Manca una sola sezione scrutinata e il Molise si prepara ad essere governata per cinque anni dalla giunta di Donato Toma, il nuovo presidente: non solo, Forza Italia non viene sorpassata dalla Lega e dunque anche i risultati in Molise possono avere un effetto nazionale su più fronti, a partire dalla impossibilità di Salvini di poter fare a meno della coalizione per governare con i numeri solidi. «Gli elettori ci hanno dato fiducia, il Molise ha dato un segnale alla coalizione di centrodestra: bisogna restare uniti e mediare per fare un governo. A Greco (M5s, lo sconfitto con il 38%) dico basta con le polemiche, ora lavoriamo», spiega il neo Governatore molisano. Ha trionfato con il 43,6% dei voti, mentre la batosta più grande arriva dal Partito Democratico che non va oltre all’8,9% (fa meno di Forza Italia, al 9,7%) e non contribuisce ad un buon risultato dell’intero centrosinistra, fermo al 17% con il candidato Carlo Veneziale. Il Movimento 5 Stelle invece si conferma vincente solo a metà, esattamente come nelle Politiche nazionali: è il primissimo partito nella Regione (come lo è in Italia) ma non riesce ad avere i numeri per una maggioranza stabile senza accordi. E allora ad esultare è tutta Forza Italia che non solo ottiene la vittoria del proprio candidato Toma (scelto da Berlusconi) ma non viene superata dalla Lega, «votando Donato Toma, i molisani abbiamo voluto premiare l’impegno che il presidente Berlusconi ha voluto mettere in campo in questo finale di campagna elettorale», spiega Debora Bergamini (responsabile Comunicazione di Forza Italia). Per sapere eletti e seggi, le prossime ore saranno decisive con l’ufficializzazione dei dati e l’assegnazione dei posti in Consiglio Regionale secondo la legge elettorale da poco votata che assegna alla maggioranza vincente un range di seggi tra i 12 e i 14. (agg. di Niccolò Magnani)
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TOMA HA VINTO SUL M5S
Mancano solo 10 sezioni da scrutinare e si può dire a ben ragione che il vantaggio del Centrodestra è tale da consentire di poter parlare già di vittoria: ovviamente Donato Toma dovrà attendere l’ufficialità dei dati finali per presentarsi alla stampa e agli elettori come il nuovo Presidente della Regione Molise, ma manca davvero poco. 43,7% delle preferenze per il Centrodestra che batte il Movimento 5 Stelle (38,3%) di Andrea Greco e che straccia un Centrosinistra in completa confusione e totale crisi d’identità. Carlo Veneziale prende infatti il 16,8%, tenendo conto che con Frattura il Pd aveva governato negli ultimi 5 anni; ottimo successo per la coalizione di 9 partiti tra cui Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, in cui Berlusconi fa meglio di Salvini e riequilibra le forze interne alla Cdx (sempre tenendo conto che stiamo parlando di una delle Regioni più piccole d’Italia). Il primo partiti è nettamente il M5s che prende il 31,6% delle preferenze, davanti a FI che a distanza abissale prende il 9,4; al terzo posto il Partito Democratico e solo dopo alcune liste civiche spunta la Lega di Salvini che non sfonda alle Regionali nonostante una decisa campagna elettorale in piazza. (agg. di Niccolò Magnani)
CENTRODESTRA VERSO LA VITTORIA
Il vantaggio del centrodestra sul M5S nell’ambito delle elezioni regionali in Molise diventa sempre più evidente man mano che si va avanti con lo spoglio. Resta indietro, invece, il centrosinistra. Al momento, come rivela Repubblica.it, le sezioni scrutinate sono circa il 75%, quanto basta per avere un numero piuttosto indicativo del risultato che si accinge ad essere quello definitivo per i quattro candidati che aspirano alla carica di presidente della Regione molisana. Su 394 sezioni, sono attualmente 289 quelle che hanno completato le operazioni. Ad avere la meglio continua ad essere Donato Toma, il candidato del centrodestra al momento al 45.07% delle preferenze con 50.058 voti, a netta distanza da Andrea Greco candidato del M5S attualmente fermo al 37.12% con 41.219 voti. Carlo Veneziale del centrosinistra è invece al 16.63% con appena 18.474 voti. In riferimento all’affluenza si è registrato un calo con il 52.16% rispetto al 61.63% delle passate elezioni regionali del 2013. A far calare la media ulteriormente è stata la bassa affluenza nei piccoli paesi, mentre sopra la media regionale i centri più grandi (a Campobasso ha votato il 62,69%, a Isernia il 59,67%). (Aggiornamento di Emanuela Longo)
