, l’economista Carlo Cottarelli (già commissario alla spending review), Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e l’ex ministro della Giustizia Paola Severino.

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