AFFLUENZA ALLE 23.00
Le operazioni di voto in Molise per le elezioni regionali sono terminate, quindi queste sono ore decisive, perché è cominciato lo scrutinio. Si attendono i risultati, ma lo spoglio è ancora in corso e i dati a disposizione al momento sono pochi. Il sito della Regione, ad esempio, ha accusato diversi problemi: le sezioni dove dovrebbero comparire i primi dati sono risultate non raggiungibili. E poi, come riportato da YouTrend, nessun exit poll è stato realizzato in occasione delle Regionali in Molise. E questo vuol dire che per avere le prime indicazioni bisognerà aspettare i dati reali, previsti presumibilmente dopo mezzanotte. Per conoscere invece i primi risultati bisognerà attendere le due del mattino. Ci sono almeno i dati definiti sull’affluenza alle 23: 52,16%, una percentuale decisamente più bassa rispetto alle Politiche 2018 (71,6%), ma erano esclusi i residenti all’estero. In termini di voti assoluti, però, l’affluenza dovrebbe assestarsi sui 172mila votanti, contro i 182mila delle Politiche. L’affluenza per comuni vede la città di Campobasso in vetta con la percentuale del 73,13%. (agg. di Silvana Palazzo)
SEGGI CHIUSI, VIA ALLO SCRUTINIO
I seggi per le regionali in Molise si sono chiusi alle 23: sono partiti dunque gli scrutini per l’elezione del presidente e del nuovo consiglio regionale. Lo spoglio è in corso, ma c’è già grande attesa per i risultati. Pur trattandosi di un test locale, potrebbe però essere rilevante anche in chiave nazionale ai fini della formazione del nuovo governo italiano. Quindi dai risultati, che sono attesi nella notte, potranno emergere nuovi equilibri tra le formazioni politiche che sono protagoniste nella partita di Palazzo Chigi, che peraltro sembra ancora lontana dall’esser chiusa. Vi abbiamo raccontato che alle 19 l’affluenza è stata pari al 38,98%. A far scendere la media dell’affluenza alle urne è lo scarso numero di votanti nei piccoli paesi. A Campobasso, Isernia e negli altri maggiori centri, infatti, gli elettori ai seggi superano, anche se di pochi punti, la percentuale regionale. (agg. di Silvana Palazzo)
I DATI SULL’AFFLUENZA
Alle ore 19 l’affluenza delle Regionali in Molise ha registrato il 38,69% degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne: il dato è decisamente e sensibilmente inferiore alla stessa ora delle recenti Elezioni Politiche che recitavano il 56,4%. Se però si confrontano i dati con le ultime Amministrative Regionali del 2013, allora si scopre che il dato risulta superiore (era il 32,9%) anche se il voto era diviso in due giorni, come spieghiamo qui sotto. La città con il dato più alto di affluenza risulta Campobasso dove si registra il 44,8%, mentre ad Isernia hanno votato il 44,2% alle ore 19. A poche ore dalla chiusura dei seggi, la situazione delle operazioni di voto sembra essere stata impeccabile con pochissime se non nessuna situazione di contestazione o polemica: a Termoli i molisani al voto sono stati il 4,3,3% mentre a San Giugliano di Puglia sono stati il 41,9%. La sfida è sempre quella, tra Andrea Greco e Donato Toma anche se bisognerà attendere i primi dati reali per avere una situazione più completa e “aggiornata” sui risultati finali che potrebbero – anche se non detto – avere una ripercussione sugli equilibri politici nazionali nei giorni decisivi per la formazione del governo. (agg. di Niccolò Magnani)
ATTESA PER RISULTATI SFIDA M5S-CENTRODESTRA
I primissimi risultati delle Regionali in Molise si avranno non prima delle 23.30 quando tra exit poll e proiezioni si potrà avere un’idea della situazione tra il Centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Resta però il problema evidenziato dai sondaggi pre-Elezioni: se dovesse rimanere quel “filo di voti” di distanza tra le due componenti politiche, si dovrà attendere il risultato pieno che prima delle 5-6 di domani mattina sarà difficile raggiungere, a meno di uno scrutinio record per la pur piccola regione Molise. In attesa delle conta finale, tra le 19 e le 20 verrà reso noto dall’ufficio elettorale regionale il dato sull’affluenza alle ore 19: guardano ai dati ufficiali delle ore 12, Campobasso batte Isernia e Termoli come presenza ai seggi ma nelle prossime ore qualcosa potrebbe anche cambiare con l’inevitabile risalita dell’affluenza verso le ultime ore di voto della giornata. Gli analisti spiegano semplicemente il rialzo del dato ai seggi col fatto che cinque anni fa si votava anche lunedì mattina e dunque vi era meno pressione alle urne per dare la propria indicazione di voto tra i candidati presidenti. Vi ricordiamo che non vi saranno degli exit poll di istituti nazionali bensì saranno resi pubblici rilevazioni a livello locale. (agg. di Niccolò Magnani)
AFFLUENZA H12 AL 15,7%
Alle ore 12 l’affluenza in Molise è stata data in crescita rispetto al 2013: i votanti sono stati infatti 50.247 pari al 15,17% degli aventi diritto, mentre cinque anni fa erano stati il 9,7% ad essersi recati ai seggi per esprimere il voto sulle Regionali molisane. Va detto però che questa volta si vota in un solo giorno mentre nel 2013 le elezioni erano “spalmate” su due giorni; se però osserviamo il recente dato sulle Nazionali del 4 marzo, in quella occasione i molisani si erano recati alle urne per il 17,8% dunque in leggero rialzo rispetto ai numeri di questa prima parte di voto Regionali. Stando ai dati forniti dalla Regione, altissima l’affluenza a Campobasso con il 20,59%, a Venafro con il 20,79%, Termoli il 18,69%. In ritardo Isernia con il 17,65%, mentre il comune con il maggior numero di votanti questa mattina è stato S. Martino in Pensilis (Campobasso), con il 21,6% dei votanti recati alle urne. Il comune con meno votanti alle 12 è Duronia (Campobasso), fermo al 4,83%: questo è tra l’altro è il paese d’origine dell’attore Elio Germano. Male invece il paese dove negli scorsi giorni Berlusconi ha concluso la sua campagna elettorale in piazza: a Bagnoli sul Trigno (Isernia) si sono recati alle urne solo il 13% degli aventi diritto. Sfida intatta tra Centrodestra e M5s che molto probabilmente si combatteranno fino all’ultimo voto di questa sera, con chiusura seggi che ricordiamo avviene alle ore 23. (agg. di Niccolò Magnani)
IL CONFRONTO CON LE ELEZIONI POLITICHE
Attorno alle 12.30-13 dovrebbero arrivare i primi dati dell’affluenza per le Elezioni in Molise e si potrà ragionare con alcuni confronti rispetto al recente voto delle Politiche Nazionali del 4 marzo scorso. Resta il fatto che “l’Ohio italiano” era stato dominato dal Movimento 5 Stelle giusto un mese e mezzo fa con il 44,7% e 78mila voti che andranno a Di Maio e candidati M5s: oggi però i sondaggi danno il Centrodestra in netta ascesa (presente in forza con la campagna elettorale in piazza per 2-3 settimane prima del voto di oggi) e il candidato presidente favorito è Donato Toma, appena di un filo avanti a Andrea Greco che incalza con la “sommossa grillina”. La coalizione del centrodestra prese il 28,9% con 51mila voti, mentre la vera debacle – rispecchiando il voto in tutto il resto del Paese – arrivò dal Centrosinistra che pure in Molise vinse le scorse Regionali nel 2013. 18,1% con 31 mila voti quando invece nel 2013 il presidente uscente Frattura raccolse 85 mila voti. I risultati reali si avranno nel corso della notte, ma le prime indicazioni sull’affluenza potrebbero già dare qualche “imbeccata” su quanti molisano hanno deciso di puntare di nuovo sulla politica dopo gli ultimi 5-8 anni assai difficili. (agg. di Niccolò Magnani)
SEGGI APERTI “CON VISTA” GOVERNO
La sinistra unita, il Centrodestra saldato e il Movimento 5 Stelle “in fremito”: le elezioni in Molise, con i seggi aperti alle ore 7 di questa mattina, vedono per la prima volta nella loro storia una “vista” molto più ampia del singolo risultato che domani mattina perverrà dopo lo spoglio della notte. Un Governo potrebbe essere determinato anche dalla vittoria di Toma o di Greco, i due favoriti, con il risultato del Centrosinistra che potrebbe a sua volta essere determinante per indirizzare l’alleanza possibile di governo tra il Centrodestra o il Movimento di Di Maio. I grillini avevano un asso nella manica, il consigliere regionale Antonio Federico che aveva partecipato alle Regionali già nel 2011 e nel 2013, non riuscendo per poco ad essere eletto: ha però preferito essere eletto in Parlamento lo scorso 4 marzo e perciò il M5s ha dovuto “ricominciare” da capo puntando su un candidato meno noto che nei sondaggi ha pagato “scotto” contro Toma. Ora però le urne non sono statistiche e su queste ultime settimane di fortissimo scontro tra i vari partiti nazionali la partita in Molise potrebbe essere decisa davvero dall’ultimo voto. L’affluenza avrà poi un gioco importante (anche se non decisivo) dopo che nelle scorse Regionali si arrivò ad un non altissimo 61%: oggi, dopo i comizi e i richiami della politica nazionale al voto in Molise, la risposta potrà anche dire se dopo le Nazionali vi è stato uno scollamento maggiore tra i palazzi istituzionali e la piazza o se invece in Di Maio, Salvini, Martina e Berlusconi vi è ancora una fiducia importante. (agg. di Niccolò Magnani)
TESTA A TESTA M5S-CENTRODESTRA
Saranno i risultati delle elezioni regionali del piccolo e spesso dimenticato Molise l’ago della bilancia per la partita del governo? Lo credono in tanti, soprattutto gli osservatori convinti che in queste elezioni regionali 2018 si consumerà il sorpasso all’interno della coalizione di centrodestra di Salvini ai danni di Berlusconi,che alle ultime Politiche ha ottenuto il 16% doppiando il leghista fermo all’8%. Un risultato che non farebbe altro che confermare la tendenza già manifestatasi nel voto del 4 marzo e che porebbe spingere il leader della Lega a mollare l’alleato di Forza Italia per stringere un’alleanza con Luigi Di Maio e il M5s a livello nazionale. Dunque un voto, quello molisano, al quale molti vogliono dare una portata più ampia di quella semplicemente regionale. Ed è quanto meno curioso che sia proprio la regione meno popolosa d’Italia, oltre che la seconda più piccola (seconda solo alla Valle d’Aosta) ad avere probabilmente tra le mani il futuro di altri milioni di connazionali. Ecco spiegato, forse, il grande interesse che i leader hanno dimostrato nei confronti del Molise in quest’ultima settimana prima del voto: da Di Maio a Salvini, fino all’arrivo di Berlusconi in elicottero. Nessuno ha voluto lasciare nulla al caso: una campagna elettorale quasi porta a porta, con tanto di comizi di piazza vecchio stile che dovrà fotografare il sentiment del Paese a quasi due mesi dalle Politiche del 4 marzo.
LA PARTITA PER LA REGIONE MOLISE
Ma chi risiede in Molise, più che agli equilibri interni al centrodestra o al fatto che Salvini possa o meno trovare il coraggio di lasciare Berlusconi per allearsi con Di Maio, sono interessati all’esito delle Regionali e ai destini del loro territorio. Chi succederà al governatore Pd Paolo Di Laura Frattura? Secondo l’ultimo sondaggio disponibile prima del silenzio elettorale di Euromedia Research, l’istituto guidato da Alessandra Ghisleri e risalente agli inizi di Febbraio, la partita per la poltrona di governatore vedeva un testa a testa tra Centrodestra e M5s, con il blocco che faceva riferimento al Partito Democratico attardato di una decina di punti percentuali. Certo, si può ipotizzare che la situazione si sia evoluta, anche in mancanza di clamorose notizie legate alla competizione elettorale, ma pare anche probabile che lo scenario politico nazionale possa contribuire a polarizzare su quelli che si sono accreditati come i due partiti “antagonisti” per il Governo del Paese (Lega e M5s) il voto molisano: da una parte Donato Toma, espressione del centrodestra, e dall’altra Andrea Greco (M5s). Toma, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Campobasso, sostenuto tra gli altri da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, veniva accreditato dalla Ghisleri con un leggerissimo vantaggio sul competitor (ampiamente sotto l’errore statistico) e la partita si prefigurava allora apertissima. Si preannuncia dunque una battaglia all’ultimo voto: chi sarà eletto presidente alla fine dello spoglio?